"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

giovedì 7 novembre 2024

MadeinItaly. 39 “Spigolature”.

 


Nel 1897 H.G. Wells scrive un romanzo famoso, "L'uomo invisibile", dove il solito scienziato troppo ambizioso scopre il segreto dell'invisibilità con conseguente catastrofe. Come ricordò Beniamino Placido, Wells fece anche una profezia, immaginando il Novecento come «un secolo di uomini invisibili, che spargeranno il terrore». Placido sottolineò dunque che la capacità di prevedere l'orrore del tempo non appartiene solo all'alta letteratura e ai demoni di Fédor Dostoevskij, ma anche a un «libriccino popolare» scritto in linguaggio semplice. Ed è verissimo. Però Placido lo sosteneva negli anni Ottanta del secolo scorso, quando il linguaggio semplice era quello de "Il nome della rosa" di Umberto Eco, che cita subito dopo. Oggi quel libro sarebbe pacificamente dichiarato incomprensibile come qualsiasi discorso un po' più complicato di un tweet di Matteo Salvini.  (…). …la cosa preziosa di oggi è "La strada oltre il muro" di Shirley Jackson, (…): in pratica, è la descrizione della vita in un sobborgo americano, Pepper Street, dove gli abitanti si concentrano sulle minuzie, sul pettegolezzo, sulla difesa di un mondo piccolissimo, senza rendersi conto che su di loro sta addensandosi una sciagura, che puntualmente si verificherà. E si sarebbe anche stufi di predirle, le sciagure, come ha fatto Wells in un tempo lontanissimo. (Tratto da “La supercazzola dà una via di fuga al ministro Giuli” di Loredana Lipperini pubblicato sul settimanale “L’Espresso” del 18 di ottobre 2024).

Spigolature” 1 “Odiatore h24” di Massimo Giannini pubblicato sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del primo di novembre 2024: Ma che incubo deve essere, la giornata tipo dell'eroico Matteo Salvini?  Provate a mettervi nei suoi panni. La mattina si sveglia, e sa che deve odiare qualcuno.  Sente il Gr1, vice-diretto dalla devota Giovanna Cardone, e non si può trattenere. Violenza sessuale a Pesaro, pare compiuta da un africano? E lui commenta «-58 giorni alla sentenza: condannato o assolto per aver difeso l'Italia?». Non so se lo assiste ancora "La Bestia", cioè la fabbrica di popolarità social inventata dal solerte Luca Morisi, il vulcanico domatore di consensi che monitorava minuto per minuto "l'infosfera globale" (perdonate l'ennesima citazione dal Devoto-Giuli) e sfornava per conto del suo principale ogni tipo di junk-food digitale gradito all'intestino della Rete: post, tweet, meme, foto, video. Tutto, purché riflettesse il peggio del peggio e lo riciclasse su Facebook, Twitter, Instagram, Telegram, attraverso i "hot", i "troll" o le persone in carne ed ossa (tipo il Napalm 51 di Crozza) disposte a mettere la faccia su quella banalità del male. Forse fa da solo, l'indaffaratissimo leader del Carroccio che nei ritagli del poco tempo che ha deve pure fare il vicepremier e il ministro. Ma nonostante i tanti impegni, la salviniana fucina delle cattiverie lavora a buon regime. A parte i gattini e la Nutella, i casti baci e i red carpet con la fidanzata, per il resto è sempre il solito rancore travestito da senso comune. Prima di pranzo il Capitano leghista vede il Tg1, diretto dal fedele Chiocci, e sa che deve continuare a odiare qualcuno. Muore un giovane maliano alla stazione di Verona, sparato a bruciapelo da un poliziotto perché brandiva un coltellaccio da cucina? E lui cinguetta "non ci mancherà". Poi, a Milano, un ragazzo della stirpe italica rapina i gratta e vinci in un negozio e viene ucciso a forbiciate dai due tabaccai cinesi, e lì ovviamente Matteo tace: nessuna invettiva contro la vittima (perché patriota) e nessuna invocazione della sacra legittima difesa per i carnefici (perché stranieri). Mica vorrai fare come ai tempi di Graziano Stacchio, il benzinaio di Vicenza che nel 2015 ammazzò un nomade rapinatore, e la Lega si mobilitò per mesi e mesi? Ogni cattiveria ha la sua corrente (alternata). Ma torniamo alla giornata tipo. Nel pomeriggio Salvini va a Palermo, e sa che deve odiare i magistrati in piazza. Poi, siccome è uomo del popolo, torna a Roma, va a fare la spesa e sa che deve odiare quei due "cani" di bangladini che in frutteria gli incartano un chilo di mele. A fine giornata, siccome è un uomo sensibile, porta Francesca Verdini in pizzeria, e sa che deve odiare quei tre "porci" di egiziani che dietro al bancone gli infornano una margherita e una quattro stagioni. "La Bestia" di Morisi non c'è più, ma il povero Matteo quante altre bestie deve cacciare via da questa giungla tricolore? Poi dice che uno si butta a destra.

Spigolature” 2 “Giudi l’Apostata” di Filippo Ceccarelli pubblicato sullo stesso numero editoriale del settimanale “il Venerdì di Repubblica”: Ma guarda tu i casi della vita! Proprio nei giorni in cui il ministro della Cultura Alessandro Giuli rilanciava la necessità di un «pensiero solare», a pochi passi da casa sua veniva riaperto al pubblico il Santuario Siriaco del Gianicolo, dedicato a Osiride, dio egizio del Sole, che nella Roma del N secolo funzionò come luogo di resistenza dei pagani contro il cristianesimo ormai trionfante. "Figli del Sole", d'altra parte, si designarono nel dopoguerra alcuni discepoli di Julius Evola, teorico della Tradizione e di un fascismo che poco aveva a che fare con Mussolini, inseguendo piuttosto un sistema di simboli e valori che lo precedevano di qualche millennio. Quando il Barone stava per morire, nel 1974, i suoi più fidati adepti lo portarono a braccia davanti alla finestra per l'ultimo saluto al sole, proprio sul Gianicolo. Più che dileggiare l'oscuro frasario giuliesco, risulta arduo inoltrarsi nelle peripezie e diaspore dei "Figli del Sole"; per cui ci si limita a dire che molti degli evoliani, delusi dalle mazzate dai rossi e dalle gravi strumentalizzazioni dal potere, piano piano si ritrovarono tra le accoglienti braccia di Santa Romana Chiesa, assestandosi nell'ambito del tradizionalismo cattolico post-conciliare. Solo pochi e cocciuti spiriti rimasero fedeli all'ispirazione solare, esoterica e paganeggiante, fieri della loro sempre più bizzarra marginalità alimentata in cenacoli pazzerelloni dediti a miti, riti, solstizi, aquile, magie, teosofie, sogni, astri e sacrifici che nel mondo della fiammella suscitavano incomprensione, sgomento e ilarità. È in questi ambienti che negli anni 80, dopo il rilancio della Nuova destra francese, dovette approdare il giovanissimo Giuli, ardente evoliano post-datato, poi brillante giornalista e buffo conduttore di programmi Rai alla ricerca degli italici culti pre-cristiani con piffero catodico, spighe di grano tipo spot e figuranti camuffate da ninfe degli stagni. Per quanto le ideologie siano andate a ramengo, si può comprendere come e perché faccia oggi il fenomeno essendo il primo governante pagano da qualche secolo a questa parte. Con ovvio beneficio d'inventario sia tuttavia consentito di evocare la figura dell'imperatore Giuliano che a metà del III secolo volle ripristinare il culto degli dei e per questo fu bollato come l'Apostata. A dire il vero, fu meglio di tanti altri: era un filosofo, pacificò le Gallie e abbassò le tasse prima di cadere in battaglia, trafitto da un giavellotto, a 32 anni, dopo venti mesi di regno. Eppure quando volle richiamare in vita gli dei dell'Olimpo, ha scritto Elemire Zolla, «se li vide stanchi, umbratili». E anche al Santuario Siriaco del Gianicolo stanno per rinchiudersi i cancelli per via dei lavori finanziati dal Pnnr.

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