"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

sabato 23 novembre 2024

CosedalMondo. 20 «Elon è un "uomo-bambino il suo umore passa ciclicamente dalla luce alle tenebre, dal melodramma alla stravaganza"».


Quel che è giusto, è giusto: pochi meritano l'attenzione di questa rubrica come il neoeletto Presidente degli Stati Uniti. Nessuno come lui può insegnarci cosa sia la sopravvivenza, e non mi riferisco soltanto agli iterati tentativi di sopprimerlo durante l'ultima campagna elettorale, tali da fargli umilmente ripetere che Dio lo avrebbe salvato per affidargli la salvezza del Paese (e del pianeta, va da sé). Al di là dei proiettili evitati per un provvidenziale millimetro, il punto è che Donald è a tutti gli effetti un simbolo della sopravvivenza, potendo vantare d'esser passato indenne da condanne, procedimenti giudiziari d'ogni genere, fallimenti, gogne mediatiche e via elencando, in un susseguirsi di episodi che avrebbero spazzato via dalla circolazione anche Captain America. Niente, ogni volta egli schiva l'ostacolo e ricomincia la corsa, incredibilmente incassando il consenso sempre più esagitato di chi coglie in queste plurime resurrezioni lo stigma di una natura semi divina, pari a quella che voleva Achille invulnerabile perché immerso dalla madre nell'acqua dello Stige. Certo, Achille aveva un paio di millimetri di debolezza nel famoso tallone, mentre Trump ne sembra elettoralmente privo, destinato a sorridere a favore d'obiettivo qualunque sia la sciagura che ne insidia il regno come la peste con Edipo (e a proposito di peste, non bastò a fermarlo neanche la pandemia di Covid, da lui gestita malissimo fra appelli stregoneschi a ingurgitare disinfettanti e attacchi contro la comunità scientifica). Ma in fondo sorprende fino a un certo punto, se si ha memoria di tanti altri casi di tiranni iper-sopravviventi, a partire da Mitridate re del Ponto che non solo si era reso immune ai veleni, ma sembrava ai romani invincibile, cosicché riuscì a lasciarsi alle spalle per quattro decenni ogni inutile tentativo di abbatterlo. E forse Napoleone non si definiva invulnerabile nel famoso Mémorial de Sainte-Hélène? Mussolini sopravvisse a numerosi attentati, come d'altra parte Hitler e come Stalin, secondo un copione che trova il suo apice nel tiranno del Togo che fece distribuire album a fumetti sulle proprie capacità supereroiche di avere la meglio su cospiratori e assassini. È insomma il mito del corpo invincibile del re, unto dall'Altissimo e come tale sottratto ad ogni umana trappola, che anzi ne moltiplica l’apoteosi acclarandone l’aureola. O se non l’aureola, la folta capigliatura arancio-bionda che ne fa le veci.
(Tratto da “Ma quale sarà il tallone di Donald Trump?” di Stefano Massini pubblicato sul settimanale “Robinson” del quotidiano “la Repubblica” del 17 di novembre 2024).

IlNuovoCheRitorna”. “Musk, il Peter Pan digitale: la genialità di un bullizzato” di Virginia Della Sala pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 21 di novembre 2024: (…). L'infanzia è in Sudafrica, dove i suoi nonni si sono trasferiti portandosi dietro un monomotore su cui voleranno in lungo e in largo e su cui il nonno perderà la vita. Il padre "smanetta" con gli smeraldi, le versioni sulla reale ricchezza della famiglia e la legalità delle operazioni è ancora un mistero. Certo, tra i ricordi di Musk ci sono la settimana in ospedale e decenni di chirurgia plastica dopo essere stato picchiato dai bulli (prima che diventasse grande e grosso e capisse che bastavano due sberle a rimetterli a posto) e le vessazioni del padre "volubile e bugiardo" deluso per la sua debolezza ("Sei idiota e non vali niente"). Ma anche la violenza del Paese, i cadaveri in strada da scavalcare per andare a un concerto contro l'apartheid. Elon è un "uomo-bambino – (…) - il suo umore passa ciclicamente dalla luce alle tenebre, dal melodramma alla stravaganza". Razzi e uova di Pasqua. Fa presto esperimenti con "razzi ed esplosivi" controllato da governanti disattente. Si perde nei suoi pensieri: gli insegnanti credono sia ritardato, i genitori sordo. È determinato ma anche solo. E non controllato. In viaggio, a 10 anni lui e i fratelli sono liberi di girare soli per Tokyo. Poi i libri. "È stato solo leggendo che ho appreso che la gente non sempre dice quello che intende dire", racconta. Accompagna i turisti per safari imbracciando un fucile, cresce in una combriccola di fratello e cugini, mentre si appassiona alla fisica e alla chimica, li convince a piccole imprese imprenditoriali, come la vendita di uova di Pasqua porta a porta artigianali "per finanziare futuri capitalisti" è il loro slogan. Il torneo degli idioti. In un viaggio in America scopre i videogame (ancora oggi la sua idea di "pausa" dal lavoro), in un secondo momento come "truccarli" per giocare senza pagare. A un certo punto si iscrivono a un torneo di un gioco di ruolo; sono i più giovani. Il Dungeon Master assegna loro la missione: salvare una donna scoprendo chi è il cattivo. Elon lo guarda e dice: "Credo che sia tu il cattivo". Aveva ragione e il gioco, che sarebbe dovuto durare qualche ora, terminò subito. "Erano un branco di idioti - ha spiegato - Era così evidente". Libro galeotto. A scuola va bene ma non eccelle, la fisica è la sua passione. Subisce il fascino dei supereroi per la loro "vocazione umanitaria" a voler salvare e migliorare il mondo anche se in mutande. Ogni volta che dovrà prendere una decisione cercherà il valore aggiunto per l'umanità. Uno dei libri che trova nell'ufficio del padre parla delle grandi invenzioni del futuro. "Lo leggevo e rileggevo". Dentro c'è anche l'idea di un razzo a motore ionico con particelle anziché combustibile liquido. Pensa per la prima volta ai viaggi su altri pianeti. Il primo pc. Quando ha 11 anni vede in vetrina un computer. Il padre non vuole comprarglielo. Con lavoretti saltuari mette i soldi da parte e fa in tre giorni, senza dormire, il corso di programmazione incluso. Convince il padre a iscriverlo a un convegno universitario, il padre ottiene uno sconto speciale per le ultime file. Quando va a riprenderlo lo trova a parlare con tre docenti universitari. "Bisogna procurare a questo bambino un computer nuovo, dice uno di loro. Telefonate a casa. A l7 anni si trasferisce in Canada. Con il fratello Kimbal frequenta il Queen's college. I due hanno una peculiare routine. Leggono il giornale e scelgono il personaggio che ritengono più interessante. Poi Kimbal gli telefona e cerca di ottenere un incontro.  Finiranno così a pranzo (dopo l'acquisto di un completo in saldo) con Peter Nicholson, responsabile della pianificazione strategica della Scotiabank, che tra conversazioni su fisica, filosofia e universo, invita Elon direttamente nella sua squadra di pianificazione strategica. In seguito, il tirocinio alla banca gli chiarirà le idee sui sistemi bancari e su cosa non vada. Sarà poi proprio Nicholson a spingerlo a cavalcare il momento d'oro delle dotcom. L’unico. Trai vari tirocini di Musk c'è anche quello a Rocket Science, piccola azienda di videogame di Palo Alto. È arrivato finalmente in America. Quando chiede un lavoro estivo, gli sottopongono un problema ancora irrisolto. Musk è l'unico che ci riesce, ma lo fa chiedendo aiuto agli hacker che frequentano i forum di discussione online. "Nessuno degli ingegneri di più alto livello del gruppo era riuscito a venire a capo del problema, mentre io lo risolsi in due settimane". Rifiutò però il lavoro a tempo determinato con i videogiochi. "Volevo avere un'influenza maggiore sulla società", ammette. Party animal. L'affitto della casa di Filadelfia, quando si trasferì all'Università della Pennsylvania al terzo anno, la pagava organizzando grandi party, anche da 500 persone. A 5 dollari a ingresso. Aveva insonorizzato e coperto le finestre, comprato una testa di cavallo metallica con dentro luci rosse. Lui rimaneva sempre sobrio, dice, il suo socio no. Da 4 a 5 marce. Intorno ai 20 anni, Musk possiede una vecchia Bmw 300i. La macchina ha però una trasmissione a quattro marce, ma lui decide di modificarla. Con ricambi e olio di gomito, la macchina diventa a cinque marce. "Alla fine la macchina lo mosse eccome, il culo!" ha raccontato. Il finto server. In quegli stessi anni con il fratello fonda la Zip 2, inventa il modo di associare le Pagine Gialle alle mappe navigabili. L'idea gli era venuta ascoltando un dirigente dell'azienda parlare di innovazione all'ultimo anno dell'università e capendo che però non aveva idea di come innovare davvero. Internet era la soluzione. Appena la notizia della nuova compagnia si diffuse, iniziano ad arrivare i fondi di investimento. Elon e Kimbal però sono squattrinati e comprano allora un enorme armadio a torre in cui inseriscono uno dei loro piccoli computer, nella speranza che i visitatori pensassero che avevano un server gigantesco. "Ogni volta che gli investitori venivano da noi - racconta Kimbal - mostravamo loro la torre e ridevamo, perché vedendola credevano che facessimo chissà cosa". Il Letterman e la storia. Il weekend prima di una importante presentazione dell'azienda, Kimbal decide di andare a Toronto dalla madre, ma viene fermato perché non ha il permesso di lavoro. Si fa allora venire a prendere da un amico e si fa accompagnare in macchina oltre il confine, dove dice a un funzionario che vuole andare a vedere il David Letterman Show. Funzionò. Il primo investimento sull'azienda fruttò loro 30 mila dollari a testa, che Elon spese per una Jaguar del 1967. Dalla vendita di Zip2 ricaverà poi 22 milioni, che reinvestirà su X.com (poi diventata Paypal). Continuerà sempre a investire sulle sue idee.

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