Due anni oggi senza Dario. Tratto
da un’intervista di Beatrice Borromeo a Dario Fo – “Scelta disperata per salvare un partito e il Cav” -, pubblicata su
“il Fatto Quotidiano” del 25 di aprile dell’anno 2013: E gli elettori, in questi
giochi, dove sono? - Spariscono. Esistono solo in campagna elettorale. Il Pd ha
fatto le primarie promettendo di ascoltarli. “Siete voi che decidete”,
giuravano. Poi invece impostano un governo nel quale gli elettori proprio non contano.
Per questo, a protestare in piazza, ci sono quasi più tesserati del Pd che
grillini -.
Molti hanno faticato a capire la
candidatura di Marini. - Quelli del Pd volevano qualcuno che, al momento
giusto, si occupasse di loro. Rodotà sarebbe stato difficile da gestire -.
Così però il Pd rischia di sparire, appena si torna alle urne. - Da sempre i politici, nei momenti cruciali, si aggregano in caste interessate solo alle posizioni individuali. Pensano a continuare la propria scalata al potere, non solo politico ma anche bancario. E perdono il contatto con le persone. Pensate a Bersani, che non va a Taranto, massacrata dai veleni dell’Ilva, perché aveva accettato soldi dalla famiglia Riva. Procedono per cinismi, insultando quelli che li votano e li tengono in piedi. Sto leggendo poemi straordinari di Majakovskij sugli operai. Li esortava a non credere mai a un dirigente politico, perché ci si accorge subito che mente, che non è interessato ai problemi di chi lo ascolta. “Voi operai, i fottuti”, scriveva. Sono passati settant’anni, ma che precisione -.
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