"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

lunedì 17 aprile 2017

Primapagina. 35 “#lemieballesesquipedali”.



Da “Il Falso quotidiano è Matteo” di Carlo Di Foggia e Marco Palombi, pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 14 di aprile 2017: (…). La più grossa. “È del tutto evidente che se perdo il referendum, considero fallita la mia esperienza in politica” (29 dicembre 2015). “Ho già preso il solenne impegno: se perderemo il referendum lascio la politica” (15 gennaio 2016). “Se non passa il referendum, la mia carriera politica finisce. Vado a fare altro” (11 maggio 2016). “Se perdo il referendum, troveranno un altro premier e un altro segretario” (1 giugno 2016). “O cambio l’Italia o cambio mestiere” (2 giugno 2016). (…). Seconda classificata. “Diamo un hashtag: #enricostaisereno. Vai avanti, fai le cose che devi fare. Io mi fido di Letta, è lui che non si fida. Non sto facendo manfrine per togliergli il posto” (16 gennaio 2014); “Sono tantissimi i nostri che dicono: ma perché dobbiamo andare al governo senza elezioni? Ma chi ce lo fa fare? Ci sono anch’io tra questi” (9 febbraio 2014). (…). Stangata. “È impressionante il numero di 91 miliardi stimati di evasione fiscale. Bisogna cambiare approccio verso il cittadino che si deve sentire moralmente accompagnato. Per chi sbaglia non ci sono scappatoie, va stangato” (27 novembre 2014). (…). Poltrone. “Sogno un Paese in cui conta cosa conosci e non chi conosci” (slogan preferito); “Se governerò avrò un grande obbligo morale con gli italiani: quello di mettere nei posti di responsabilità persone libere, indipendenti, capaci di competenza e autorevolezza” (28 ottobre 2012), “Via i partiti dalla Rai, via da Finmeccanica, via dalle nomine dei cda” (19 aprile 2012). (…). Giustizialista. “Filippo Penati deve rinunciare alla prescrizione e dimettersi da consigliere regionale: gli auguro che possa provare la sua innocenza (…) C’è molta apprensione nel quartier generale (segretario Bersani, ndr): “La questione è umorale oltreché morale” (29 agosto 2011); “In effetti, la Idem si è dimessa dimostrando uno stile completamente diverso” (14 gennaio 2014, Renzi critica Nunzia De Girolamo che rimane attaccata alla poltrona da indagata) Giustizialista/2. “Tecnicamente parlando, Berlusconi e Grillo sono entrambi pregiudicati. La questione etica, morale, giudiziaria è per me fondamentale come valore personale prima che politico. Non faccio il governo con Berlusconi, né con Grillo” (8 maggio 2014). “Non chiederò mai le dimissioni per un avviso di garanzia” (6 giugno 2015). Preferenze. “Uno dei temi più contestati è la mancata espressione delle preferenze. Lo confesso: ne sono un sostenitore” (21 gennaio 2014). (…). L’invidia. “Se ci rivediamo tra cinque anni con la legge elettorale provata e sperimentata, vedrete che quella legge sarà copiata da mezza Europa” (23 marzo 2015). (…). Copernico/1. “La riforma Madia sarà una rivoluzione copernicana: la P.A. andrà dal cittadino e non viceversa” (11 luglio 2014). (…). Copernico/2. “Oggi è avvenuta una rivoluzione copernicana: sul dissesto idrogeologico sono stati stanziati 1,2 miliardi. Ci rimbocchiamo le maniche e lo sistemiamo” (è il Grande Piano contro il dissesto 2015-2020 da 9 miliardi, 7 agosto 2015). (…). L’Ue. “Mi ritrovo nella lettera della Bce. E non condivido l’atteggiamento del Pd che invoca l’Europa quando conviene e ne prende le distanze se propone riforme scomode” (26 ottobre 2011) “A che servono le istituzioni Ue? A che serve l’idea di Europa nata a Ventotene? A inviare letterine ridicole per chiedere assurde correzioni sul deficit?” (25 gennaio 2017). Ora o mai più. “Contestualmente alla riforma delle pensioni vanno aboliti i vitalizi. Un Parlamento non può legiferare sugli assegni dei lavoratori e non sui vitalizi. Ora o mai più” (26 ottobre 2011). (…). Compagno Matteo. “Sarò sbrigativo: a me dell’articolo 18 non me ne pò fregà de meno” (27 marzo 2012); “Se le aziende non investono in Italia il problema non è l’articolo 18. Non ho trovato un solo imprenditore, in tre anni che faccio il sindaco, che mi abbia detto ‘Caro Renzi, io non lavoro a Firenze o in Italia, perché c’è l’articolo 18’. Nessuno” (19 aprile 2012) “L’articolo 18 prima rappresentava un ostacolo, ora non lo è più. La riforma del lavoro dovrebbe stimolare gli investimenti in Italia” (Renzi ai presidenti delle Confindustria europee, 21 novembre 2014).
Banche/1.“Su Banca Etruria noi siamo stati di una severità esemplare arrivando al commissariamento e alle doppie sanzioni. Chi conosce Arezzo sa che le cause di quella vicenda hanno le radici in un passato lontano e sono ben diverse da come sono state raccontate” (26 luglio 2016). (…). Banche/2. “Non c’è rischio sistemico, le banche italiane sono molto più solide di tante banche europee e non cambierei il nostro sistema bancario con quello tedesco nemmeno sotto pagamento” (29 dicembre 2015) “Per lungo tempo, già in piena crisi, in Italia non si è avuta da parte della maggioranza di economisti, opinionisti e media la percezione dello stato di dissesto e/o della cattiva gestione di diversi istituti bancari” (Renzi, 7 marzo 2017). Banche/3. “Oggi la banca è risanata e investire è un affare. Su Mps si è abbattuta la speculazione ma è un bell’affare” (22 gennaio 2016); “Lo penso ancora: Mps è un affare” (6 novembre 2016). (…). Coe-Renzi. “Dovevate avere il coraggio di dimettervi… È ora di finirla con chi viene eletto con qualcuno e poi passa di là. Se io prendo e decido di mollare con i miei, però ho il coraggio anche di avere rispetto per chi mi ha votato, perché chi mi ha votato non ha cambiato idea” (14 maggio 2010, Renzi si scaglia contro Paola Binetti e altri cattolici usciti dal Pd). (…). La gente. “A me la scorta non mi garba, non la voglio. La mia scorta è la gente. Non voglio violare la legge o mettere in difficoltà uomini dello Stato che fanno il loro lavoro, ma non voglio neppure dare al Paese l’impressione di un uomo che il giorno stesso in cui va al governo cambia status, immagine, stile. Non posso e non voglio passare dalla bici all’auto blu” (18 febbraio 2014). (…). A piedi. “Ogni ministero avrà al massimo 5 auto blu: i sottosegretari andranno a piedi. In questo modo restituiamo fiducia e credibilità alla politica” (18 aprile 2014). (…). Grandi opere/1. “La Tav rischia di essere un investimento fuori scala e fuori tempo. Prima lo Stato uscirà dalla logica ciclopica delle grandi infrastrutture e si concentrerà sulla manutenzione delle scuole e delle strade, più facile sarà riavvicinare i cittadini alle istituzioni. Non è dannosa, è inutile” (Oltre la rottamazione, Mondadori, 2013) “Non capisco la logica: la Tav è una grande conquista e va allargata a tutto il Paese. Come si fa a bloccare la Tav? È una follia” (2 dicembre 2016, Renzi contro Chiara Appendino). Grandi opere/2. “Continuano a parlare dello Stretto di Messina, ma io dico che gli 8 miliardi li dessero alle scuole per la realizzazione di nuovi edifici e per rendere più moderne e sicure” (1 ottobre 2012) “Bisogna farlo. Il ponte porta 100 mila posti di lavoro e serve a togliere la Calabria dall’isolamento e avere la Sicilia più vicina. Se Salini è in condizione di portare le carte e di sbloccare quel che è fermo, noi siamo pronti” (26 settembre 2016). Fake. “Qualcuno dice che abbiamo lasciato un buco da 3 miliardi di euro: fake news. Abbiamo lasciato un tesoretto da 47 miliardi di euro: vero” (10 aprile 2017). (…). Clausole. “Ci troviamo a fronteggiare questo meccanismo atroce delle clausole di salvaguardia perché i governi Letta e Monti hanno disseminato di trappole le vecchie Finanziarie, ma seguiremo la linea già tenuta fin qui scongiurando un salasso da 15 miliardi, dunque l’Iva non aumenterà” (31 luglio 2016). (…). Patti chiari. “Si tratta di 16 Patti per il Sud che chiudono la stagione dei fondi a pioggia e dei soldi non spesi (…) Per l’Abruzzo parliamo di oltre 70 interventi per un totale di 1,5 miliardi; il Patto per il Molise libera risorse per 722 milioni di euro” (17 maggio 2016). (…). Malati per il Sì. “La riforma costituzionale darà al Sud gli stessi livelli di cura del Nord: se c’è un farmaco sull’epatite C, perché in Lombardia ci si mette 3 mesi per liberarlo e in altre Regioni 3 anni? Perché i sistemi sono diversi, con la riforma cambia il Titolo V e il livello di assistenza sarà in Lombardia e in Calabria” (27 novembre 2016, Maria Elena Boschi aveva già tirato in ballo i malati di cancro). (…). Numeri per il Sì. “La riforma comporta risparmi per un miliardo” (aprile 2014); “Farà risparmiare 500 milioni” (novembre 2016); “Il Pil crescerà di sei punti in più (10 miliardi) in un decennio” (8 giugno 2016, Maria Elena Boschi). (…).

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