"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

sabato 29 luglio 2023

MadreTerra. 14 Vite “diseducate” alla Natura.


Ha scritto Enzo Bianchi in “Gustare il silenzio” pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del 24 di luglio 2023: (…). Se le vacanze sono occasione di alterità, possibilità di comportarsi altrimenti rispetto alla routine dei giorni, allora anche la ricerca di tempi e luoghi silenziosi ha senso: si tratta di tralasciare sia di ascoltare sia di dire le troppe parole che riempiono abitualmente le nostre giornate.

Così scopriamo che il silenzio è dentro di noi! Sappiamo che ci sono silenzi negativi che sono portatori di tristezza, sofferenza e cattiva solitudine, ma resta vero che il silenzio è una dimensione essenziale del nostro vivere, necessario per la qualità umana della nostra relazione con gli altri. C’è un tempo per parlare e uno per fare silenzio ammoniva già Qohelet, e la sapienza orientale sentenzia: “Chi è sapiente sa quel che dice, chi è stupido dice quello che crede di sapere!”. E perché fare silenzio? Innanzitutto per far parlare il silenzio: la parola deve sgorgare da un silenzio che la pensa, la discerne, la dice consegnandola ad altri. Solo se la parola proviene dal silenzio è percepita come carica di autorevolezza. Attraverso la pratica del silenzio noi impariamo ad ascoltarlo e a dominare la nostra parola: la rendiamo parola ospitale, dialogica, mite, sottraendola all’aggressività di quando è generata solo dalle nostre pulsioni e dai nostri sentimenti. Sono questi ultimi, infatti, che possono generare la parola violenta. Chi sperimenta il silenzio si accorge ben presto che questo gli consente di accedere a nuovi modi di pensare ed è spunto a nuovi modi di esprimersi. Le vacanze sono impoverite se non conoscono tempi di silenzio: al mattino, quando si cammina sulla riva del mare prima che sia affollata di bagnanti o si trova un sentiero in montagna da percorrere pensando e contemplando la natura; oppure alla sera, al tramonto, quando si cercano luoghi silenziosi dai quali guardare il sole declinare e la luce arrossarsi nel tramonto. Pochi sanno fare silenzio nella notte o all’alba “svegliando l’aurora”, come dice il salmo, ma chi ne fa l’esperienza conosce la ricchezza del silenzio nelle ore notturne o mattutine, che apportano una chiaroveggenza non ottenibile nelle altre ore. Questi tempi di silenzio permettono alle idee che si celano nel profondo di emergere e prendere corpo. Sì, come insegna la spiritualità cristiana sono le ore della vigilanza in cui si riescono a vedere, a volte, realtà invisibili, si coglie la melodia segreta dell’universo, la voce del proprio intimo, cioè della coscienza. Purtroppo in molti abbiamo paura del silenzio: preferiamo il rumore, la maledetta musica di sottofondo, in modo da non ascoltare con attenzione. E come possiamo poi essere capaci di ascolto dell’altro? Gustare il silenzio è la via per ritrovare il gusto degli altri e comprendere che il bene non fa rumore e il rumore non fa il bene!

“Dolomiti tutti esauriti”, testo di Francesca Caferri e Matteo Tonelli pubblicato sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” di ieri, 28 di luglio: (…). Brillantini e passeggi. Scena numero uno. Che differenza c'è tra un affollato sabato pomeriggio in via del Corso a Roma e il sentiero che conduce alle Tre Cime di Lavaredo in un'assolata giornata di luglio? Moltissima. Oppure nessuna. Dipende dall' ora. «Dia retta, se vuole godersi lo spettacolo ci vada all'alba, dopo invece...», dice il proprietario di un albergo di San Candido, ma quell'invece, data la levataccia nel cuore della notte e vista l'ora alla guida in direzione Tre Cime, vola via nell' aria freschissima. (…). Così, torcia alla mano per spezzare il buio pesto, eccoci imboccare il sentiero che porta al rifugio Locatelli, di fronte alle Tre Cime di Lavaredo. Presenze umane quasi zero: due scalatori australiani venuti apposta da Sydney e una coppia di tedeschi che, a giudicare dall'attrezzatura, devono aver scalato cime molto impegnative. Lo spettacolo al Locatelli, con l'alba che colora di rosa le montagne, rende giustizia del sacrificio fatto per salire. Nella pace e nel silenzio si percepisce il movimento dei pochi inquilini del rifugio che pian piano si stanno svegliando. Un'ora di contemplazione, poi si prende la via del ritorno. E d'improvviso - il senso di quell'invece pro-nunciato dall'albergatore si fa chiaro. Un lungo, rumoroso serpentone si snoda in direzione opposta: passeggini, cani al guinzaglio, adolescenti tutt'altro che felici di essere tra i monti, nuclei familiari che si scompongono e si ricompongono nella calca, improbabili sneakers con brillantini, qualche tuta, radio che sparano musica latinoamericana. E selfie, selfie, selfie. La cui realizzazione costringe la fila a un continuo dài e vai. Si procede così fino al parcheggio. A quel punto talmente congestionato che i vigili ne bloccano l'accesso. Qualcuno in auto si attacca al clacson. I rocciatori australiani assistono increduli. (…). Se l'estate 2023 si prospetta da record per tutta Italia, è il Trentino-AltoAdige la regione maggiormente presa d'assalto: 52,6 milioni di presenze previste nel 2023, con 12,1 milioni di arrivi. Un +15,4 per cento rispetto al 2022 che la colloca ben al di sopra dell'11,2 della media nazionale. (…). Ciabatte e mountain bike.

Scena numero due. Lasciate la A22 all'altezza di una qualsiasi uscita dell'area Egna-Ora, Chiusa-Klausen, Bressanone-Brixen. Luoghi che per decenni hanno evocato pace al solo nominarli, oggi vi appariranno poco meno affollati dei caselli dell'Adriatica. Una volta a destinazione, li vedrete: frotte di turisti provenienti dai Paesi asiatici, con la mascherina sul volto, intruppati sul corso di Ortisei per la passeggiata serale. Molti hanno trascorso la mattinata in qualche valle più in là, a manovrare droni sulle acque verdi del lago di Carezza. Donne in burkini si bagnano nelle acque del Dolaondes, la piscina di Canazei, cuore della Val di Fassa. Americani in ciabatte scattano selfie sotto il Sassolungo mentre i tedeschi scendono come razzi dai sentieri destinati alle mountain bike: sono spuntati in gran numero, questi percorsi, costringendo i carabinieri a istituire speciali pattuglie (anch'esse in mountainbike). E naturalmente ecco noi italiani, armati di cellulare e bastone per i selfie in ogni angolo, con una preferenza marcata per i luoghi immortalati nelle serie tv: (…). Sotto le stelle (dei ristoranti). Va bene così? O no? Sta di fatto che oggi l'obiettivo perseguito con tenacia dalle politiche turistiche degli ultimi decenni è stato centrato: portare tutti, ma tutti tutti, fin quassù. (…). Le guide alpine lo ripetono da anni: si corre verso il disastro. «La montagna sta diventando un Lunapark in cui approdare senza pagare il gettone. Oggi molti partono senza avere consultato le cartine o il meteo, basandosi sui consigli degli influencer. Mettendo a rischio la propria vita e quella dei soccorritori» ha detto qualche giorno fa al quotidiano Il Dolomiti Fabio Bristot, del Corpo nazionale del Soccorso Alpino. «Uno degli errori più grandi è stato quello di richiedere il riconoscimento Unesco», riflette Michil Costa, proprietario dello storico hotel La Perla di Corvara e di altre strutture. (…). è cresciuto nelle valli e vede bene che cosa sta succedendo. (…). «C'è troppa gente che arriva solo per un selfie in uno di quelli che chiamiamo hotspot, le località più famose. Uno scatto a Braies e poi via, verso il prossimo selfie a Venezia e a Firenze. Fra dieci anni saremo invasi da asiatici ricchi che non sapranno distinguere il Sassolungo dal Cervino. Non è il modello a cui dovremmo aspirare: io penso al turismo lento che il Buthan sta imponendo a chi vuole andare lì. Ma anche a Montecristo, con il suo numero chiuso». L'arrivo in zona dei capitali russi, nella persona di Vladislav Doronin - proprietario e amministratore delegato degli hotel di lusso Aman, (…) preoccupa non poco. Ammaliato dalla bellezza della Val Badia, ha firmato una partnership con lo storico hotel RosaAlpina di San Cassiano. Primo effetto, da mesi l'albergo è chiuso. Promette di riaprire i battenti per la stagione invernale 2024-25, con una formula ancora più esclusiva (è già un cinque stelle): l'ennesima tappa per i globe trotter del lusso estremo? Pagare, prenotare, chiudere. «Vogliamo un turismo di qualità» assicura l'assessore provinciale al Turismo Arnold Schuler. L'Alto Adige punta sul numero chiuso. Posti letto contingentati, limiti rigorosi ai B&b. «I controlli non ci preoccupano. Una volta fissati i limiti, sappiamo quanta gente c'è grazie al pagamento della tassa di soggiorno». La cosa non è piaciuta a tutti. «Alcuni albergatori ci hanno criticato ma capiranno che è anche nel loro interesse». E non si tratta solo di non intasare i sentieri. Per usare le parole dell'assessore al Turismo della Provincia di Trento, Roberto Failoni, «l'emergenza è legata anche alle ricadute sui cittadini. Più rifiuti, più traffico, mercato immobiliare alle stelle. Un generale calo della qualità della vita». E l'assessore alla Mobilità di Bolzano, Stefano Fattor, aggiunge: «Il successo rischia di trasformarsi in una bomba sociale». Alcune località si muovono per conto proprio. Al lago di Molveno l'estate 2023 è dedicata alla raccolta dati: si contano gli accessi, per limitarli in futuro. Al lago di Braies l'hanno già fatto: dopo il boom di visitatori legato a Un passo dal cielo, per accedere è obbligatorio prenotarsi. Non è così invece a Carezza, ma chi vuole avvicinarsi allo specchio d'acqua è costretto a pagare le (salatissime) tariffe dei parcheggi. Nei pressi della chiesetta di San Giovanni in Ranui, ai piedi delle Odle, una delle più fotografate delle Dolomiti, vige da tempo il divieto di fare volare i droni. E il proprietario del terreno ha installato una sorta di tornello. Chi vuole avvicinarsi deve aprire il portafogli. È questo il futuro delle Dolomiti?

1 commento:

  1. "Quando incontri te stesso nel silenzio, sei un guerriero davanti all'ignoto, stare nel silenzio fa di te un guerriero pacifico. Ti riempie di forza per accettare la vita senza limiti. È quella forza che sarà riflessa nei tuoi occhi. Il silenzio è lo spazio del tuo cuore. Sei tu il tuo vero mondo".(Bulgakov). "Il silenzio è una fonte di grande forza". (Laozi). "Fa' silenzio intorno a te, se vuoi udire cantare l'anima tua". (Arturo Graf). "Il silenzio è la voce di un altro alfabeto che ci parla dentro". (Valentino Bombiani). "Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. L' animo umano si diletta nel silenzio della natura, che si rivela solo a chi la cerca". (Charlie Chaplin). Congratulazioni, carissimo Aldo, per questo splendido post che mette in risalto la necessità del silenzio, la sua ricchezza e i suoi doni. Cose non molto apprezzate nel mondo attuale, ma per me importanti e preziose. Grazie e buona continuazione.

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