Appello del “Comitato per il NO di liberi cittadini per la salvaguardia della
Costituzione”, comitato – info: WhatsApp 329 487 8109 - promosso da Enzo Bontempo, Antonino Busacca, Antonino
Cappa, Patrizia Corpina, Marcello Corrao, Donatella Ingrillì, Laura Letizia, Ivana
Mammana, Basilio Murabito, Francesca Pietropaolo, Nunzia Santaromita e Franca
Sinagra, costituitosi in Capo d’Orlando:
Il dibattito sulla riforma costituzionale
riempie ormai le pagine dei giornali e monopolizza i diversi mezzi
d’informazione, coinvolgendo non solo l’Italia, direttamente interessata alla
consultazione del 4 dicembre prossimo, ma anche l’Europa e l’America le cui
ingerenze politiche appesantiscono il clima e
turbano le normali dinamiche pre-elettorali. Più che ad un
approfondimento sul merito della proposta referendaria, assistiamo a pericolose
semplificazioni e trappole mediatiche e populiste che tentano di ridurre il
confronto ad un toto Renzi, ad ammucchiate improponibili tra i diversi soggetti
in campo, distraendo l’elettore dal vulnus
alla Costituzione e dall’attacco alla sovranità popolare sferrati dalla
riforma. Come semplici cittadini, legati alla Costituzione italiana, ai suoi
contenuti tanto discussi e ponderati dai Padri Costituenti affinché garantissero
i diritti per tutti i cittadini attraverso pesi e contrappesi democratici, alla
Storia della Repubblica Italiana, vogliamo partecipare alla discussione,
privilegiandone il merito, spiegando le ragioni del nostro No alla proposta
referendaria, promuovendo spazi di confronto libero e democratico, nel solco
della migliore tradizione liberale. Costituiamo pertanto un Comitato, con
l’obiettivo di capillarizzare le informazioni, analizzare nel dettaglio i
contenuti della riforma, coinvolgere più persone possibili, spiegare le ragioni
che ci vedono attivamente schierati
contro la riforma costituzionale. Riteniamo infatti che la riforma
introduca, senza migliorare né la governabilità né il processo democratico,
un rischio evidente di concentrazione dei poteri e delle decisioni: dal
Parlamento al Governo, dalle Regioni allo Stato centrale. Infatti, nel
millantato tentativo di riequilibrare i poteri tra Regioni e Stato, come
definito dalla modifica costituzionale del titolo V del 2001, si realizza l’
accentramento in capo allo Stato delle materie concorrenti, con la conseguente
netta riduzione della facoltà legislativa delle Regioni. Il condivisibile
obiettivo di superamento del bicameralismo perfetto, nella proposta del nuovo
Senato, così come prevista nella riforma, produce un organismo eletto dalla
politica e non dal popolo sovrano, secondo regole ancora non scritte e che, per
composizione e funzioni, non sarà in grado di svolgere il ruolo di
coordinamento fra regioni e Stato, nell’accezione più alta del decentramento
dei poteri. Inoltre, con riferimento ai provvedimenti ritenuti essenziali per l’attuazione del
programma, il Governo avrà la facoltà di attivare corsie preferenziali che
potranno modificare tempi e ordini del giorno dei lavori Parlamentari, limitando
in tal modo la potestà legislativa del Parlamento. Anche gli Organi di
Garanzia, Presidente della Repubblica, Giudici della Corte Costituzionale e
componenti laici del CSM, potranno essere subordinati alla Legge Elettorale con
sbilanciamento dei poteri di garanzia Costituzionale e con restringimento del
pluralismo e della rappresentanza delle minoranze. Per tali ragioni ci
impegniamo a diffondere e promuovere il dibattito per contrastare la proposta
di Riforma Costituzionale.
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