"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

sabato 23 luglio 2022

Eventi. 81 «Il dottor Vulpes si svegliò, e mentre si svegliava si scoprì a gridare: "Niente più rischio di vincere! Guerra per sempre!"».

"Guerra&Letteratura". Tratto dal volume “Incubi” di Bertrand Russell – edizioni Albani pagg. 112, euro 9.40 – e riportato su “il Fatto Quotidiano” – “Est-Ovest: fine guerra mai” – del 21 di luglio 2022: Il dottor Southport Vulpes aveva trascorso una lunga e faticosa giornata al ministero della Produzione Meccanica. Stava tentando di convincere i funzionari che non c'era più bisogno di personale umano nelle fabbriche. Lui era un entusiasta, semplicemente stupefatto dalla mentalità tarda e reazionaria dei burocrati. Questi gli facevano notare che il suo progetto avrebbe richiesto enormi capitali per l'allestimento di fabbriche di automi, e che la produzione di tali fabbriche avrebbe potuto, ancor prima d'essere adeguata alle necessità, venir sabotata da una ribellione dei salariati o addirittura arrestata se il risentimento dei sindacati vi avesse posto il veto. Questi timori sembravano al dottor Vulpes solo indice di meschinità e mancanza di fantasia... Tornato a casa e al riparo dalla fredda pioggerellina di marzo, il dottor Vulpes, scoraggiato ed esausto, si buttò su una poltrona e lì, in quell'accogliente tepore, si addormentò. Nel sonno poté finalmente assaporare il successo che non aveva allietato l'attività della sua giornata: sognò ... La Terza guerra mondiale era, come l'assedio di Troia, al decimo anno. Dal punto di vista militare il suo corso era stato inconcludente: la vittoria pareva ora pendere da una parte, ora dall'altra, e mai per lungo tempo o in modo decisivo. Ma dal punto di vista tecnico, l'unico che interessasse il dottor Vulpes, l'andamento della guerra era stato quanto di meglio si sarebbe potuto desiderare. Già fin dai primi due anni di guerra, gli automi avevano sostituito gli operai umani nelle fabbriche di ognuna delle due parti, liberando immense riserve di uomini per gli eserciti. Ma questa vantaggiosa innovazione, che i due governi avevano dapprima accolta con entusiasmo, si mostrò poi meno soddisfacente di quanto sperato. Le perdite, provocate soprattutto dalla guerra batteriologica, erano enormi. In più settori, nella grande estensione dei fronti, dopo mortifere pestilenze, i superstiti si ribellavano reclamando la pace. A un certo punto i due governi in lotta disperarono di poter tenere viva la guerra ma il dottor Vulpes e il suo collega di parte avversa Phinnichovski Stukinmudovich trovarono la maniera di superare la crisi. Era stato nel terzo e quart'anno di guerra che, sotto la guida dei due scienziati, s'iniziò infatti la fabbricazione di automi militari destinati a sostituire i soldati semplici di fanteria negli eserciti di entrambe le parti. Nel quinto e sesto anno si operò tale sostituzione anche per gli ufficiali di grado inferiore al Generale. Si vide poi che anche l'attività pedagogica, o di indottrinamento, poteva essere svolta da automi con sicurezza e precisione molto maggiori: gli insegnanti prodotti in serie dal dottor Vulpes e dal Compagno Stukinmudovich dicevano tutti esattamente le stesse cose e facevano gli stessi precisi discorsi sull'importanza della vittoria ... Alla fine, quasi tutto veniva fatto dagli automi. Solo alcuni esseri umani restavano ancora insostituibili: geologi minerari per guidare i minatori automatici verso le aree sfruttabili, membri del governo per le grandi questioni della politica, e naturalmente il dottor Vulpes e il Compagno Stukinmudovich. I due scienziati erano animati da un simile, sincero entusiasmo: erano esclusivamente dediti al perfezionamento delle loro macchine. Amavano la guerra che costringeva i governi a dar degli obiettivi precisi, e non ne desideravano la fine, temendo che gli uomini potessero ricadere nelle loro tradizionali abitudini... Per questa comunità d'intenti, i due colleghi erano legati da una salda amicizia: dall'inizio della guerra, i due scienziati avevano avuto già molti segreti abboccamenti durante i quali, con assoluta fiducia reciproca, s'erano andati scambiando notizia d'ogni invenzione che potesse rendere più interessante e durevole la guerra. "Com'è bello" dicevano "il mondo che stiamo creando. Gli esseri umani erano imprevedibili, spesso folli, di frequente codardi, a volte compromessi da ideali antigovernativi. E come sono invece diversi i nostri automi: su di loro la propaganda ha sempre l'effetto voluto... L'uomo era portato al peccato, gli automi no. L'uomo era spesso insensato, gli automi mai. L'uomo era attratto da abberrazioni sessuali, gli automi no". E mai che un automa venisse meno al suo dovere. O che fuggisse dal campo di battaglia... Portata a termine infine la costruzione degli automi-guida, i due scienziati decisero di restare nella loro galleria e attendere pacificamente l'estinzione di quanto rimaneva della razza umana... Morirono felici, sapendo che fin quando il pianeta fosse esistito la guerra sarebbe durata: senza diplomatici che potessero porvi fine, cinici che dubitassero della santità degli opposti slogan, o scettici che si chiedessero lo scopo d'uno sviluppo tecnologico senza fine. Travolto dall'entusiasmo, il dottor Vulpes si svegliò, e mentre si svegliava si scoprì a gridare: "Niente più rischio di vincere! Guerra per sempre!". Sfortunatamente, qualcuno, per caso, udì queste parole ed egli fu cacciato in prigione.

Nessun commento:

Posta un commento