Tratto da “L’immaginazione (e i leader) che mancano alla politica” di Maurizio Viroli,
pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 26 di ottobre dell’anno 2013: (…). Il
nostro tempo è caratterizzato da un’espansione della possibilità di immaginare
altre vite sconosciuta nei secoli passati.
I nuovi mezzi di comunicazione mettono a disposizione centinaia o migliaia di storie e vite nelle quali possiamo identificarci. È noto a tutti che bambini e adulti trascorrono ore davanti alla televisione o a navigare la Rete assorbendo un numero sterminato di trame, di modelli, di racconti, di personaggi che lentamente, ma inesorabilmente, modellano la loro personalità. Ed è altrettanto noto che protrarre l’uso dell’immaginazione indebolisce il senso della realtà, fino al punto di diventare come Don Chisciotte che credeva che il mondo fosse quello descritto dai romanzi sulla cavalleria e si comportava di conseguenza, rimediando cocenti delusioni e disastrose sconfitte. O, peggio ancora, di perpetrare autentici crimini credendo di ripetere soltanto un gioco praticato sullo schermo di un computer. Con l’espansione dell’immaginazione viene dunque “abbassato il livello di vigilanza della coscienza critica sul mondo?”. (…). …ferma la superiorità della realtà sull’immaginazione, quest’ultima può avere un effetto benefico perché ci lascia intravedere altre vite e ci incoraggia a iniziarne una nuova, quando quella che viviamo quotidianamente è diventata grigia, malinconica, triste. E nella vita politica? L’immaginazione è sempre stata nei secoli la madre delle grandi esperienze di emancipazione. Se milioni di uomini e di donne non avessero immaginato una vita radicalmente diversa, libera dallo sfruttamento, dall’oppressione, dalla discriminazione, dalla continua e feroce umiliazione della dignità personale, non ci sarebbero stati né i movimenti di emancipazione nazionale, né il movimento socialista, né i movimenti per i diritti civili, né i movimenti per l’emancipazione delle donne. In Italia, in particolare, non avremmo avuto né il Risorgimento né la Resistenza antifascista, due esperienze sostenute in misura rilevante dall’aspirazione di molti uomini e donne a una vita nuova. (…). …quando l’immaginazione non può esprimersi nello sforzo collettivo di cambiare la realtà secondo ideali, rifluisce nella cieca volontà di distruggere se stessi e gli altri per esprimere un’ultima e inutile protesta contro la realtà. Non è dell’immaginazione che dobbiamo aver paura, ma dell’immaginazione non più temperata dalla saggezza e dalla forza degli ideali. Ma l’immaginazione è ormai assente da molti decenni dal nostro scenario, e, credo, dallo scenario europeo. La nostra vita politica oscilla malinconicamente fra le pretese dei delinquenti e dei corrotti, sostenute dai loro cortigiani, di poter imporre la loro volontà e violare impunemente le leggi, e la rassegnata collaborazione delle persone oneste con i delinquenti in nome della stabilità, del rispetto di vincoli imposti dalla realtà internazionale, o dalla necessità della ripresa economica, tutte esigenze che di immaginazione politica ne richiedono poca. Ma senza immaginazione politica, e soprattutto senza leader che abbiano la grandezza d’animo capace di suscitarla, non c’è mai stata rinascita civile e politica.
I nuovi mezzi di comunicazione mettono a disposizione centinaia o migliaia di storie e vite nelle quali possiamo identificarci. È noto a tutti che bambini e adulti trascorrono ore davanti alla televisione o a navigare la Rete assorbendo un numero sterminato di trame, di modelli, di racconti, di personaggi che lentamente, ma inesorabilmente, modellano la loro personalità. Ed è altrettanto noto che protrarre l’uso dell’immaginazione indebolisce il senso della realtà, fino al punto di diventare come Don Chisciotte che credeva che il mondo fosse quello descritto dai romanzi sulla cavalleria e si comportava di conseguenza, rimediando cocenti delusioni e disastrose sconfitte. O, peggio ancora, di perpetrare autentici crimini credendo di ripetere soltanto un gioco praticato sullo schermo di un computer. Con l’espansione dell’immaginazione viene dunque “abbassato il livello di vigilanza della coscienza critica sul mondo?”. (…). …ferma la superiorità della realtà sull’immaginazione, quest’ultima può avere un effetto benefico perché ci lascia intravedere altre vite e ci incoraggia a iniziarne una nuova, quando quella che viviamo quotidianamente è diventata grigia, malinconica, triste. E nella vita politica? L’immaginazione è sempre stata nei secoli la madre delle grandi esperienze di emancipazione. Se milioni di uomini e di donne non avessero immaginato una vita radicalmente diversa, libera dallo sfruttamento, dall’oppressione, dalla discriminazione, dalla continua e feroce umiliazione della dignità personale, non ci sarebbero stati né i movimenti di emancipazione nazionale, né il movimento socialista, né i movimenti per i diritti civili, né i movimenti per l’emancipazione delle donne. In Italia, in particolare, non avremmo avuto né il Risorgimento né la Resistenza antifascista, due esperienze sostenute in misura rilevante dall’aspirazione di molti uomini e donne a una vita nuova. (…). …quando l’immaginazione non può esprimersi nello sforzo collettivo di cambiare la realtà secondo ideali, rifluisce nella cieca volontà di distruggere se stessi e gli altri per esprimere un’ultima e inutile protesta contro la realtà. Non è dell’immaginazione che dobbiamo aver paura, ma dell’immaginazione non più temperata dalla saggezza e dalla forza degli ideali. Ma l’immaginazione è ormai assente da molti decenni dal nostro scenario, e, credo, dallo scenario europeo. La nostra vita politica oscilla malinconicamente fra le pretese dei delinquenti e dei corrotti, sostenute dai loro cortigiani, di poter imporre la loro volontà e violare impunemente le leggi, e la rassegnata collaborazione delle persone oneste con i delinquenti in nome della stabilità, del rispetto di vincoli imposti dalla realtà internazionale, o dalla necessità della ripresa economica, tutte esigenze che di immaginazione politica ne richiedono poca. Ma senza immaginazione politica, e soprattutto senza leader che abbiano la grandezza d’animo capace di suscitarla, non c’è mai stata rinascita civile e politica.
"L'anima senza immaginazione è come un osservatorio senza telescopio". (Henry Ward Beecher). "Coloro che sognano di giorno sanno molte più cose che sfuggono a chi sogna solo di notte".(Edgar Allan Poe).
RispondiElimina