“Siamo alieni sbarcati sulla Terra”, testo di Jeremy Rifkin pubblicato sul settimanale “L’Espresso” del 27 di settembre 2024: Che cosa accadrebbe se un giorno dovessimo svegliarci - tutti noi, 8 miliardi di persone - e ci rendessimo conto che il mondo in cui viviamo, di cui facciamo esperienza e a cui siamo profondamente affezionati sembra essere divenuto stranamente alieno, come se fossimo stati tele-trasportati in qualche altro remoto pianeta dove i segni identificabili mediante i quali siamo giunti a comprendere la nostra esistenza fossero semplicemente scomparsi, al pari del nostro senso di iniziativa? Oggi questa terrificante eventualità è molto reale. Tutto ciò che pensavamo di sapere sulla nostra casa nell'universo ora sembra sbagliato. Tutti i segni familiari a cui siamo stati legati, e che ci comunicavano un senso di appartenenza e di orientamento, sembrano essere svaniti in un soffio. In loro assenza, siamo noi a sentirci espropriati e sperduti sul nostro pianeta. E ciascuno di noi, a suo modo, è spaventato e incapace di immaginare dove sia possibile rivolgersi per trovare conforto e una maniera di intervenire. Che cos'è accaduto per farci sentire degli alieni nel nostro piccolo angolo di universo? È difficile da ammettere, ma per molto tempo - almeno per gli ultimi sei millenni di quella che ci siamo abituati a designare come «civiltà» - abbiamo frainteso la natura stessa della nostra esistenza e ciò a cui dobbiamo la nostra sopravvivenza. Per dirla senza giri di parole, la nostra specie, in particolare nel mondo occidentale, si è convinta che viviamo su una Terraferma, una lussureggiante distesa verde di solido suolo su cui stiamo e prosperiamo, e che definiamo la nostra casa nell'arena cosmica. Tale percezione spaziale fu sconvolta il 7 dicembre 1972. L'equipaggio del veicolo spaziale Apollo 17, durante il viaggio verso la Luna, scattò da una distanza di circa 45.000 chilometri un'istantanea della Terra che mostrava la vivida e nitida immagine di una splendida sfera blu illuminata dal Sole, inducendo l'umanità a cambiare il modo in cui percepiva la propria casa. Quella che tanto a lungo era stata concepita come una lussureggiante e verde Terra si ridusse all'istante a uno strato sottile sulla superficie di quello che era sempre stato un pianeta d'acqua in moto intorno al Sole e, finora, apparentemente unico con le sue molteplici sfumature di blu nel nostro sistema solare e, forse, nell'intero universo. Il 24 agosto 2021 l'Agenzia spaziale europea introdusse l'espressione «Pianeta Acqua» (Planet Aqua). L'America's National Aeronautics and Space Administration {NASA) si dichiarò d'accordo, affermando sul proprio sito web che, «guardando la nostra Terra dallo spazio, è evidente che viviamo su un pianeta d'acqua». Di recente, il nostro pianeta d'acqua è diventato l'argomento centrale delle conversazioni tra le pareti domestiche, nei nostri quartieri e nelle nostre comunità, nelle stanze dei governi, nel mondo dell'industria e nella società civile. Ciò è dovuto al fatto che l'idrosfera planetaria si sta rinaturalizzando in modi che soltanto qualche anno fa sembravano inconcepibili, portandoci alle soglie della sesta estinzione della vita sulla Terra. Gli scienziati ci dicono che oltre il 50 per cento delle specie presenti sul nostro pianeta sono attualmente a rischio di estinzione entro i prossimi ottant'anni, molte nell'arco di vita dei bambini di oggi. Si tratta di specie che abitano la Terra da milioni di anni. Il nostro clima si sta riscaldando per effetto delle emissioni nell'atmosfera di gas responsabili del riscaldamento globale: C02, metano e protossido di azoto (N2O). Ecco perché l'idrosfera del pianeta ne è influenzata. Ogni grado Celsius di aumento della temperatura sulla Terra causato dalle emissioni responsabili del riscaldamento globale produce una più rapida evaporazione dell'acqua dal suolo e dal mare nell'atmosfera e un incremento del 7 per cento della concentrazione di precipitazione nelle nubi, nonché eventi atmosferici di violenza esponenzialmente crescente - freddo polare d'inverno, che porta con sé intense correnti atmosferiche e nevicate colossali, massicce inondazioni primaverili, prolungate siccità estive, letali ondate di calore e incendi incontrollati, catastrofici uragani e tifoni autunnali -, ciascuno dei quali devasta gli ecosistemi del pianeta, con perdita di vite umane e di vite delle creature nostre compagne, oltre alla distruzione dell'infrastruttura sociale. Ecco un sintetico elenco dei danni provocati finora. Dà senz'altro da pensare, ma va esaminato attentamente, se vogliamo scrollarci di dosso il diniego, il torpore o, peggio ancora, lo sconforto.
· Oggi, 2,6 miliardi di persone sono alle prese con stress idrico elevato o estremo. Entro il 2040 un totale di 5,4 miliardi di persone - oltre metà della popolazione mondiale prevista - vivranno in 59 Paesi alle prese con stress idrico elevato o estremo.
· 3,5 miliardi di persone potrebbero soffrire di insicurezza alimentare connessa all'acqua entro il 2050, con un incremento di 1,5 miliardi di persone rispetto a oggi.
· Nel corso dell'ultimo decennio il numero dei conflitti e degli episodi violenti connessi all'acqua è aumentato del 270 per cento a livello mondiale.
· Un miliardo di persone vivono in Paesi che, con ogni probabilità, non saranno in grado di mitigare le nuove minacce ecologiche e di adattarvisi, il che entro il 2050 creerà condizioni favorevoli a spostamenti in massa di popolazioni e a migrazioni climatiche forzate.
· Le alluvioni sono state la catastrofe naturale più comune dal 1990, rappresentando il 42 per cento delle catastrofi naturali registrate. L'evento più grave in Cina sono state le inondazioni e le frane del 2010, che hanno prodotto 15,2 milioni di sfollati.
· Le alluvioni sono inoltre drasticamente aumentate di intensità in tutta Europa, fino a costituire il 35 per cento delle catastrofi registrate nella regione, e si prevede che siano destinate ad aumentare.
· Siccità, ondate di calore e massicci incendi incontrollati si stanno moltiplicando in ogni continente, devastando gli ecosistemi e distruggendo infrastrutture in tutto il mondo.
· Nella tarda primavera del 2022, «siccità da gravi a estreme» hanno colpito il 32 per cento degli Stati Uniti contermini (cioè con l'esclusione di Alaska e Hawaii). Nel 2023, 1,84 miliardi di persone - quasi il 25 per cento dell'umanità - vivevano in paesi alle prese con grave siccità. L'85 per cento delle persone colpite dalla siccità risiede in paesi a reddito basso o medio.
· Temperature record comprese tra 43 e 50 °C sono state raggiunte in ogni parte del pianeta. Il 9 luglio 2021, nella Death Valley californiana si sono toccate punte di 55 °C. Persino l'Antartide ha stabilito un primato assoluto di 18 °C, in un'ondata di calore verificatasi nell'aprile 2021. Gli anni tra il 2015 e il 2021 sono stati i più caldi mai registrati. Questo record fu battuto due anni dopo, nel luglio 2023, quando il pianeta conobbe i tre giorni consecutivi più caldi mai registrati.
· Nei primi nove mesi del 2023, 44.011 incendi hanno bruciato circa 948.000 ettari di terreno negli Stati Uniti. I disastrosi effetti di tali incendi sono stati eclissati nel 2023 dalla distruzione totale a opera delle fiamme, in sole sei settimane, di oltre 18 milioni di ettari di foreste boreali in Canada. Poiché queste foreste contengono il 12 per cento della massa totale di carbonio fissato al suolo sul pianeta, la sua liberazione in un incendio di grandi dimensioni equivale a 36 anni di emissioni globali di carbonio dovute all'uso di combustibili fossili.
· Il fumo prodotto dagli incendi canadesi causò un tale inquinamento dell'aria che il cielo sopra New York diventò arancione, mentre la qualità dell'aria fu giudicata la peggiore della Terra, seguita da quella di Chicago, di Washington e di altre città, e milioni di persone furono invitate a non uscire di casa.
· 19 Paesi rischiano gli effetti dell'innalzamento del livello del mare, con il 10 per cento almeno della popolazione di ciascuno di essi potenzialmente esposto a tali effetti. Ciò avrà conseguenze significative per le aree costiere basse della Cina, del Bangladesh, dell'India, del Vietnam, dell'Indonesia e della Thailandia nei prossimi tre decenni, oltre che per città con un numero cospicuo di abitanti come Alessandria d'Egitto, L'Aia e Osaka.
· Entro il 2050, 4,7 miliardi di persone risiederanno in Paesi soggetti a minacce ecologiche gravi ed estreme.
· Gli scienziati comunicano l'allarmante scoperta che lo scioglimento delle calotte glaciali polari e dei ghiacciai di montagna, unito all'estrazione di volumi senza precedenti di acqua pompata dal sottosuolo per l'irrigazione e il consumo umano, hanno modificato il modo in cui la massa idrica è distribuita nel pianeta e alterato la rotazione della Terra sul suo asse, con incalcolabili implicazioni per il futuro della vita.
· In alcune regioni i livelli di ossigeno presente negli oceani sono precipitati in seguito al cambiamento climatico anche del 40 per cento.
· Entro il 2050 il 61 per cento di tutti gli sbarramenti idroelettrici del pianeta sarà in bacini fluviali a «rischio molto elevato o estremo di siccità, di inondazioni o di entrambe le cose».
· Il 20 per cento della quantità totale di acqua dolce rimasta sulla Terra si trova nei cinque Grandi Laghi interconnessi del Nordamerica.
· La Banca mondiale riferisce che «negli ultimi cinquant'anni l'acqua dolce pro capite è diminuita della metà».
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