"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

mercoledì 12 luglio 2023

Piccolegrandistorie. 48 Elena Stancanelli: «Ricominciamo dal mare, dai pesci, dagli uomini e le donne sui barconi, ricominciamo dal Mediterraneo a prenderci cura del mondo».


Ha scritto Ray Banhoff in “Quel miraggio di una giornata di quasi estate” pubblicato sul settimanale “L’Espresso” del 4 di giugno 2023: Eccola, un'altra estate in cui aspettiamo di lavarci le colpe nelle acque del mare e spurgare i problemi sudando e abbronzandoci. Un'altra estate di canicola e uffici con l'aria condizionata a palla, di gente che lavora in pantaloncini e suda nel traffico. Il prezzo della benzina vola sempre altissimo, le bollette non danno tregua, le partite Iva si apprestano a versare contributi sulla base di ciò che hanno guadagnato quest'anno, ma senza alcuna certezza su quello che guadagneranno il prossimo, la scuola sta per finire. C'è troppo caldo, troppa voglia di evadere per preoccuparsi davvero dei problemi seri. E poi c'è l'incantesimo della lentezza che sta per sopraggiungere. L'estate uniforma Nord e Sud in un territorio di stanze afose e negozi chiusi in pausa pranzo, di ventagli che sventolano, di uomini e donne in ciabatte e borsello che cercano l'ombra per la siesta, di turisti che scandiscono «do you speak english» e il barista smarronato che ti chiede «icché ha detto?». Scrivere per me non è mai un problema, ma con questo caldo faccio un po' fatica a concentrarmi. Si può fare una pagina di silenzio? Il silenzio è sacro. Mi chiedo dove trovano la forza quelli che hanno da dire qualcosa tutti i giorni, urlando in tv e litigando e sollevando problemi e questioni, e poi ci arrivo: è il loro lavoro, sono costretti a far rumore per non sparire. Dovremmo imparare a diffidare di più di chi ci vuole dare una verità al giorno. Già sarebbe ottimo digerirne una al mese. Il corpo ha bisogno anche di riposo, di non intossicarsi con le scemenze che dicono i nostri amici e i nostri nemici, soprattutto ora, dopo che la Juventus ha fatto un campionato da incubo, il nuovo governo si è insediato e altri mille problemi, che poi non sono tali, hanno preso posto nella nostra testa mentre invecchiamo, ci innamoriamo e ci lasciamo, abbiamo paura di rimanere soli o di stare in coppia, di dire la verità a qualcuno e di ferirlo. Ora abbiamo solo un miraggio che ci spinge a continuare: le ferie. Guardo il cielo seduto fuori da un bar e mi si avvicina un signore. Abbigliamento tecnico, taglio di capelli militare, un gilet pieno di tasche. Le nuvole fantozziane del weekend per lui paiono qualcosa di più che un caso. «Hai visto? Fanno piovere». Capisco subito il sottotesto: ci sono degli "altri" misteriosi (alieni, governi di malvagi, élite di potenti ecc.) che bombardano le nuvole per far piovere, è una tesi complottista molto in voga. Indomito, inizia una conferenza sui cloni del Papa, di Giorgia Meloni e di altri famosi per poi concludere con i vaccini all'mRna messi di nascosto nel cibo dall'Oms. Che palle, nemmeno un rappresentante porta a porta ci metterebbe tanta energia e io volevo solo fare un aperitivo. Lo semino uscendo dal retro e mi metto su una poltroncina a osservare il tramonto rosa, arancione e blu. Il cielo è striato dalle scie degli aerei vaporose e precise, coreograficamente bellissime. Sembrano gli scarabocchi in cielo di un dio anche lui annoiato. Poi la bellezza mi investe, la potenza dei colori mi abbaglia. Non ho ancora mollato, sono sempre qui e non tiro le cuoia nonostante la vita e gli ostacoli facciano di tutto per sfiancarmi. Proprio come voi. Oggi è festa ed è quasi estate, oggi non voglio sentire parlare di niente, seguo Vasco Rossi: «Oggi non ho tempo, oggi voglio stare spento». A proposito. Quale impressione avranno fatto le notizie riprese da una rivista scientifica e riportate sui quotidiani di ieri secondo le quali nell’estate dell’anno 2022 in tutta Europa ci sono stati ben 62mila decessi per gli eccessi del caldo? E che l’Italia, con i suoi 18mila decessi, ha battuto alla grande tutti gli altri europei nel conteggio finale?  Ecco, quale impressione avran suscitato quei numeri nella canea dei dannati della tintarella? O quelle cifre saranno o sono sembrate a quella canea come ininfluenti, di poco conto? Roba insomma da tirar al meglio la tintarella. Ma ben altro bolle nella pentola fumante che è la Terra. Ne ha scritto Elena Stancanelli in “Pesci fuor d’acqua” pubblicato sul settimanale “d” del quotidiano “la Repubblica” dell’8 di luglio ultimo: Un'artista romagnola mi ha mandato un disegno e una lettera.  Il disegno rappresenta alcuni pesci. Questa è parte della lettera. "Sabato 3 agosto, 2013. Leggo in un quotidiano che dal delta del Po fino a Ravenna è in atto una moria di pesci; 50 km di battigia ricoperta da cadaveri di pesci. Li portano via con i camion. Il mare uccide le sue creature. Ma il mare non c'entra, è la risposta della natura alle azioni aggressive e delinquenziali che gli uomini continuano a perpetrare con accanimento sconsiderato. Mercoledì 7 giugno 2023. Leggo in un quotidiano che è in atto una nuova moria di migliaia di pesci. Riemergono da canali che hanno imbarcato acque inquinate. Ora come allora dovute a inquinanti industriali e a quelli delle monocolture intensive, aumentati a dismisura dalle due alluvioni del mese di maggio, qui in Romagna. È scomparsa la scacchiera dei campi, palafitte e tetti emergono da una palude infetta; è un liquido verde, marrone, nero, che da queste parti non s'era mai visto. Vapori sotterranei assopiti ritornano alla luce, avvolgono vaste zone e le invadono con miasmi che odorano di pesce, di animali morti, di benzina, di concimi chimici, di alghe e di escrementi. Ravenna, dopo Roma, è la città con il suolo più cementificato. Dal centro storico protuberanze cancerose hanno conquistato, conquistano senza sosta, la periferia, la campagna, i fiumi, il mare. Giovedì 8 giugno 2023. Distrutta la diga sul Dnepr, una marea velenosa travolge il sud dell'Ucraina. La fotografia riporta l'immagine di migliaia di pesci morti in acque impregnate di benzina, gasolio, pesticidi, carburanti, sostanze chimiche. E 150 tonnellate di petrolio che sta raggiungendo a grande velocità, le coste del Mar Nero. E nessuno può farci niente perché la fiumana ha depositato nel Mar Nero una quantità enorme di mine". I pesci, ovunque nel mondo - anche perché il mondo se ne frega dei nostri confini - sono nostri parenti prossimi e sentinelle della crisi climatica che avanza. Mangiano la nostra plastica, soffocano. Le orche, animali di speciale intelligenza, avrebbero preso ad attaccare piccoli yacht con una furia che farebbero pensare a una vera e propria rivolta. Adesso basta, ci starebbero dicendo le orche, dovete andarvene, dovete smettere. Mariella Busi De Logu, questo è il nome dell'artista, mi scrive che dobbiamo credere ai pesci, ascoltare la loro sofferenza. Perché i pesci siamo noi con un minuscolo scarto evolutivo. Sono i nostri antenati, vicinissimi. L'alluvione in Romagna è passata, le acque si sono ritirate, arriva l'estate con i festival e la villeggiatura, i lidi, la piadina, Sant'Apollinare... Non c'è tempo da perdere, tocca rimettere tutto a posto. I romagnoli non si sono tirati indietro, li abbiamo visti sgobbare, a testa bassa. Abbiamo elogiato la loro solerzia, la capacità di reagire... E i pesci? Siamo abituati a reagire così, come quando nel 1966, a Firenze, i ragazzi e le ragazze facevano catene lunghissime per passarsi i libri infangati della Biblioteca nazionale. Perché se non si fa così i libri si rovinano per sempre. Ma quando nel 1966 a Firenze, e a Venezia, l'acqua si prese la città, nessuno dette la colpa alla natura. C'erano dighe da aggiustare, argini da sistemare. Era ancora un tempo nel quale pensavamo di poter rimettere tutto a posto. E ci siamo anche riusciti, da allora l'Arno è rimasto tranquillo nel suo alveo grazie ai nostri sforzi. Perché adesso non è più così? Perché non riusciamo più a prenderci davvero cura del mondo e l'unica cosa che riusciamo a dire è che dobbiamo farci da parte? Siamo, forse, diventati tutti scemi? Leggo le parole di Mariella Busi De Logu e penso che una buona idea potrebbe essere: ricominciamo dal mare. Non permettere che si riempia di cadaveri, non farlo diventare il luogo della nostra cattiva coscienza. Ricominciamo dal mare, dai pesci, dagli uomini e le donne sui barconi, ricominciamo dal Mediterraneo a prenderci cura del mondo.

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