"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

giovedì 18 ottobre 2018

Riletture. 28 «Un giorno forse la rivedrò, la signora dei giornali».


Tratto da “Alle 5 del mattino ho incontrato la donna invisibile” di Federico Rampini, pubblicato sul settimanale D del 18 di ottobre dell’anno 2014: Di solito io sono al lavoro dalle sei del mattino con la lettura dei giornali americani, una ricognizione dei blog più autorevoli, i giornali radio e i notiziari dei primi tg. Quella mattina dovevo uscire di casa ancora prima, per prendere un volo.
L'ho intravista, come un'ombra fuggente nell'oscurità, sul pianerottolo dell'ascensore. Lo spazio di un istante, un breve saluto, era di fretta, stava già correndo via. Non ho fatto in tempo a presentarmi, a scambiare due chiacchiere, a ringraziarla come avrei voluto e dovuto. Una donna afroamericana, direi sulla trentina. Ho incontrato così la persona grazie alla quale tutte le mattine davanti alla mia porta c'è un pacco di nove quotidiani. Ora so che passa esattamente alle cinque. Siccome non sono certo il suo unico cliente (la consegna a domicilio qui è molto diffusa) e probabilmente neppure il primo, e siccome lei abiterà lontano, a che ora deve alzarsi? Per passare al deposito, ritirare dal distributore chili di giornali e cominciare il suo giro delle case, si alzerà alle tre di notte? I giornali davanti alla porta ci sono sempre, tutte le mattine, incluse le domeniche e le feste. Con la pioggia o con la neve, sempre, puntuali. Solo quando ci fu l'uragano Sandy, con interruzione di varie linee ferroviarie e del metrò, per due giorni non li ho ricevuti. Poi hanno ripreso ad arrivare anche se mezza Manhattan rimase senza luce e servizi essenziali per una settimana. Un giorno forse la rivedrò, la signora dei giornali. Non so se avrò il coraggio di abbozzare una conversazione: è chiaro che i suoi minuti sono contati, il ritmo delle consegne è cronometrato, non ha tempo da perdere. Forse l'attende parcheggiato in doppia fila il furgoncino guidato da un collega o un parente, se lavorano in famiglia. Avrà dei figli? Vista la sua età è probabile. Chi li tiene, chi si occupa di loro in quelle ore della notte e dell'alba? Chi li sveglia perchè siano puntuali a scuola, chi gli prepara la prima colazione, chi li accompagna alla fermata dell'autobus? E quand'erano molto piccoli, prima del pre-kindergarten (asilo nido), a chi poteva affidarli? Sono domande angosciose, in una città come New York e in una nazione come l'America dove i servizi per le mamme che lavorano sono gravemente carenti. Figurarsi per le mamme che lavorano nei turni di notte e del primo mattino. Ce ne sono tante. Fanno parte di un esercito invisibile, numeroso, disciplinato, essenziale. Quando la maggioranza dei newyorchesi escono di casa per andare al lavoro, alle sette o alle otto del mattino, l'esercito invisibile sta già cominciando a ritirarsi, per cui molti di noi non ne sospettano l'esistenza, non si rendono conto di quanto sia vasto, e di tutto quello che ha fatto nottetempo. Perché questa metropoli di otto milioni e mezzo di persone sia pulita, ordinata, coi treni che funzionano, le scuole aperte, le brioche calde nei bar, l'esercito invisibile deve presentarsi puntuale ogni notte al lavoro, faticare duro, rispettare i doveri assegnati. In cambio cosa riceve? Un salario minimo, che solo ora Bill de Blasio sta aumentando da 7 a 10 dollari l'ora, ma sempre pochi sono. Riposi e ferie, minimi. Permessi di maternità o malattia, col contagocce a seconda del "buon cuore" di un padroncino. E per i propri figli un destino tutt'altro che sicuro. Le scuole migliori, perlopiù private, sono un terreno di competizione per la prole di ricchi (con eccezioni che si fanno rare). Spesso i figli crescono allevati da un genitore solo, una madre per di più distrutta dalla stanchezza quando rientra a casa. Non è lei che può aiutarli a eccellere negli esami di algebra. L'esercito invisibile è fatto di migliaia di persone quasi sempre troppo sfinite per rivendicare, organizzarsi, iscriversi a un sindacato. Quando sul metrò vedi una donna nera o un uomo ispanico che alle otto del mattino ha la testa che ciondola, gli occhi chiusi, il sonno pesante nonostante i rumori e gli scossoni e la calca della folla: è uno di loro.

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