Da “La
casalinga, il gatto e le grandi manovre” di Vittorio Zucconi, corrispondenza
dall’”impero
del bene” pubblicata sul settimanale “D” dell’11 di febbraio 2017: Con
il gatto Cookie, "Pasticcino", accoccolato ai suoi piedi, i figli di
sette e tre anni a scuola o all'asilo e il marito come al solito lontano per lavoro,
Laura si ritrovò sola con la propria angoscia a poche ore dall'arrivo in città
di un uomo che la terrorizzava: Donald J. Trump. A 39 anni, a pochi passi dai
temuti "anta", con una laurea e un master in filosofia incorniciati a
prender polvere, Laura Moser si era sempre tenuta lontana dalla politica, pur
vivendoci vicinissima. Dalla sua casa nel quartiere di Capitol Hill a
Washington, che prende appunto il nome dalla collina del Parlamento americano, (…).
La vittoria di un uomo che lei detestava l'aveva scossa come mai aveva pensato
di potere essere scossa. Voleva fare qualcosa, ma cosa poteva fare una donna
sola con il gatto, dalla propria casa? La risposta era sul tavolino accanto al
divano: il suo smartphone. Dal marito, che bazzicava il mondo della politica,
aveva sentito parlare di un'iniziativa chiamata Daily Action, l'azione
quotidiana, non il solito blog autorefenziale, o account Twitter, o pagina di
Facebook, ma un'idea che metteva insieme le nuove possibilità aperte dalla
tecnologia e il vecchio, caro telefono. Molto scettica, e sentendosi lievemente
ridicola, come confesserà al quotidiano di Washington, il Post, Laura seguì le
istruzioni lette sul sito in rete. Non mandate email, lettere su carta, tweet,
messaggini alla Casa Bianca, dove nessuno li leggerà. Registrate messaggi
vocali che altri potranno ascoltare e poi, se li condividono, girare a quei
deputati e senatori che dovranno approvare o bocciare le scelte del Capo e,
soprattutto, trovare i soldi per realizzarle. Laura registrò alle 10 qualche
secondo di protesta contro la nomina di un ministro della Giustizia famoso,
quando era magistrato, per il suo razzismo, e pochi minuti più tardi, alle 10 e
15, con sua enorme sorpresa, la centrale dei Daily Action registrò 100mila
chiamate. Erano state automaticamente inoltrate ai parlamentari, inondando le
loro segreterie telefoniche. Pochi giorni dopo la rivelazione di Laura, le
strade di Washington, attorno anche alla sua casa, come di tutte le altre città
americane, si sarebbero riempite di persone organizzate allo stesso modo, nella
catena di Sant'Antonio elettronica, senza che fossero state necessarie
riunioni, meeting, assemblee, liti, gerarchie. Chiunque, da casa, camminando
per strada, in auto con il vivavoce, può registrare una comunicazione, un
avviso, una protesta che potrebbe riprodursi all'infinito e raggiungere i
parlamentari per mettere loro il fuoco sotto la coda. È stato il meccanismo
usato per mandare davanti agli aereoporti internazionali migliaia di persone
indignate per l'ingresso vietato a viaggiatori con i documenti in perfetto
ordine, Avvocati sono stati allertati, giudici, come Ann Donnelly, magistrata
federale a Brooklyn che per prima avrebbe congelato temporaneamente l'ordinanza
presidenziale, sono stati buttati giù dal letto o strappati al tavolo della
cena, per tenere udienze. Quanto questo possa servire a limitare l'azione della
Presidenza Trump, a far riflettere deputati e senatori, resta da vedere, e
queste mobilitazioni si scaldano con la stessa rapidità con la quale si
raffreddano. Ma molte Laura Moser hanno provato l'emozione di far parte di
qualcosa, il conforto di non sentirsi sole e impotenti. Lei stessa ha avvertito
chi l'ha intervistata che, in mezzo a tutto il trambusto e l'agitazione,
Cookie, nel suo felino cinismo, ha continuato a dormire.
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