"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

sabato 4 dicembre 2021

Virusememorie. 81 Robert Redfield: «Siamo responsabili tutti: al laboratorio di Wuhan si lavorava anche con fondi americani e europei».

 

Ha scritto Michele Serra in “Il brutto vizio della neutralità” pubblicato sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del 26 di novembre 2021: (…), mettiamola così: le cantonate, specie se in gran numero, quando è in gioco la salute di una comunità non sono un prezzo ragionevole da pagare in cambio di una o due volte che “ci si azzecca”. Cercare di capire quali sono gli interessi in ballo è sempre ragionevole e salutare, c’è sempre un “sotto” da esplorare. Il marxismo ha messo in luce che dietro ogni idea ci sono i rapporti economici, la psicoanalisi che sotto ogni coscienza c’è un inconscio: insomma, spesso la realtà non è quella che appare in superficie, e noi ragazzi del secolo scorso queste cose le sappiamo. Ma qui, (…), c’è una evidenza medico-scientifica macroscopica: ci si contagia e si muore, e ogni contagio ha come rimedio antico il distanziamento e la quarantena (oggettivi impedimenti alla libertà personale) e, come rimedio moderno, l’immunizzazione indotta, ovvero il vaccino. Quando sento in televisione un signore che rovescia il tavolo della realtà e afferma che «il settanta per cento dei ricoverati è vaccinato», e viene smentito dalla redazione che, citando i dati dell’Istituto superiore di sanità, dice che è vero l’opposto, e cioè che il settanta per cento dei ricoverati NON è vaccinato, non penso alla libertà di critica, al ragionevole dubbio, alla democrazia. Penso che quel signore ha detto una falsità, e per giunta una falsità gravissima, nociva all’interesse pubblico. Mi (si) permetterà di non credere a lui e di credere all’Istituto superiore di sanità senza sentirmi servo del potere. Semplicemente, mi sento in grado di scegliere la fonte che mi sembra più attendibile. Quanto al rischio che il complottismo minacci di risucchiare nella propria palude anche le critiche ragionevoli, i dubbi più che leciti, i sospetti motivati, (…) ho scritto recentemente un’Amaca esattamente di questo tono. Ma questo costringe le persone serie a spiegare meglio e più cautamente (ovvero: con meno arroganza) le proprie opinioni non conformiste a proposito di salute e malattia, di libertà individuale e protezione sociale; e a non intrupparsi in cortei di esaltati, di mestatori, di eversori, di nazisti e di ladri di verità. Purtroppo ci sono momenti storici nei quali non c’è spazio per le scelte ambigue, rischiano di essere un vizio intellettuale e un lusso snobistico. Se li ricorda quelli che erano “né con lo Stato né con le Br”? Di seguito, tratta da “Dobbiamo convivere con il virus. Vaccino ogni sei mesi e test degli anticorpi”, l’intervista di Mario Platero al dottor Robert Redfield - virologo e già direttore del “Center for Disease Control” americano - nella versione postata ieri, il 3 di dicembre, sul sito del quotidiano “la Repubblica”: (…). "Mi preoccupa l’allarme della Oms. In genere minimizzano, gettano acqua sul fuoco anche quando non dovrebbero, qui parlano di rischio reale, brutta storia. Ma non sono sorpreso, fin dall’inizio ho sempre detto che Covid-19 non ci avrebbe lasciato presto e Trump si arrabbiava. Non ho mai creduto all’immunità di gregge, in cui all’inizio credeva il mio amico Fauci, non sempre abbiamo visto le cose allo stesso modo".

Ci spieghi. "Sono un virologo di professione, ho combattuto l’Aids in laboratorio e ho capito una cosa: per battere un virus occorre affidarsi anche all’istinto, all’esperienza. Fauci preferisce ricevere dati statistici per arrivare a un parere molto più informato, ma qui non possiamo perdere tempo. La diffusione del terzo vaccino doveva avvenire molto prima. Sapevamo già che il virus può mutare. Una variante post Delta era solo questione di tempo. Aggiungo, Omicron 1 in USA è stato annunciato il primo dicembre, ma lui era già qui, dal Sudafrica, il 22. Il nuovo contagio è partito, non si fermerà. Il mio consiglio al Governatore del Maryland è di introdurre procedure nuove".

Quali? "Allargare i parametri di conoscenza attorno al virus. Il secondo vaccino del primo contagiato risale a sei mesi fa, dunque già al limite. Sappiamo che i vaccini servono moltissimo, ma non si indeboliscono in modo uniforme. Credo che questa guerra contro un virus che continua a rafforzare il suo potenziale di contagio continuerà a lungo. Quando avremo contenuto Omicron, ne verrà un altro più agile e più forte contro il vaccino attuale. Prenda la variante Delta, la proteina dello spike aveva 3 mutazioni rispetto alla variante originale. Omicron ne ha 30! E potrebbe salire a 50 fuori dello spike. Dovremo abituarci alla dinamica della convivenza con il virus fino a quando non avremo vaccinato il mondo intero o quasi. Ma parliamo di sei miliardi di persone".

Ma il paziente Omicron 1 in America sta bene… "Certo, due vaccini servono e sono essenziali. Altrimenti si rischia l’ospedale e di morire. A seconda della forza immunitaria del soggetto, il vaccino può essere più o meno efficace, ma modera l’impatto. È un progresso enorme. Organizziamo una prevenzione sistemica per continuare a vivere una vita normale e per proteggere l’economia. La mia proposta è di rendere obbligatorio con scadenze a tre o sei mesi un test per verifiche sugli anticorpi. E’ disponibile, ma lo usiamo poco e male. Si dovrebbe sviluppare un test in grado di misurare le reazioni immunitarie, diverse a seconda delle persone e delle loro patologie. In questo modo sapremo se hai bisogno di un vaccino ogni tre mei o ogni sei. Penso che Omicron 1 fosse su livelli minimi di resistenza, che calcolo in circa 300-500 anticorpi, o che avesse altre patologie. A quota 1000 anticorpi si è molto più sicuri, ma si deve già pensare a rafforzare. Che i suoi lettori facciano subito un test anticorpi per capire su che livello sono. Un booster dovrebbe rafforzare gli anticorpi su un livello di circa 2.500 e oltre. Dunque la linea è molto semplice, intanto il terzo vaccino va fatto subito, questo ostacolerà l’aggressività di Omicron. Attenzione: non è necessariamente una variante più mortale del Delta, è solo più rapida, ha maggiori capacità di contagio. Una cosa è il caos, un’altra è la convivenza controllata col virus. L’obiettivo è la normalità, non si può tornare indietro. E possiamo farcela. Approfondiamo la conoscenza: perché gli obesi sono più deboli? Che protocolli adottiamo per chi ha il diabete?".

Cosa dice ai no Vax che ora rivendicano di avere ragione? "Una Nazione non può essere ostaggio di questi folli. Il vaccino va fatto punto e basta. Lo devono fare tutti, poi si procederà con protocolli di intervento più mirati. Se lei ha già fatto il terzo si prepari a fare il quarto fra qualche mese e poi un quinto. L’importante è non abbassare la guardia, tenere alto il livello di anticorpi e abituarsi a questa nuova normalità".

Pensa che il virus sia davvero uscito dal laboratorio di Wuhan, in Cina? "Lo sospettavo, ora ne ho la certezza. Questo virus è troppo perfetto nel reagire alle difese umane modificandosi per contrattaccare. È diabolico, questo non succede in un processo biologico naturale. La catastrofe che ne è seguita - e che continua - non si spiega altrimenti. Ma non c’è congiura, la fuga è un incidente e siamo responsabili tutti: al laboratorio di Wuhan si lavorava anche con fondi americani e europei. E forse voleva giocare d’anticipo, ma in quel caso non ha funzionato".

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