"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

venerdì 15 luglio 2022

Memoriae. 29 “Storia, burle e politica”.

 

Sopra. Lettera di Eugenio Scalfari del 19 di novembre dell'anno 1996 in risposta ad una mia lettera di seguito riportata:

Catanzaro, 20 Ottobre 1996

“Storia, burle e politica”

Egregio Direttore,

facendo ricorso alle mie limitate conoscenze storiche ho da narrarLe una burla in verità un po’ datata. Lo scenario della burla è la vecchia Inghilterra di inizio secolo, ovvero dell'anno 1912. Il protagonista della storica burla un avvocato, tale Charles Dawson, dilettante archeologo del Sussex. Coinvolto nella storica burla niente di meno che l'ambiente scientifico ed accademico dell'Inghilterra di allora, ed un nome tra i più prestigiosi, quello di padre Teilhard de Chardin. La burla è conosciuta e discussa ancor oggi come il "caso Piltdown, dal nome del luogo inglese ove l'intraprendente avvocato rinvenne, o fece rinvenire, resti che il misurato mondo scientifico inglese assicurò essere appartenuti ad un nostro progenitore. Solo nel 1953 il "caso Piltdown" fu riconosciuto come una tragica burla orchestrata al mondo scientifico inglese, facendo passare per fossili le ossa rinvenute che, in verità, erano state sotterrate, artificialmente colorate, e per i denti rinvenuti, abilmente limati. Tralasciando il sussiegoso e paludato mondo scientifico inglese di inizio secolo e venendo in un ambiente a noi più familiare, cosa dire di quella burla ordita da prestanti giovanotti al nostro mondo accademico ed artistico con i famosi "falsi di Modigliani"? Quante certificazioni di autenticità furono allora sprecate dai "nostri esperti" e quanta credibilità se ne andò in fumo grazie a quella storica burla? II mondo artistico italiano, certo, non era e non è da paragonarsi al mondo scientifico inglese, ma tanto è. Orbene, la più recente storica burla, ovvero quella che oggi può essere riconosciuta e come tale ricordata sotto la voce "la cimice del cavaliere Berlusconi", ha avuto bisogno di ben nove mesi per essere come tale disvelata al popolo italiano. È pur vero che lo scenario è quello tipico di un "povero Paese" sempre in grande e profonda confusione, in particolar modo per i protagonisti del suo "teatrino politico"; ma come per tutte le altre burle anche per questa ci si può consolare avendone scoperto (?) il fantasioso autore che, alla data della sua pubblica televisiva denuncia (11 Ottobre 1996) ci fece tremare i polsi facendoci immaginare chissà quali complotti orditi da feroci agenti di fantomatiche potenze o poteri occulti nostrani. E se solo la memoria collettiva ricordasse il moto di sdegno e le tanto meditate parole che il nostro osò pronunciare in una pubblica conferenza stampa ("Viviamo in un Paese dove si vìola non solo la libertà del cittadino, garantita dalla Costituzione, ma si opera una violenta interferenza nell'ufficio di colui che è il leader della opposizione"), mi consola pensare che per questa burla almeno se ne sia infine conosciuta l'origine e che non sia rimasta, come per altre occasioni, un altro dei casi irrisolti della pantomima italiana che ha pur visto, come nel caso di tutte le stragi, scorrere il sangue di tanti inermi nostri concittadini. Suo, cordialmente. 

Aldo Quagliozzi

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