"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

giovedì 3 agosto 2023

ItalianGothic. 68 Ernesto Balducci: «Bene hanno fatto gli uomini del potere a non fidarsi di me, che sono sempre stato un cospiratore, ostinatamente fedele a un sogno impossibile».


Ha scritto Tomaso Montanari in “La Madonna di Della Robbia torna a casa dopo 150 anni” pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 31 di luglio 2023: Il bivio indicato nella celebre conclusione de "La città invisibili" di Italo Calvino sembra sempre più atrocemente attuale: "L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio". L'Italia è devastata dal cambiamento climatico e dalla cementificazione e il governo Meloni esclude dal Pnrr i già pochissimi fondi destinati a clima e ambiente. Il governo affonda nella questione morale (dalle menzogne di Santanché all'arroganza machista del clan La Russa) mentre Roberto Saviano viene sbattuto fuori dal servizio pubblico in forza al codice etico Rai (!). La follia del Ponte sullo Stretto (carissimo alla mafia) serve al più indegno ministro della storia repubblicana per insultare Luigi Ciotti, che alla lotta alle mafie ha dedicato una vita. Precipitati in questo inferno, dove cercare qualcosa che non lo sia? Ebbene, fuori dal mondo: ai margini, nelle aree interne, in montagna. Lontano dal potere, vicino all'umanità: usando il tempo liberato dell'estate per liberarsi del carrozzone osceno dei media di regime, first gentleman incluso. Sul Monte Amiata, per esempio. Una terra felicemente sovversiva, come ha esemplarmente ricordato un suo grande figlio, padre Ernesto Balducci: "Le mie radici son rimaste in quell'isola sommersa in cui presi ad elaborare, attingendo alla terra dei padri, la trama simbolica del mio sogno, prima di fare i primi passi nella storia. Anche quando ho messo piede nei palazzi, fosse il Quirinale o il Vaticano, o mi sono seduto in cattedra su tribune prestigiose, mi sono sentito sempre altro, mi sono sentito guardato, mentre mi intrattenevo con la gente del potere o della cultura dominante, con un occhio segreto che mi teneva sotto controllo, impedendomi di civilizzarmi fino in fondo. E bene hanno fatto gli uomini del potere a non fidarsi di me, che sono sempre stato un cospiratore, ostinatamente fedele a un sogno impossibile". (…).

“Meloni piace anche grazie ai suoi ventriloqui alla tv”, intervista di Antonello Caporale al professor Gennaro Carillo – “filosofo della politica, studioso della democrazia antica (con scritti su Platone, Sofocle, Euripide, Erodoto)” - pubblicata sulla edizione de’ “il Fatto Quotidiano” del 31 di luglio ultimo: - Il secondo binario del melonismo, il lato che Giorgia delega ai suoi ventriloqui, è quel vocabolario bellicoso che sazia l’affamato sentimento popolare. Le parole, anche quelle triviali, anche quelle cruente, sono adeguate al registro elettorale della sua parte. Ha di fronte un’opposizione anemica, la “coalizione Pisolo” -. (…). Ma davvero Giorgia Meloni ha bisogno della colluttazione con l’avversario per tenere in alto la sua stella? - C’è un “melonismo” interno che ha disperato bisogno di tenere accesa la fiamma del conflitto politico, a partire dalla costruzione sistematica del nemico. Qui la retorica cambia radicalmente, nel segno dell’incontinenza verbale e dell’inasprimento dei toni. A ragion veduta, perché il consenso a Meloni si fonda in ampia misura su questa retorica, non sulla professione di atlantismo, e ha beneficiato di un rancore e di una rabbia fomentati ad arte nei due anni di pandemia -.

Esiste quindi un secondo binario che attiva e polarizza lo scontro, e i suoi ventriloqui, che paiono agli estranei del sentimento meloniano delle macchiette, sono invece i salariati – anche nella tv di Stato – della fabbrica del consenso della destra. - L’esibizione triviale dissimula una strategia comunicativa precisa. Il cospirazionismo, il negazionismo, le prese di posizione antiscientifiche, in un Paese nel quale la consapevolezza pubblica della scienza è bassissima, non hanno niente di naif. Non dimentichiamo che Trump ci ha costruito un impero, basato su un’onda montante di risentimento e rancore. E che anche l’Italia, con l’assalto alla Cgil, ha avuto la sua Capitol Hill. Mi domando: hanno fatto più morti i distorsori sistematici della realtà, quelli che quotidianamente hanno bombardato i più deboli di messaggi falsi, o le misure anti Covid adottate dai governi Conte e Draghi? -.

Lei pensa che procedere allo stop del reddito di cittadinanza in modo così cruento, sia una scelta ponderatamente aggressiva? Il secondo binario aspetta la ciliegina sulla torta dello scontro perfetto tra chi suda e chi spreca: gli scontri di piazza, magari a Napoli. Eccoli i veri lanzichenecchi! È così? - Il percettore del reddito di cittadinanza non è che l’ultimo nemico pubblico in ordine di apparizione. Basta identificarlo con un parassita, specie se meridionale, e il gioco è fatto. E per qualche giorno i migranti, i rom, Greta e Zaki potranno stare tranquilli. Intanto, i sussidi vengono sospesi e solo in Campania vengono tagliati 600 milioni del Pnrr -.

I giornali, La Verità in testa, e Rete 4, sono i motori del melonismo. C’è poi il compagno della premier e il suo nuovo ruolo di portavoce. Quel che dice lo concerta con la compagna? - Mario Giordano e compagni sono stati le levatrici del melonismo e Rete 4 è stata l’incubatrice e ora il nido amorevole che ne alimenta il consenso, peraltro condannando Forza Italia all’irrilevanza. Ignoro se le sparate di Giambruno siano concordate. Sul momento potranno anche suonare imbarazzanti ma titillano quelle corde negazioniste e antitedesche che sono tra le basi culturali della versione più becera – ma vincente – del melonismo, col cambiamento climatico che ha preso il posto del Covid -.

Lei dice: senza il Covid e senza Rete 4 Meloni sarebbe ancora a fare la nipotina dell’Msi. - In tempo di pandemia Meloni ha accumulato un capitale simbolico notevole. L’opposizione solitaria ha pagato, oltre alla bravura come comiziante. Il teatro degli orrori allestito da Rete 4 e dai giornali compiacenti ha giocato un ruolo di non secondaria importanza. Far passare la disinformazione per controinformazione si è rivelata una trovata efficace, com’era già successo in America con Q Anon (l’attivista americano della cospirazione dell’all right, ndr) -.

Il centrosinistra sembra la coalizione della cattiva coscienza: svogliata, senza grinta, senza idee. - Se l’opposizione feroce paga, governare appaga -.

La chiamerebbe “coalizione Pisolo”. - E logora -.

Sazia per i tanti anni di governo. - L’entusiasmo successivo all’elezione di Schlein si è esaurito. Come sempre, il centrosinistra è impegnato più sul fronte del conflitto interno che su quello di un’opposizione credibile -. Amen.

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