"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

mercoledì 15 febbraio 2017

Primapagina. 27 “Laura Moser versus Donald Trump”.



Da “La casalinga, il gatto e le grandi manovre” di Vittorio Zucconi, corrispondenza dall’”impero del bene” pubblicata sul settimanale “D” dell’11 di febbraio 2017: Con il gatto Cookie, "Pasticcino", accoccolato ai suoi piedi, i figli di sette e tre anni a scuola o all'asilo e il marito come al solito lontano per lavoro, Laura si ritrovò sola con la propria angoscia a poche ore dall'arrivo in città di un uomo che la terrorizzava: Donald J. Trump. A 39 anni, a pochi passi dai temuti "anta", con una laurea e un master in filosofia incorniciati a prender polvere, Laura Moser si era sempre tenuta lontana dalla politica, pur vivendoci vicinissima. Dalla sua casa nel quartiere di Capitol Hill a Washington, che prende appunto il nome dalla collina del Parlamento americano, (…). La vittoria di un uomo che lei detestava l'aveva scossa come mai aveva pensato di potere essere scossa. Voleva fare qualcosa, ma cosa poteva fare una donna sola con il gatto, dalla propria casa? La risposta era sul tavolino accanto al divano: il suo smartphone. Dal marito, che bazzicava il mondo della politica, aveva sentito parlare di un'iniziativa chiamata Daily Action, l'azione quotidiana, non il solito blog autorefenziale, o account Twitter, o pagina di Facebook, ma un'idea che metteva insieme le nuove possibilità aperte dalla tecnologia e il vecchio, caro telefono. Molto scettica, e sentendosi lievemente ridicola, come confesserà al quotidiano di Washington, il Post, Laura seguì le istruzioni lette sul sito in rete. Non mandate email, lettere su carta, tweet, messaggini alla Casa Bianca, dove nessuno li leggerà. Registrate messaggi vocali che altri potranno ascoltare e poi, se li condividono, girare a quei deputati e senatori che dovranno approvare o bocciare le scelte del Capo e, soprattutto, trovare i soldi per realizzarle. Laura registrò alle 10 qualche secondo di protesta contro la nomina di un ministro della Giustizia famoso, quando era magistrato, per il suo razzismo, e pochi minuti più tardi, alle 10 e 15, con sua enorme sorpresa, la centrale dei Daily Action registrò 100mila chiamate. Erano state automaticamente inoltrate ai parlamentari, inondando le loro segreterie telefoniche. Pochi giorni dopo la rivelazione di Laura, le strade di Washington, attorno anche alla sua casa, come di tutte le altre città americane, si sarebbero riempite di persone organizzate allo stesso modo, nella catena di Sant'Antonio elettronica, senza che fossero state necessarie riunioni, meeting, assemblee, liti, gerarchie. Chiunque, da casa, camminando per strada, in auto con il vivavoce, può registrare una comunicazione, un avviso, una protesta che potrebbe riprodursi all'infinito e raggiungere i parlamentari per mettere loro il fuoco sotto la coda. È stato il meccanismo usato per mandare davanti agli aereoporti internazionali migliaia di persone indignate per l'ingresso vietato a viaggiatori con i documenti in perfetto ordine, Avvocati sono stati allertati, giudici, come Ann Donnelly, magistrata federale a Brooklyn che per prima avrebbe congelato temporaneamente l'ordinanza presidenziale, sono stati buttati giù dal letto o strappati al tavolo della cena, per tenere udienze. Quanto questo possa servire a limitare l'azione della Presidenza Trump, a far riflettere deputati e senatori, resta da vedere, e queste mobilitazioni si scaldano con la stessa rapidità con la quale si raffreddano. Ma molte Laura Moser hanno provato l'emozione di far parte di qualcosa, il conforto di non sentirsi sole e impotenti. Lei stessa ha avvertito chi l'ha intervistata che, in mezzo a tutto il trambusto e l'agitazione, Cookie, nel suo felino cinismo, ha continuato a dormire.

Nessun commento:

Posta un commento