Tratto da “Perché
l'astensione preoccupa i padroni” di Massimo Fini, pubblicato su “il Fatto
quotidiano” del 24 di febbraio 2018: (…). …cosa sia la democrazia, e in che senso
si differenzi da qualsiasi altro sistema di potere nessuno ce lo spiega,
dandolo per scontato. Partiamo dalle cose più divertenti. Noi paghiamo della
gente perché ci comandi. Un masochismo abbastanza impressionante che, come
notava già Jacques Necker nel 1792, “dovrebbe lasciare stupiti gli uomini
capaci di riflessione”. Evidentemente noi contemporanei questa capacità di
riflessione l’abbiamo perduta e che ci sia un potere sopra le nostre teste lo
diamo come irreversibile, ma farebbe inorridire o sbellicare dalle risa un
Nuer. I Nuer sono un popolo nilotico che vive, o meglio viveva, nelle paludi e
nelle vaste savane dell’odierno Sudan meridionale. Un Nuer non solo non paga
nessuno perché lo comandi, ma non tollera ordini da chicchessia. I Nuer infatti
non hanno capi e nemmeno rappresentanti. “E’ impossibile vivere fra i Nuer e
immaginare dei governanti che li governino. Il Nuer è il prodotto di
un’educazione dura ed egalitaria, profondamente democratico e facilmente
portato alla violenza. Il suo spirito turbolento trova ogni restrizione irritabile;
nessuno riconosce un superiore sopra di sé. La ricchezza non fa differenza…Un
uomo che ha molto bestiame viene invidiato, ma non trattato differentemente da
chi ne possiede poco. La nascita non fa differenza…Ogni Nuer considera di
valere quanto il suo vicino”. Così li descrive l’antropologo inglese
Evans-Pritchard che, negli anni Trenta, visse fra loro a lungo e li studiò. Un
miracolo? O, quantomeno, un’eccezione? Non proprio. Si tratta infatti di una di
quelle “società acefale”, di quelle “anarchie ordinate” nient’affatto rare nel
Continente Nero prima della dominazione musulmana con le sue leggi religiose
incompatibili con la libertà e, soprattutto, prima che arrivassimo noi con la
nostra democrazia teorica, in salsa liberale o marxista, funzionale alla nostra
economia, che ha completamente distrutto l’equilibrio su cui si sostenevano le
popolazioni africane e l’Africa stessa.
Queste società erano riuscite a coniugare libertà e uguaglianza, due poli apparentemente inconciliabili su cui i figli dell’Illuminismo, i liberali e i marxisti, si accapigliano da un paio di secoli facendo elaborazioni raffinatissime ma senza cavare un ragno dal buco. Il fatto è che i Nuer, o tutte le società consimili, pensano, proprio come Locke uno dei padri della democrazia liberale, che gli uomini nascano, per natura, liberi, indipendenti e uguali. Ma questo nel mondo liberale o marxista non è mai avvenuto e tuttora non è. Il nocciolo della questione è che nessun potere, qualsiasi potere, è legittimo. Si tratta solo di finzioni. Conviene Stuart Mill: “Il potere stesso è illegittimo, il miglior governo non ha più diritti del peggiore”. Nessun potere è di per sé legittimo per la semplice ragione che si deve rifare a un punto di partenza concettuale che è, per forza di cose, del tutto arbitrario. Quel che conta, come ha chiarito magistralmente Max Weber, è che il potere sia creduto legittimo da coloro che vi sono sottoposti, o, quantomeno, da una buona parte, per assicurare una certa stabilità al sistema e al potere stesso. Ma nell’Italia democratica, e anche in molte altre democrazie occidentali, questa credibilità è venuta meno in fasce sempre più larghe della popolazione. Da qui il fenomeno crescente dell’astensione che preoccupa i ‘padroni del vapore’, in particolare i partiti, perché capiscono benissimo che se si estendesse ulteriormente la sarebbe finita una volta per tutte col loro potere illegittimo e prevaricatorio. E noi torneremmo a essere liberi, indipendenti e uguali. Come i Nuer.
Queste società erano riuscite a coniugare libertà e uguaglianza, due poli apparentemente inconciliabili su cui i figli dell’Illuminismo, i liberali e i marxisti, si accapigliano da un paio di secoli facendo elaborazioni raffinatissime ma senza cavare un ragno dal buco. Il fatto è che i Nuer, o tutte le società consimili, pensano, proprio come Locke uno dei padri della democrazia liberale, che gli uomini nascano, per natura, liberi, indipendenti e uguali. Ma questo nel mondo liberale o marxista non è mai avvenuto e tuttora non è. Il nocciolo della questione è che nessun potere, qualsiasi potere, è legittimo. Si tratta solo di finzioni. Conviene Stuart Mill: “Il potere stesso è illegittimo, il miglior governo non ha più diritti del peggiore”. Nessun potere è di per sé legittimo per la semplice ragione che si deve rifare a un punto di partenza concettuale che è, per forza di cose, del tutto arbitrario. Quel che conta, come ha chiarito magistralmente Max Weber, è che il potere sia creduto legittimo da coloro che vi sono sottoposti, o, quantomeno, da una buona parte, per assicurare una certa stabilità al sistema e al potere stesso. Ma nell’Italia democratica, e anche in molte altre democrazie occidentali, questa credibilità è venuta meno in fasce sempre più larghe della popolazione. Da qui il fenomeno crescente dell’astensione che preoccupa i ‘padroni del vapore’, in particolare i partiti, perché capiscono benissimo che se si estendesse ulteriormente la sarebbe finita una volta per tutte col loro potere illegittimo e prevaricatorio. E noi torneremmo a essere liberi, indipendenti e uguali. Come i Nuer.
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