Sopra. "Uragano" (1515/18) di Leonardo da Vinci.
“Le balle sul clima chiamate verità”, testo di Giovanni Valentini pubblicato su “il Fatto Quotidiano” di ieri, giovedì 10 di agosto: (…). …secondo Terna - la società che gestisce la rete elettrica - il nostro giugno e stato più fresco del 2022 con 2,3 gradi di meno. Ed è vero. Peccato, però, che nello stesso mese la temperatura globale sia stata di oltre un grado superiore alla media del XX secolo pari a 15,5 gradi centigradi. E soprattutto, che la stessa Terna abbia dovuto certificare che il 18 luglio è stato raggiunto un nuovo picco nei consumi elettrici, al di sopra dei 58 GW, avvicinandosi al massimo storico del luglio 2015: segno inequivocabile che l'eccezionale ondata di calore ha costretto i cittadini ad accendere "a palla" condizionatori e ventilatori. Poi è arrivata la Nasa, l'ente aerospaziale americano, ad attestare che giugno e luglio sono stati i mesi più caldi della Terra da secoli. Mentre Copernicus, il servizio climatico dell'Agenzia spaziale europea, ha annunciato che gli oceani stanno diventando "bollenti": la temperatura media della superficie marina ha raggiunto i 20,96 gradi. Ma all'inizio di agosto Belpietro (direttore del quotidiano “La Verità” – come al tempo dei bolscevichi - n.d.r.) ha creduto di prendersi la rivincita con un editoriale intitolato "Il ciclone fantasma svela le fesserie sul clima", scambiando un errore delle previsioni metereologiche per una conferma del negazionismo di cui il suo giornale s'è fatto portavoce. Ora i tornado che nell'ultimo mese hanno colpito due volte la Lombardia e il Veneto non sono evidentemente colpa della Pravda meneghina. Ma i lettori di quel giornale, e più in generale gli abitanti di quelle regioni, hanno avuto modo di verificare direttamente - come già quelli dell'Emilia Romagna, dopo le disastrose alluvioni della prima metà di maggio - gli effetti del cambiamento climatico. E in tutto il Centro-Sud, da Roma in giù, le temperature torride non hanno risparmiato i cittadini né tantomeno i turisti, italiani e stranieri. Ognuno può stabilire, quindi, qual è la "verità percepita", chi la ignora o la nasconde: gli eventi estremi diventano sempre più frequenti e più intensi, in un'escalation che minaccia l'intero pianeta. Chi lo nega, dunque, non fa che alimentare l'indifferenza e accrescere il pericolo. Ormai è un fatto scientificamente accertato che la concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera ha raggiunto il valore di 0,04% (pari a 418 ppm, parti per milione) ed è cresciuta rispetto al livello pre-industriale dello 0,03% (280 ppm). Questo è dovuto alle emissioni di combustibili fossili (carbone, petrolio e gas), bruciati prevalentemente dall'industria, ma anche dai trasporti e dal riscaldamento (o condizionamento) domestico, con il con-corso della deforestazione. Per la FAO, Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, tra il 1990 e il 2020 sono andati persi 420 milioni di ettari di foresta, un'area equivalente a quella dell'UE: riducendo la superficie della vegetazione, si riduce di conseguenza la capacità degli alberi e delle piante di "catturare" l'anidride carbonica. Tutto ciò produce il cosiddetto "effetto serra" intorno al globo terracqueo, facendo aumentare la temperatura e provocando gli eventi atmosferici estremi. "Nel 2022 - afferma Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club - la CO derivante dalla combustione dei fossili e dalla produzione di cemento ha raggiunto il livello di 36,1 miliardi di tonnellate, il 62% in più rispetto al 1990". Nel frattempo, l'Unione europea ha registrato un taglio del 30,4%, ma questo calcolo non tiene conto delle emissioni legate alla produzione di manufatti importati in larga parte dalla Cina. E per l'Italia, nel 2019 le emissioni sarebbero salite a 450 milioni di tonnellate, pari a un +32%. Attualmente, secondo il Kyoto Club, la temperatura della Terra è più alta di 1,1 grado rispetto a quanto fosse alle fine dell'Ottocento e le emissioni continuano ad aumentare. Per mantenere il riscaldamento globale a non più di 1,5 gradi, come previsto dall'accordo di Parigi sul clima, bisogna ridurre le emissioni del 45% entro il 2030 e azzerarle entro il 2050. Ma, purtroppo, gli impegni assunti finora dai governi risultano di gran lunga inferiori: in mancanza di ulteriori interventi, i piani predisposti porterebbero a un aumento dell'11% di gas serra rispetto al 2010. Per affrontare in modo efficace l'emergenza climatica, dunque, è necessario modificare e correggere il modello di sviluppo capitalistico imperniato sull'iperconsumismo, a danno della natura e dell'ambiente. Il che, beninteso, non significa tornare all'età della caverna. Significa piuttosto contenere e modificare i consumi di energia, abbandonando i combustibili fossili, inquinanti e nocivi, a favore delle fonti rinnovabili ovvero pulite: sole, vento, biomasse e quant'altro. È proprio quella che il Next Generation Ue, da cui deriva il Piano nazionale di ripresa e resilienza, intende per transizione ecologica e digitale all'insegna del Green New Deal: una forma di civiltà più equa e solidale. Con buona pace della "verità percepita", la questione riguarda la sopravvivenza del pianeta e del genere umano. Eco-fondamentalisti? Allarmisti, catastrofisti, apocalittici? "Cassandre climatiche"? Sempre meglio che eco-sovranisti o negazionisti del riscaldamento globale: se sbagliano gli ambientalisti, poco male; se invece sbagliano i nemici del clima, non c'è rimedio. È la fine.
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