"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

sabato 25 febbraio 2017

Scriptamanent. 72 “Se Renzi rilegge Bobbio”.



Da “Se Renzi rilegge Bobbio” di Nadia Urbinati,  pubblicato sul quotidiano la Repubblica del 25 di febbraio dell’anno 2014: (…). La revisione di Renzi è molto decisa e tranchant, agilissima e dotata di potenti forbici che tagliano via complessità ostiche e qualche secolo e diversi decenni di storia sociale. (…). Destra e sinistra, scrive Renzi, non sono più coincidenti con la libertà individualista in un caso e la libertà che riposa su premesse di eguaglianza nell`altro. Questa dicotomia bobbiana, spiega, apparteneva a un mondo in cui le menti e le idee si situavano in blocchi e classi. Oggi c`è più complessità e quelle due grandi idee, messe in quella relazione, non servono a orientarci né nel giudizio né nella scelta. Sembra quasi che il liberismo stesso come ideologia appartenga a un tempo passato, che sia stato il marchio degli anni di Margaret Thatcher e di Ronald Reagan; un residuo (come anche il suo nemico principale, il comunismo) del tempo in cui Bobbio formulò la diade destra/sinistra. Oggi il liberismo è nelle cose, non più solo un`ideologia. La nuova sinistra deve partire di qui, da quel che c`è per andare avanti: e quel che c`è è appunto il lascito liberista dal quale non si può prescindere. Ecco perché la dicotomia di Bobbio è passé. Il lascito non è fatto di classi o di "blocchi" ma di individui distribuiti sulla scala sociale. (…).
Si ripropongono in questo manifesto le distinzioni, radicate nella cultura politica italiana, tra due modi di leggere la società e quindi la distinzione destra/sinistra. In un caso la distinzione parte dai principi dell`89: eguale libertà nei diritti di individui-cittadini che, diversi per culture e scelte di vita e diseguali nelle condizioni sociali, cercano attraverso lo stato e la politica (la democrazia) di creare condizioni istituzionali, civili e sociali affinché laloro diversità non si traduca in diseguaglianza di potere. Nell`altro caso, invece, la distinzione parte da premesse che si propongono come correttive della tradizione settecentesca: gli "ultimi", una categoria che non appartiene né alla sinistra né alla politica, ed é morale ed evangelica, hanno bisogno di essere spinti in alto. Gli "ultimi" non sono come gli "umili" manzoniani, però, perché individualisti che vogliono sbloccare le relazioni e farsi strada nel mondo. In questa lotta la sinistra ha un compito solo: quello di non perdere il "contatto con gli "ultimi". E per farlo deve sostituire le teorie tradizionalmente sue (anche quella liberalsocialista e quelle legate agli "anni sessanta e settanta") per abbracciare "la lingua della solidarietà" (…). La solidarietà giunge quando gli individui cadono. Quí sta la sinistra, più che a preparare le condizioni affinché la loro lotta sia condotta su un piede di parità e il merito sia meritato. (…). Però, (…), le soluzioni restano diverse: poiché in un caso, le forze su cui contare sono politiche e sociali, nell`altro caso sono morali e soggettive, come per esempio "l`ambizione". Renzi inserisce qui la prospettiva del merito. È una prospettiva di riuscita che non fa centro sull'eguaglianza delle opportunità ma su una base di energia personale in una lotta quasi darwiniana per salire su, per non essere "ultimi", per vincere. (…). In questo scenario dove le categorie interpretative sono morali piuttosto che sociali, l`eguaglianza sembra obsoleta - e non serve neppure per comprendere i nuovi movimenti xenofobi e populisti, scrive Renzi. Eppure, questi movimenti sono il frutto di una lettura identitaria dell`eguaglianza, sono anzi la miglior prova di quanto bisogno ci sia di tenere insieme eguaglianza e libertà, stato sociale e diritti individuali. In questa cornice, anche il merito trovala sua giusta collocazione, perché se dissociato dall`eguaglianza delle opportunità (che il mercato non crea spontaneamente) esso diventa un passaporto per l`affermazione di chi si trova già in condizioni di vantaggio. (…). Liberalsocialisti come Bobbio e Amartya Sen, che Renzi menziona, non avrebbero dubbi a trovare qui le sorgenti non rinsecchite di una società democratica giusta. Ecco perché per un democratico senza l`accoppiamento con l`eguaglianza, il merito (e la stessa libertà) non è una condizione di giustizia; mentre per un liberale il merito come riuscita individuale senz`altra considerazione lo è. Ancora qui passa oggi la differenza tra destra e sinistra (…).

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