Ha scritto il lettore G. B.: «Nietzsche nell'aforisma 101 di Umano, troppo umano
scrive: "La crudeltà verso gli animali, propria dei bambini e degli
italiani, si riconnette a una incomprensione: l'animale, soprattutto per gli
interessi della dottrina ecclesiastica, è stato posto troppo indietro rispetto
all'uomo". Ma perché gli italiani? Non posso negare che da bambino ho
provato piacere a giocare con le lucertole e uccidere uccellini con la fionda.
Oggi giudico tale comportamento altamente riprovevole, non so bene se per
cultura o per convinzione profonda. O forse sono arrivato a quella fase de
"l'umano troppo umano" che Nietzsche considerava una disgrazia
dell'umanità». Ha
così risposto Umberto Galimberti in “Come
trattiamo gli animali” pubblicato sul settimanale “d” del quotidiano “la
Repubblica” del 19 di agosto 2023: Immagino che Nietzsche, quando parla della crudeltà
verso gli animali con particolare riferimento agli italiani, ritenga che gli italiani
hanno assorbito, più degli altri europei, l'insegnamento della dottrina
cattolica che per secoli ha considerato gli animali privi dell'anima. E anche
se oggi il magistero cattolico ha modificato la sua considerazione del mondo
animale, immodificata resta la netta distinzione tra il destino degli uomini e
quello degli animali, originato dalla fede in una creazione che separa per
sempre gli uni dagli altri. Leggiamo infatti nel Genesi (1, 26): "Iddio
disse: facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza, domini sopra i pesci del
mare, sugli uccelli del cielo, sugli animali domestici, su tutte le fiere della
terra". Nasce da qui quella cultura "antropocentrica", che
caratterizza tutt'ora l'Occidente, che considera l'uomo al vertice del creato,
e perciò legittimato a trattare vegetali, animali e l'intera natura come
qualcosa a sua disposizione, non solo per l'uso ma, come scrive Heidegger, fino
alla sua usura, dimenticando che siamo tutti interconnessi perché, come scrive
il fisico Fritjof Capra: "Nessun organismo può vivere in una situazione di
completo isolamento. Per i loro fabbisogni energetici, gli animali dipendono
dalle fotosintesi delle piante, e queste, a loro volta, dipendono dall'anidride
carbonica prodotta dagli animali (così come dall'azoto che i batteri fissano
alle loro radici) e, nel loro insieme, piante, animali e microrganismi regolano
l'intera biosfera e mantengono quelle condizioni che rendono possibili la
vita". E per quanto per ora ne sappiamo, solo qui e non altrove possiamo
vivere. Mi si dirà che oggi le cose sono cambiate, al punto che l'amore per gli
animali talvolta supera in alimentazione e assistenza sanitaria l'amore che
riserviamo agli umani. Ma è proprio vero? Se penso agli animali sottratti al
loro ambiente naturale e sequestrati negli appartamenti, alimentati con cibi
specificati per ogni determinato tipo di animale, costretto a mangiare sempre
lo stesso cibo, sottoposto a castrazione per evitare che procrei e nel
frattempo insozzi la casa, tutto questo è "amore per gli animali"? Per
non parlare di come si allevano gli animali per la produzione del latte, delle
uova, della carne, dando in pasto farine animali agli erbivori e ai pesci per
accelerarne la crescita, palmipedi inchiodati per l'ingrasso con l'interruzione
del ciclo veglia/sonno, vitelli ingabbiati che non hanno mai visto un prato,
iniezioni a suini e bovini per mandarli in calore più volte all'anno, onde
ottenere una procreazione maggiore che garantisca la sostenibilità delle spese
inerenti al loro mantenimento, con macellazione anticipata per gli esemplari
che più non garantiscono il profitto. Animali trattati come macchine dal momento
che né gli uni né le altre hanno l'anima. Mi si dirà che anche gli animali uccidono
e anche crudelmente. È vero, ma a differenza degli uomini, come ci ricorda
Hegel, gli animali uccidono per nutrirsi, mentre gli uomini uccidono per
ottenere il riconoscimento della loro potenza e della loro superiorità rispetto
al vinto. Eppure "italiano" era anche Francesco d'Assisi che nel
Cantico delle creature chiama fratello o sorella l'acqua, l'aria, la pioggia,
il sole, la luna, le piante, gli animali, estendendo la fratellanza non solo
alla comunità degli uomini, ma a tutte le creature, ognuna delle quali
garantisce la vita alle altre, dal momento che tutte sono reciprocamente
connesse. Ma la sua parola profetica non ha ancora visto la sua attuazione.
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