Ha scritto oggi, 20 di giugno 2022, Enzo Bianchi –
già priore della Comunità monastica di Bose - in “Non chiudiamo gli occhi” pubblicato sul quotidiano “la Repubblica”:
(…).
A quattro mesi dall'inizio dell'aggressione omicida intrapresa da Putin abbiamo
davanti a noi un popolo abbandonato da chi gli ha assicurato protezione,
milioni di persone gettate sulla strada dell'esilio a piangere i morti, città
in macerie. Abbiamo la certezza di torture e stragi. Di fronte a questa
innegabile realtà l'errore più grande è la lettura del conflitto come guerra
tra il bene e il male, tra buoni e cattivi, e non vede la realtà di una terra
insanguinata con persone uccise perché mandate al macello, obbligate, senza
poter scegliere. Giovani russi e ucraini, mercenari ceceni, siriani, muoiono in
numero di 500 circa ogni giorno, e per loro non ci sarà più né vita, né
relazioni, né affetti, c'è solo il nulla e lo strazio di quelli che hanno
lasciato. Noi occidentali e cristiani proviamo orrore e ci risulta
incomprensibile l'appoggio che il Patriarca di Mosca Kirill ha dato alla guerra
consacrandola come benedetta da Dio. Ma non si può dire che l'intera Chiesa
ortodossa russa segua Kirill. Non la Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato
di Mosca, che nel concilio del 27 maggio ha ribadito la sua condanna della
guerra rivendicando indipendenza. Non il metropolita Mark di Germania, del
Patriarcato di Mosca, che ha definito la guerra "un crimine". Non
l'ex numero due del patriarcato, il metropolita Ilarione - grande teologo e
vero cristiano, per me amico da decenni - rimosso per essersi mostrato in
disaccordo, ma anche altri vescovi e preti e monaci che hanno organizzato veglie
di preghiera per la pace. E ne hanno pagato il prezzo con la destituzione,
perdendo ogni possibilità di esercitare in Russia. Papa Francesco lo sa, e per
questo i suoi interventi, che non sono dettati da prudenza diplomatica ma sono
profetici, vogliono essere un servizio alla verità anche a costo di irritare
quanti non comprendono che il Papa segue solo il messaggio scandaloso del
Vangelo, che non conosce né strategie, né doppiezza nelle parole. È con parole
di questo tipo che Francesco ha parlato a Kirill, e chiede che si ponga fine
alla guerra per salvare il popolo ucraino. Ciò significa l'elaborazione di un
compromesso che preveda che le parti cessino le ostilità e rinuncino alle
pretese che han dato origine al conflitto. Solo se non si rappresenta l'altro
come il male si può sperare in un margine negoziale che non condanni milioni di
innocenti alla fame. Deve imporsi la razionalità: o fermare la strage, o
continuare la guerra sapendo che non ci saranno vincitori. Non può essere
altrimenti, se non si vuole l'allargamento del conflitto a dimensione
planetaria. In questa
tragicissima circostanza di guerra Tomaso Montanari ha ricordato la figura ed
il pensiero umanissimo ed universale di Tiziano Terzani in «La straordinaria
attualità delle “Lettere di Terzani”» pubblicato – oggi – su “il
Fatto Quotidiano”:Quando, nello scorso novembre, Angela
Terzani Staude mi ha regalato una copia delle Lettere contro la guerra di suo
marito Tiziano, ho ricordato quanto mi avessero colpito quando uscirono, all'indomani
della distruzione delle Torri gemelle e nel pieno della guerra di vendetta
dell'America di Bush jr. Le ho rilette, mosso dall'urgenza di questa ennesima,
oscena guerra in cui i popoli sembrano ogni giorno sempre di più carne da
cannone per i governi. Per tutti, i governi: non solo per quello dell'autocrate
invasore Putin. Ebbene, nonostante la profonda diversità della situazione
attuale, le parole di Terzani sembrano scritte oggi. La ragione è presto detta.
Benché la Russia sia parte (e che parte!) della civiltà europea, la retorica e
la propaganda dei governi e dei media occidentali presentano l’invasione russa
dell'Ucraina come una sfida mortale ai "valori" occidentali. Ma, oggi
come allora, non si tratta di "un attacco alla libertà e alla democrazia
occidentali come vorrebbe la semplicistica formula ora usata dai
politici". Terzani lo scrive nella lettera costernata a Oriana Fallaci,
sanguinaria capofila dell'integralismo occidentalista, da cui sono tratti tutti
i prossimi virgolettati. Se in questa crisi la maggioranza dell'umanità non ha
votato, all'Onu, le sanzioni contro la Russia di Putin non è per odio
ideologico verso i valori occidentali, ma perché "si vede ora sempre più
marginalizzata e offesa dallo strapotere e dall'arroganza dell'Occidente".
Allora Terzani si interrogava, come dovremmo fare oggi, sull'essenza dei nostri
famosi valori occidentali: "Se noi davvero crediamo nella santità della
vita, dobbiamo accettare la santità di tutte le vite". E dunque non
dovremmo, per nessuna ragione, pensare che prolungare la guerra sia una buona
cosa. Il sostanziale tradimento dei valori in cui diciamo di credere si salda
diabolicamente alla certezza della nostra superiorità: "Il problema è che fino
a quando penseremo di avere il monopolio del bene, fino a che parleremo della
nostra come dell'unica civiltà, ignorando le altre, non saremo sulla buona strada".
Il paradosso è che la sicurezza del nostro primato ci conduce a tradire i
capisaldi dello stesso pensiero occidentale: "L'aver diviso il mondo in
maniera, mi pare, talebana fra quelli che stanno con noi e quelli contro di
noi, crea ovviamente presupposti per quel clima da caccia alle streghe di cui
l'America ha già sofferto negli anni 50, col maccartismo. (...). Il tuo
attacco, Oriana, anche a colpi di sputo, alle 'cicale' e agli 'intellettuali
del dubbio' va in quello stesso senso: dubitare è una funzione essenziale del
pensiero, il dubbio è il fondo della nostra cultura. Voler togliere il dubbio
dalle nostre teste è come voler togliere l'aria ai nostri polmoni. (...). Penso
sia utile che mi si lasci dubitare delle risposte altrui, e mi si lasci porre
delle oneste domande: in questi tempi di guerra non deve essere un crimine
parlare di pace". Non c'è bisogno di sottolineare la drammatica attualità
di questa constatazione, come di quella che denunciava il rifiuto della complessità,
evidente allora come oggi: "Niente nella storia umana è semplice, da spiegare:
tra un fatto e un altro c'è raramente una correlazione diretta e precisa: ogni
evento anche della nostra vita è il risultato di migliaia di cause che
producono insieme a quell'evento altre migliaia di effetti che a loro volta
sono le cause di altre migliaia di effetti". È la stessa evidenza che
sottolinea papa Francesco quando dice "non sono a favore di Putin. Sono
semplicemente contrario a ridurre la complessità alla distinzione tra i buoni e
i cattivi, senza ragionare su radici e interessi, che sono molto
complessi". Terzani sapeva mettere in relazione la radice delle guerre e
l'istinto di possesso e di dominio dell'ambiente: citando Gandhi, ripeteva che “finché l’uomo non si metterà all’ultimo posto fra le
altre creature sulla terra non ci sarà per lui alcuna salvezza”. Così come denunciava
il veleno del patriottismo, che oggi torna a inquinare cuori e discorsi: "Ho
pietà di coloro /che l'amore di sé lega alla patria. / La patria è soltanto un
campo di tende in un deserto di sassi', dice un vecchio canto hymalaiano citato
da Fosco Maraini nel suo Segreto Tibet". La strada per costruire la pace,
ci ricorda Terzani, è la consapevolezza che "la guerra viene usata o per
la militarizzazione delle nostre società: per produrre nuove armi, per spendere
più soldi per la difesa: opponiamoci! Non votiamo per chi appoggia questa
politica, controlliamo dove abbiamo messo i nostri risparmi e togliamoli da
qualsiasi società che abbia anche lontanamente a che fare con l'industria
bellica. Diciamo quello che pensiamo, quello che sentiamo essere vero:
ammazzare è, in ogni circostanza, un assassinio”. Non votare mai più i partiti
che in Parlamento votano per le armi, togliere i risparmi dalle banche che
investono in armi: ecco due cose concrete che possiamo fare contro la guerra.
Contro tutte le guerre.
"Cominciamo a prendere le decisioni che ci riguardano e che riguardano gli altri sulla base di più moralità e meno interesse. Facciamo più quello che è giusto, invece di quel che ci conviene. Educhiamo i figli ad essere onesti, non furbi". "Quella mente finora impegnata prevalentemente a conoscere e ad impossessarsi del mondo esterno, come se quello fosse la sola fonte della nostra sfuggente felicità, dovrebbe rivolgersi anche all'esplorazione del mondo interno, alla conoscenza di sé". "Non arrendiamoci alla
RispondiEliminainevitabilità di nulla, tanto meno a quella della guerra come strumento di giustizia o semplicemente di vendetta". "In tutta la storia ci sono sempre state delle guerre. Per cui continueranno ad esserci. - Ma perché ripetere la vecchia storia? Perché non cercare di cominciarne una nuova?- Rispose Gandhi a chi gli faceva questa solita, banale obiezione ". "Il mondo di oggi ha bisogno di ribelli... Ribelli spirituali". "Vogliamo eliminare le armi? Bene : non perdiamoci a discutere sul fatto che chiudere le fabbriche di fucili, di munizioni, di mine anti-uomo o di bombe atomiche creerà dei disoccupati. Prima risolviamo la questione morale. Quella economica l'affronteremo dopo. O vogliamo, prima ancora di provare, arrenderci al fatto che l'economia determina tutto, che ci interessa solo quel che ci è utile? ". (Tiziano Terzani). Grazie per questo post che ho letto e meditato con un trasporto del tutto particolare! Sicuramente lo conserverò tra quelli più preziosi... Buona continuazione.