Ci spieghi. "Sono un virologo di professione, ho combattuto l’Aids in laboratorio e ho capito una cosa: per battere un virus occorre affidarsi anche all’istinto, all’esperienza. Fauci preferisce ricevere dati statistici per arrivare a un parere molto più informato, ma qui non possiamo perdere tempo. La diffusione del terzo vaccino doveva avvenire molto prima. Sapevamo già che il virus può mutare. Una variante post Delta era solo questione di tempo. Aggiungo, Omicron 1 in USA è stato annunciato il primo dicembre, ma lui era già qui, dal Sudafrica, il 22. Il nuovo contagio è partito, non si fermerà. Il mio consiglio al Governatore del Maryland è di introdurre procedure nuove".
Quali? "Allargare i parametri di conoscenza attorno al virus. Il secondo vaccino del primo contagiato risale a sei mesi fa, dunque già al limite. Sappiamo che i vaccini servono moltissimo, ma non si indeboliscono in modo uniforme. Credo che questa guerra contro un virus che continua a rafforzare il suo potenziale di contagio continuerà a lungo. Quando avremo contenuto Omicron, ne verrà un altro più agile e più forte contro il vaccino attuale. Prenda la variante Delta, la proteina dello spike aveva 3 mutazioni rispetto alla variante originale. Omicron ne ha 30! E potrebbe salire a 50 fuori dello spike. Dovremo abituarci alla dinamica della convivenza con il virus fino a quando non avremo vaccinato il mondo intero o quasi. Ma parliamo di sei miliardi di persone".
Ma il paziente Omicron 1 in America sta bene… "Certo, due vaccini servono e sono essenziali. Altrimenti si rischia l’ospedale e di morire. A seconda della forza immunitaria del soggetto, il vaccino può essere più o meno efficace, ma modera l’impatto. È un progresso enorme. Organizziamo una prevenzione sistemica per continuare a vivere una vita normale e per proteggere l’economia. La mia proposta è di rendere obbligatorio con scadenze a tre o sei mesi un test per verifiche sugli anticorpi. E’ disponibile, ma lo usiamo poco e male. Si dovrebbe sviluppare un test in grado di misurare le reazioni immunitarie, diverse a seconda delle persone e delle loro patologie. In questo modo sapremo se hai bisogno di un vaccino ogni tre mei o ogni sei. Penso che Omicron 1 fosse su livelli minimi di resistenza, che calcolo in circa 300-500 anticorpi, o che avesse altre patologie. A quota 1000 anticorpi si è molto più sicuri, ma si deve già pensare a rafforzare. Che i suoi lettori facciano subito un test anticorpi per capire su che livello sono. Un booster dovrebbe rafforzare gli anticorpi su un livello di circa 2.500 e oltre. Dunque la linea è molto semplice, intanto il terzo vaccino va fatto subito, questo ostacolerà l’aggressività di Omicron. Attenzione: non è necessariamente una variante più mortale del Delta, è solo più rapida, ha maggiori capacità di contagio. Una cosa è il caos, un’altra è la convivenza controllata col virus. L’obiettivo è la normalità, non si può tornare indietro. E possiamo farcela. Approfondiamo la conoscenza: perché gli obesi sono più deboli? Che protocolli adottiamo per chi ha il diabete?".
Cosa dice ai no Vax che ora rivendicano di avere ragione? "Una Nazione non può essere ostaggio di questi folli. Il vaccino va fatto punto e basta. Lo devono fare tutti, poi si procederà con protocolli di intervento più mirati. Se lei ha già fatto il terzo si prepari a fare il quarto fra qualche mese e poi un quinto. L’importante è non abbassare la guardia, tenere alto il livello di anticorpi e abituarsi a questa nuova normalità".
Pensa che il virus sia davvero uscito dal laboratorio di Wuhan, in Cina? "Lo sospettavo, ora ne ho la certezza. Questo virus è troppo perfetto nel reagire alle difese umane modificandosi per contrattaccare. È diabolico, questo non succede in un processo biologico naturale. La catastrofe che ne è seguita - e che continua - non si spiega altrimenti. Ma non c’è congiura, la fuga è un incidente e siamo responsabili tutti: al laboratorio di Wuhan si lavorava anche con fondi americani e europei. E forse voleva giocare d’anticipo, ma in quel caso non ha funzionato".
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