"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

martedì 11 agosto 2020

Cosedaleggere. 60 Lettere dall’Italia “di sempre”.

Scriveva Norberto Bobbio in “Italie ’77. Le mouvement et les intellectuels”: “(…). Lascio volentieri ai fanatici, cioè a coloro che vogliono la catastrofe, e ai fatui, cioè a coloro che pensano che alla fine tutto si accomoda, il piacere di essere ottimisti.
Il pessimismo oggi, mi sia permessa ancora questa espressione impolitica, è un dovere civile. Un dovere civile, perché soltanto un pessimismo radicale della ragione può destare qualche fremito in coloro che, da una parte o dall’altra, mostrano di non accorgersi che il sonno della ragione genera mostri. (…)”. È in questa scia di razionale pessimismo che vanno lette ed intrepretate le “lettere dall’Italia” di seguito proposte, poiché esse rappresentano e si dolgono di quell’”Italia di sempre” che per l’appunto non cambia mai.

Lettera prima. Tratta da “Lo Stato sbirro e il popolo mariuolo”, pubblicata sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del 7 di agosto 2020: (…). Il problema è che lo Stato sbirro, esoso e inefficiente è il prodotto della società che lo esprime. Un popolo povero di spirito pubblico, esperto nel tirare a campare facendo la cresta e gabbando le leggi, perché mai avrebbe potuto e saputo darsi uno Stato probo, efficiente, corretto? Il nostro Stato non ci è piovuto sulla testa. Né ci è stato imposto dai marziani. È quanto abbiamo costruito in secoli di storia. Il classico circolo vizioso: un popolo mariuolo produce uno Stato sbirro, uno Stato sbirro produce un popolo mariuolo. Vuole una riprova? Le successive ondate populiste e antistataliste che hanno messo piede nel Palazzo al grido di "ora basta! cambia tutto!", hanno dimostrato, una volta al governo, di essere né più oneste né più efficienti di chi le ha precedute. L'arraffo e la mediocrità del cosiddetto "uomo della strada esasperato" non hanno offerto niente di meglio alle strutture lise e claudicanti della Prima Repubblica; e anzi. Non è per buttarla in politica, è per (…) capire che quando sento gridare "abbasso lo Stato ladro!" dimentico in un baleno l'asfalto bucherellato e guardo in faccia chi lo sta gridando. Una classe dirigente non si forma con un urlaccio in piazza. In Francia e in altri Paesi le scuole di pubblica amministrazione sono ambitissime, e sfornano civil servants altamente preparati e orgogliosi di lavorare per la collettività. Noi possiamo consolarci con una sanità pubblica di ottimo livello, nonostante le ben note "creste" dei nuovi governanti "espressi dal popolo", e una protezione civile ben funzionante, e innervata dalle grandi energie del volontariato. Per il resto siamo messi male, con una burocrazia spaventosa e un ordine pubblico, diciamo così, non al di sopra di ogni sospetto, vedi il recente caso di Piacenza. Ma per cambiare, non punterei mezzo centesimo sul grande incendio da lei evocato. Ci vogliono lavoro e studio. Senso civico e cultura. Non mi sembra che la vox populi, a questo proposito, sia prodiga di buoni consigli. Di cattivi esempi, sì.


Lettera seconda. Ha scritto Michele Serra il 26 di aprile u. s. in “Il contrario del fascismo” pubblicato sul quotidiano “la Repubblica”: “(…). Abbiamo un compito, e ce lo abbiamo in tanti, e dobbiamo ricordarci di averlo. Sbugiardare la truffa populista, dire che il popolo non appartiene al marketing nero che ne parla come di cosa sua. Il popolo non è di nessuno, il popolo è libero e fatto di persone libere, i partigiani furono un mix meraviglioso di popolo e borghesia, di contadini e scrittori (rileggere Meneghello, rileggere Bocca), il fascismo gonfiò le sue vele con il favore e con i quattrini degli agrari e del padronato industriale e il sovranismo oggi ha finanziatori costanti e potenti tra gli oligarchi russi e i miliardari americani ultraconservatori. Dio, Patria, Famiglia è un logo internazionale. La democrazia è popolo persino nella sua etimologia. Non il comunismo, come è comodo far credere, ma la democrazia - il governo del popolo - è l'opposto del fascismo e del sovranismo, che è il suo travestimento attuale”. “Contro il fascismo non basta la legge”, lettera pubblicata sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del 7 di agosto 2020: La totale naturalezza con la quale in Italia si esalta il fascismo è sotto gli occhi di tutti. È una vera e propria forma di neo-conformismo, con il patetico trucco di una irriducibilità “controcorrente” smentita dai fatti. Smentito, tra l’altro, è anche il mito degli “opposti estremismi”. Nessuno a sinistra esalta i gulag o i khmer rossi o i campi di rieducazione della Rivoluzione culturale cinese. Molti, a destra, inneggiano al Ventennio, invocano Mussolini, sfoggiano simboli nazifascisti (…). E quando dico “molti”, dico molti. Non solo dentro i partitini dichiaratamente fascisti, Casa Pound e Forza Nuova. Anche dentro i partiti di massa come la Lega e Fratelli d’Italia. L’ormai celebre partner di Salvini nelle cose moscovite, Savoini, è un nazista. Quanto alle leggi Scelba e Mancino, non credo possano molto. Anche se applicarle sarebbe già qualcosa, se non altro per salvare la forma, non si contiene una marea con un setaccio. Il fascismo si combatte facendo politica, facendo cultura, difendendo la democrazia e la Costituzione. In Italia, in questo momento, è una battaglia in salita.

Lettera terza. “Natura e tecnologia per un giusto progresso”, lettera pubblicata sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del 7 di agosto 2020: (…). …che cosa significhi “conservatore”, oggi, è molto complicato da capire. Più complicato che in passato. Certo se il progresso è quello genialmente definito da Zanzotto “progresso scorsoio”, essere progressista comporta qualche problema in più. Da quando ero bambino mi sento, nel profondo, parte della natura. Credo che per difenderne gli equilibri (dai quali dipendiamo strettamente) serva a poco essere nostalgici, e non basti l’amore. Servono scienza e tecnologia. Purché scienza e tecnologia non siano puramente servitori del profitto. Dunque, riassumendo, mi sento progressista critico e non un naturalista appassionato. (…).

3 commenti:

  1. Carissimo Aldo,ieri sera ho visionato il tuo nuovo filmato "Italia 2020.La peste". Complimenti, veramente eccellente, interessante e profondamente suggestivo. Grazie per averlo condiviso!

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    1. Grazie Agnese, aiutami a diffonderlo tra i tuoi amici e conoscenti. E' una memoria collettiva che non va sprecata e rimossa. E' vero che siamo un Paese dalla "meoria" corta se non cortissima. Me ne accorgo andando in giro in questo centro balneare. Come se nulla sia stato.Come se ancora non avremo a che fare con la "peste". Grazie ancora.

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    2. Si, lo farò, ma credo che bisognerebbe sensibilizzare soprattutto i giovani...

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