“
Pro
memoria
elettorale”. Ha scritto Marco Travaglio in
“Se li riconosci li eviti” pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del
23 di agosto 2022:
(…). Tremonti fu il ministro dell’Economia di tutti e tre i governi B.,
finché l’Italia fu praticamente fallita. Pera, entrato in Senato nel ’96 come
erede dell’incolpevole Popper (cognome che ispirava a B. piacevoli assonanze),
diede alla stagione più comicamente nefasta del dopoguerra la copertura di
“intellettuale” (sa leggere e scrivere). Nordio, già mediocre pm a Venezia
(indagò per anni su D’Alema e Occhetto, poi dimenticò in un cassetto il
fascicolo destinato per competenza a Roma, facendolo prescrivere), è un
bizzarro esemplare di toga (per fortuna in pensione) che adora gl’imputati
colpevoli di destra (celebre la sua cena con Previti) e le leggi a loro favore.
Quanto alla salmonata Brambilla, ex ministra di B., mancano le parole per
descriverne l’alto contributo al dibattito politico e ideologico. Se a tali
nuove promesse aggiungiamo i veterani di FdI (Fitto, La Russa, Crosetto, Urso),
i superstiti di FI (B., Gasparri, Casellati, Sgarbi), Lega (Calderoli,
Giorgetti, perfino il povero Bossi) e centrino-destrino (Lupi, Cesa), troviamo
tutto il peggio del ventennio berlusconiano. Quello che, dopo averci rovinati
fra risse, fiaschi, scandali e leggi ad personam, si chiuse nel 2011 con la
salita al Colle di B. per dimettersi dopo il più clamoroso fallimento politico,
economico, sociale e morale della storia e poi a fuggire dal retro per
sottrarsi al linciaggio. Se si eccettuano i defunti, 3-4 pregiudicati con
l’interdizione perpetua, un paio di detenuti e latitanti, le perle rare passate
al Centro (Gelmini, Carfagna, Costa) o al Pd (Casini, Lorenzin) e rarissimi
pensionati (tipo Lunardi e Brunetta: ma che avranno fatto di male in più degli
altri?), abbiamo il quadro completo dei tre governi B. che devastarono
l’Italia. In un Paese normale sarebbero nomi impronunciabili, condannati alla
damnatio memoriae per i danni fatti o almeno consegnati alle famiglie da un
minimo di etica della responsabilità. Invece sono tutti in lista, con ottime
chance di tornare a far danni negli stessi ministeri di 10 o 20 anni fa o in
altri (l’uno vale l’altro), con l’aggravante dell’età e del rincoglionimento. E
passano pure per nuovi perché i media li spacciano per la “nuova destra”
(fascista!) della nuovissima Meloni (che torna alla Camera per la quinta
volta). Abbiamo ancora un mese per riconoscerli ed evitarli. Sennò vorrà dire
che siamo il popolo più sadomasochista del mondo. Di seguito,
“No al M5S, sì all’élite e al familismo: da
Letta solo errori clamorosi”, intervista di Antonello Caporale al politologo
Isaia Sales pubblicata su “il Fatto Quotidiano” di
ieri, 29 di agosto:
(…). È la campagna elettorale più brutta dalla Repubblica ad oggi? - È
la più scontata, la più fredda, con comportamenti suicidari assai interessanti.
Prendo in prestito Sepùlveda: quando si arriva all’inevitabile, conta
riflettere su quante cose si potevano evitare -.
L’inevitabile, professor Isaia Sales, è la
vittoria di Giorgia Meloni. - Non ho mai visto errori così clamorosi come
quelli commessi da Enrico Letta. Errori basici, di tenuta conto della politica
-.
Letta le potrebbe replicare che non ha visto
mai tanti critici del Pd, appassionati del Pd senza aver mai votato il Pd e
anzi odiandolo. Lei è uno di questi. - Io sono uno del Pd che non voterà il Pd.
E dico queste cose perché mi posso permettere il lusso di immaginare il meglio
e non turarmi il naso e piegarmi al peggio. Ho un’età alla quale fa schifo
votare per un partito che coltiva in vaste aree del Paese il familismo,
addirittura il matrimonialismo. Le combine degli
innamorati come motore di ricerca della carriera politica. Letta dovrebbe
sapere che specialmente al Sud il notabilato è esposto permanentemente alla
corruzione e alla mafia -.
Ha sbagliato Letta, ma anche quegli altri
del centrosinistra non scherzano. - Due parole ancora su Letta. Dici che stanno
arrivando i fascisti e metti in campo il campo più stretto possibile? Se lo
dici, devi immaginare una vasta coalizione. Invece che fai? Butti a mare il M5S
col quale hai governato negli ultimi tre anni proprio quando questo movimento
aveva virato a sinistra. Sta per arrivare la peggiore destra e ti allei con Di
Maio invece di impedirgli di fare la scissione? -.
Cos’altro non ha fatto Letta? - Ha
immaginato di sostituire Conte con Carlo Calenda senza valutare che
quest’ultimo è uno dei figli prediletti dell’élite. E l’élite con una
bassissima reputazione nel Paese. A me Calenda pare l’espressione fisica di una
casta sempre uguale, che usa parole di disprezzo verso chi è a lui lontano -.
Ma Conte d’un tratto ha scambiato Draghi per
Dracula. - È prevalsa l’antipatia, che non è un sentimento politico. È prevalsa
l’imprudenza che gli ha fatto fare atti che andavano oltre le proprie
intenzioni. Ma anche Draghi ha utilizzato l’antipatia come metro del giudizio
politico. E così siamo giunti alla prima crisi politica preterintenzionale.
Però aggiungiamo un’altra cosa: per ragioni insondabili, un uomo senza storia
come Conte ha portato avanti un modello semi-laburista e ci sta riuscendo. E la
nuova collocazione del M5S doveva avere la meglio su ogni altra valutazione -.
E ora? - Avremo Giorgia Meloni che coniuga
da un lato un profilo di autenticità, dall’altro di fragilità estrema. Al punto
che, per farsi accettare, accetterà di essere normalizzata. Scoprirà che
l’élite si difende conquistando coloro che l’hanno conquistata -.
Quindi prevede un’altra stagione di
trasformismo. - Elemento di sistema e di cultura politica -.
Poltronisti di tutto il mondo unitevi! - Temo
effettivamente un’altra legislatura di culi incollati alla poltrona -.
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