"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

domenica 27 agosto 2023

ItalianGothic. 71 Chiara Saraceno: «I poveri sono imbroglioni, nullafacenti, non vogliono lavorare, però mangiano bene».


«Sapete quanto me ne frega di sapere a quanto ammonta l'indennità di Fassino?  Niente.  Idem per lo stipendio di ogni politico. L'idea giacobina dei grillini, secondo cui i politici sono pagati troppo, è sbagliata di fondo. Il problema non è quanto li paghiamo, ma il loro operato; e quello è così delicato, comporta così tante responsabilità, che giustamente dovrebbe valere oro. Solo che scoccia sapere quanto in alto nella società siano arrivate persone di dubbie qualità morali e professionali. Ne abbiamo schiere, non ne cito per paura di querele (la querela è veramente un mezzuccio, una roba da permalosi. (…). Il problema è che come per tutti i lavori in cui si ha a che fare con il bene collettivo, non sono richiesti degli standard morali da rispettare. Questo è il limite della democrazia, è in mano all'uomo. Teoricamente il politico dovrebbe essere buono, competente, votato al bene collettivo. Vi sfido: fate il conto e mettete assieme dieci nomi di politici italiani attuali che corrispondono a questi requisiti. Difficile, eh? Quando parlare di politica diventa parlare di politici è qualcosa che rovina le giornate. Se prima uno ti stava simpatico, ci parli di politici e tutto il buono che c'era viene spazzato via. Chiunque crede a qualsiasi sciocco. Tutto è polarizzato, le squadre avversarie si identificano completamente con il proprio rappresentante, non c'è più spirito critico, hanno tutti ragione. È tifo. E poi i politici di oggi sono veramente impresentabili, con Instagram e Twitter fuori controllo ti fanno rimpiangere la Prima Repubblica, i poteri occulti e i grandi vecchi tipo Andreotti; quando si stava peggio; Moro che andava in spiaggia con la giacca e la cravatta. Passatismo? Ok, ci sta. Però non è vero che siamo tutti uguali, che fare il politico è un mestiere che deve essere pagato come qualsiasi altro. Francamente preferivo la monarchia, si l'ho detto. Un re mi permetterebbe di fare la mia vita da suddito - quale sono - in santa pace, invece mi devo prendere lo sbattimento di ascoltare politici meteore che si alternano all'infinito e non risolvono niente. Ma soprattutto devo capire cosa dicono veramente in mezzo a tutto il loro darsi arie e ciarlare e nel caso votarli, quando invece sono troppo impegnato: cerco di stare a galla, lavorare, pagare le tasse, le multe (a proposito, una bestialità che non si può dire a voce alta: grazie a quei veri patrioti che hanno sabotato l'autovelox a Padova da 24 mila multe l'anno. Finalmente un gesto del popolo per il popolo, questo sì un gesto politico) e dormire. La politica non è fatta per gli esseri umani, sono troppo corruttibili, troppo imperfetti, troppo invidiosi. Dovremmo farci commissariare da Paesi moralmente più elevati tipo quei posti del Nord Europa tutti ordinati, oppure delegare l'amministrazione pubblica a un'intelligenza artificiale. Sarebbe questo un buon lavoro per le macchine, che lascino a noi la manodopera in cui eccellevamo, mentre oggi non sappiamo più fare niente. Imperturbabili, senza sentimenti, senza ego, ecco la soluzione. Non lo facciamo solo per un motivo, ovvero che quando cercheremmo di spegnerle si sgamano le nostre malefatte, quelle imiterebbero Hal 9000, il cornputer di "2001: Odissea nello spazio", che fa i fuori gli astronauti». (Ray Banhoff in “Non mi interessa il loro stipendio ma ciò che fanno” pubblicato sul settimanale “L’Espresso” del 20 di agosto 2023).

“Lollo, il cibo dei poveri e l’Italia come Subiaco”, testo di Marco Palombi pubblicato su “il Fatto Quotidiano” di ieri, 26 di agosto 2023: È il ministro della sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, marito e cognato di, e la definizione del suo dicastero deve ronzargli in testa ogni volta che deve parlare in pubblico. Aggiungete che la sua padronanza dell'italiano – rectius: la sua sovranità sulla lingua madre o, meglio, matrigna - è quella che è: il nostro è più versato nella pur importante dialettologia sublacense che nella lingua di Dante (scrittore di destra, com'è noto). Ecco spiegato lo spettacolo infelice che il nostro ha messo in scena (…) al meeting di Cl a Rimini. Incipit: "In 1talia abbiamo un'educazione alimentare interclassista" (?). Svolgimento: "Spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi perché cercando dal produttore l'acquisto a basso costo comprano qualità". Divagazioni di un uomo che è sceso da tempo dai Monti Simbruini per viaggiare: "Negli Stati Uniti c'è una divaricazione sociale tra chi mangia bene, come noi, ed i poveri, o meglio le classi meno agiate, che vengono rimpinzate". Addendum scientifico dei funzionari ministeriali: negli Usa c'è "una divaricazione anche dello stato fisico delle persone, con un sovrappeso che arriva al 77% contro il 36% della media Ue". Chiusa d'alta filosofia: "Difendere il buon cibo, la qualità, è anche una questione di civiltà". Questa cosa che "spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi" ha mandato in paranoia alcuni, specie quelli del Pd che della categoria hanno un'idea astratta: "Volgari provocazioni". Ma cosa voleva dire il povero Lollo per sponsorizzare la dieta mediterranea, il motivo per cui ha aperto bocca? Che in provincia - l'Italia di Lolla è una grande insalatiera di ottomila Subiaco- si va a comprare dai produttori, nei mercati locali e che quindi la qualità del cibo è alta anche pagando poco, mentre gli americani si mangiano quel che decidono Walmart e McDonald's. E i ricchi? Mangiano peggio perché nell'Italia di Lolla i ricchi si nutrono solo di diavolerie etniche nelle loro terrazze romane da cui non si vede manco Arcinazzo. È il ministro del piccolo mondo antico, ma non è cattivo, è solo di Subiaco.

“Visione ignorante: stereotipi del governo verso i più bisognosi”, intervista di Leonardo Bison alla sociologa Chiara Saraceno - dell'Università di Torino - pubblicata sulla stessa edizione de’ “il Fatto Quotidiano”: (…). "Mi sembrano solo frutto di superficialità e ignoranza. Se non le avesse dette un ministro, sarebbe una perdita di tempo commentare simili stupidaggini".

I poveri quindi non mangiano spesso meglio dei ricchi? “Guardi, ma neanche nel passato contadino, quando le città erano molto più piccole, i contadini mangiavano meglio: coltivavano e vendevano. C'erano malattie, come la pellagra, indice di cattiva alimentazione. E oggi? I poveri non possono permettersi la famosa dieta mediterranea, quella che credo avesse in mente il ministro. Che non è fatta solo di pastasciutta, ma anche di carne, olio, proteine nobili. La frutta e la verdura sono ormai carissime”.

Perciò il ministro ha detto una falsità. “Tecnicamente sì, basta guardare le mappe della diffusione dell'obesità infantile, sono sovrapponibili alle mappe della povertà. Per necessità, e a volte anche per cattiva informazione, statisticamente chi ha meno mangia peggio e quindi sta peggio, lo dicono tutti gli indicatori, anche quello sulla durata della vita. Se hai poco è complicato, soprattutto in città: ci si sfama con cose che riempiono, che ti fanno sentire sazio, e che costano poco”.

Per Lollobrigida in Italia c'è un'educazione alimentare interclassista. “Su che base lo dice? I bambini al nido, poi alle scuole elementari, vengono educati a mangiare bene? Il tempo pieno con una mensa e qualità dove si fa anche educazione alimentare è garantito a tutti? Non mi risulta, solo a una minoranza con grandi differenze territoriali. Siamo nello stereotipo. Forse aveva in mente l'educazione familiare ma ancora una volta dipende anche dalle risorse disponibili. Guardi, questo governo, sui poveri...”.

Che idea si è fatta? “Ha una visione strana. I poveri sono imbroglioni, nullafacenti, non vogliono lavorare, però mangiano bene. Sembra che m Italia sia meglio essere poveri, anzi tagliamogli la sanità che non ne hanno bisogno”.

Ignazio La Russa ha difeso ministro: "La pasta alla norma è più buona e salutare di pietanze costose".

“Come se i poveri potessero mangiare sempre pasta alla norma. Se fosse come dicono loro, saremmo pieni di ricchi con la gotta a causa di un'alimentazione peggiore. Ne mi pare però”.

Di cosa ci sarebbe bisogno, per quanto riguarda l'educazione alimentare? “Anzitutto di asili nido e almeno un pasto di qualità garantito per tutti durante l'infanzia. E invece questi servizi spesso non vanno ai più poveri e al nido ci si porta spesso omogeneizzati, mi risulta. L'educazione alimentare dovrebbe essere parte integrante dell'istruzione, spiegare alle famiglie ad esempio che la pasta due volte al giorno sia da evitare. E dare un reddito familiare accettabile. Sono tutti piccoli mattoncini”.

Il governo non sembra avere chiaro il problema. “No, però ha preso decisioni dure per le classi più povere, per questo dobbiamo commentare queste parole, che sarebbero sennò se sciocchezzuole da bar. Una dieta sana è difficile da tenere e a oggi costosa. Lo dicono i dati”.

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