"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

mercoledì 1 giugno 2022

Eventi. 75 Limes: «"Se l'America vincerà questa semifinale sbarazzandosi di Putin potrà concentrarsi sulla partita del secolo contro la Cina”».

 

Penso - convintamente - che un fatto di grande portata sia passato (quasi) sotto silenzio nell’infernale “bailamme” creato artatamente dai media e dai social sulla questione dell’Ucraina. Mi riferisco all’avvenuta rottura tra la chiesa ortodossa di Kiev e la chiesa ortodossa di Mosca. Un fatto che certamente avrà un significativo “peso” sugli sviluppi di quella tragicissima vicenda. Orbene, si parla di due chiese ugualmente “ispirate” prima del conflitto armato ma che non hanno trovato difficoltà “morali” a schierarsi ciascuna con la sua parte a guerreggiare, benedicendo, pur da sponde avverse, uomini ed armi, stendardi e labari e bandiere della propria parte. Come è stato possibile? Così Lorenzo Milani, al Suo tempo, “strigliava” i Suoi correligionari “cappellani militari” della Toscana (riportato in “L’obbedienza non è più una virtù. Documenti del processo di don Milani” – Libreria Editrice Fiorentina, 1965 -): “Diteci esattamente cosa avete insegnato ai soldati. L’obbedienza a ogni costo? E se l’ordine era il bombardamento dei civili, un’azione di rappresaglia su un villaggio inerme, l’esecuzione sommaria dei partigiani, l’uso di armi atomiche, batteriologiche, chimiche, la tortura, l’esecuzione d’ostaggi, i processi sommari per semplici sospetti, le decimazioni (scegliere a sorte qualche soldato della Patria e fucilarlo per incutere terrore negli altri soldati della Patria), una guerra di evidenti aggressioni, l’ordine d’un ufficiale ribelle al popolo sovrano, le repressioni di manifestazioni popolari? (…). Ma in questi cento anni di storia italiana c’è stata anche una guerra ‘giusta’ (se guerra giusta esiste). L’unica che non fosse offesa delle altrui Patrie, ma difesa della nostra: la guerra partigiana. Da un lato c’erano i civili, dall’altra dei militari. Da un lato soldati che avevano obbedito, dall’altra soldati che avevano obiettato. Quali dei due contendenti erano, secondo voi, i ‘ribelli’, quali i ‘regolari’?”. Di seguito, “Gemelli di guerra preventiva” di Raniero La Valle pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 24 di maggio 2022: La guerra in Ucraina non accenna a finire e sta provocando una regressione della cultura politica all'apologia della guerra e riportando la situazione mondiale alla lotta per il dominio. Oggi non solo è riproposta la vecchia guerra che la geopolitica racconta come connaturata all'uomo e come strumento per rimodellare l'intero assetto mondiale, ma viene apertamente rivendicata e legittimata una nuova guerra che è la guerra preventiva; ciò fa venir meno perfino i vecchi travestimenti della "guerra giusta", difensiva o "umanitaria" che fosse, mentre ne viene millantata la legittimità sulla base di asserzioni politiche del tutto opinabili. Sulla piazza Rossa, il 9 maggio, Putin per giustificare la sua guerra all'Ucraina ha detto che "la Russia ha reagito preventivamente contro l'aggressione": si riferiva a un attacco della Nato "per un'invasione delle nostre terre storiche, compresa la Crimea; una minaccia per noi assolutamente inaccettabile, direttamente ai nostri confini... Il pericolo è cresciuto ogni giorno; il nostro - ha aggiunto- è stato un atto preventivo, una decisione necessaria e assolutamente giusta, la decisione di un Paese sovrano, forte, indipendente", mentre gli Stati Uniti minacciavano esclusione e umiliazione. Questa "prevenzione" è stata un crimine di diritto internazionale (non solo la guerra ma anche la minaccia dell'uso della forza è proibita dallo Statuto dell'Onu) ed è stata anche un gravissimo errore di Putin perché in tal modo ha adottato e legittimato la dottrina della guerra preventiva enunciata dal suo principale avversario, gli Stati Uniti d'America. Sono stati infatti gli Stati Uniti di Bush a teorizzarla nella "Strategia della sicurezza nazionale" del settembre 2002, un anno dopo la tragedia delle Torri Gemelle dell'11settembre. In quel documento si affermava che "la migliore difesa è un buon attacco". Una volta concepito il mondo come un composto formato da Stati perbene e "Stati canaglia" e minacciato dal terrorismo, la conseguenza era questa: "Non possiamo lasciare che i nostri nemici sparino per primi". Ciò poteva andare bene durante la Guerra fredda quando "la deterrenza era una difesa effettiva", mentre oggi, si affermava, una "deterrenza basata solo sull'attesa di una risposta non funzionerebbe". D'altra parte, ricordava il Pentagono, "gli Stati Uniti hanno mantenuto sempre l'opzione dell'azione preventiva per fronteggiare una minaccia effettiva alla sicurezza nazionale. Maggiore è la minaccia... e più impellente la necessità di intraprendere un'azione anticipatoria in difesa di noi stessi, persino nell'incertezza del luogo e dell'ora dell'attacco da parte del nemico". Né si trattava solo di difesa nazionale: la sicurezza nazionale degli Stati Uniti consisteva essenzialmente nel dominio del mondo per il quale si preconizzava un unico modello di società valido per tutti: "Libertà, democrazia e libera impresa". "Manterremo le forze sufficienti per difendere la libertà" prometteva il documento, e per dissuadere qualunque avversario dalla speranza non solo di superare, ma anche di "eguagliare il potere degli Stati Uniti". Questa era anche la ragione per disseminare "basi e stazioni all'interno e al di là dell'Europa dell'Ovest e dell'Asia del Nord", cioè in tutto il mondo. Questa proiezione militare mondiale non riguardava peraltro solo gli Stati Uniti, ma era estesa agli "alleati e amici in Canada e in Europa"; la Nato a sua volta doveva "essere in grado di agire ovunque gli interessi americani ('i nostri interessi') fossero minacciati, creando coalizioni sotto il mandato della stessa Nato, così come contribuendo a coalizioni sulla base di singole missioni". Infatti la Nato, agendo come un potere sovrano, aveva pochi anni prima fatto una guerra preventiva contro la Jugoslavia per la separazione del Kosovo. E se tutto ciò era stabilito quando, venuta meno l'Unione Sovietica gli Stati Uniti erano passati "da una situazione di contrapposizione a un regime di cooperazione con la Russia "tanto più deve valere oggi quando la Russia è tornata a essere percepita come nemico e insieme alla Cina viene annoverata tra le "potenze revisioniste" volte a mutare a loro favore gli equilibri internazionali; la strategia della sicurezza nazionale pubblicata nel 2018, sotto l'Amministrazione Trump, contemplava pertanto "forze armate più letali" e dichiarava che gli Stati Uniti avrebbero fronteggiato le sfide alla propria sicurezza "al fianco, con e per mezzo dei propri alleati e dell'Unione europea". E in questo quadro che si pone l'estensione della Nato a Est, e l'annunciata acquisizione a essa dell'Ucraina prima, della Finlandia e della Svezia ora. Secondo la previsione di Limes, "se l'America vincerà questa semifinale sbarazzandosi di Putin - fors'anche della Russia - potrà concentrarsi sulla partita del secolo contro la Cina privata dello scudo russo, circondata per terra e per mare". Si è creata quindi una reciprocità di guerre preventive a cui tuttavia non partecipa ancora la Cina che, secondo Hu Chunchun, professore dell'Università di Shanghai, che ne scrive su Limes, afferma "il primato della pace e dell'armonia". Questo è il futuro che ci viene prospettato, ma noi possiamo accettare questo? Possiamo accettare che la guerra accada non per un artificio della nostra cultura ancora così primitiva, ma per una necessità di natura? Possiamo rinunciare al ripudio della guerra? Possiamo adattarci a un mondo dove, come dicono i cinesi, l'Europa (e potrebbero dire l'America) obbedisce alla pulsione che la spinge a volere un solo vincitore definitivo e despota del mondo intero, mentre proprio l'Europa “in questo esatto momento” dovrebbe assumersi la responsabilità storica della pace nel mondo? Possiamo desiderare un mondo senza la Russia e in lotta contro la Cina? Se non lo vogliamo dobbiamo immaginare e lottare per un progetto alternativo.

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