Da “Il
dialogo del Nazareno tra Ruby, Gelli e il lifting” di Dario Fo, su “il
Fatto Quotidiano” del 17 di luglio dell’anno 2014: (…). “Mi piacciono questi spazi
francescani. Con un papa che ama la modestia e la povertà dobbiamo porci al suo
livello. Come si chiama questo sito?”.
“Nazareno”.
“Ohi! Come dire un termine che viene da
Nazareth, dove è nato Gesù Cristo in una stalla, col bue e l’asinello”.
“Sì, è lui”.
“Beh, non mi sembra il luogo più adatto per
questo nostro incontro”.
“E perché?”.
“Venirci a incontrare col progetto di fare
un beverone fra un condannato alla galera e il segretario del partito dei
lavoratori…”.
“Una volta era dei lavoratori, adesso siamo
l’espressione di tutta una nazione”.
“Tutta la nazione? Compresi i diseredati e i
sei milioni di poveri ridotti al lastrico?”.
“Sì, ci sono anche quelli, ma non danno
fastidio”.
“Come gli evasori fiscali, del resto”.
“Eh sì, anche loro stanno tranquilli e seren”i.
“Vorrei vedere, gli lasciamo combinare ogni
porcata finanziaria gratis…”.
“Per loro l’Italia è il più grande paradiso
fiscale del mondo”.
“Ah, ah! Buona questa! Ma per favore evita
di dire battute del genere, lo sai, sono un plastificato… Un altro di questi
sghignazzi e la faccia mi va in pezzi, ohohoh! Com’è divertente la politica!”.
“Eh sì che è divertente!”.
“Ma lavoriamo anche, mettiamo giù il nostro
accordo. Senti Matteo, preferisci…”.
“No, no per carità non chiamiamoci per nome,
qui ci sono orecchi sensori in ogni luogo…”.
“Allora tu hai l’intenzione che si prepari
un documento… insomma un accordo segreto?”.
“Certo, segreto e conosciuto solo da noi
due”.
“E gli altri, soprattutto l’apparato e la
base dei nostri partiti, non devono sapere nulla?”.
“Sapranno quello che noi decidiamo di far
loro conoscere”.
“Bell’idea, ma da chi l’hai copiata?”.
“Da un grande saggio della nostra storia più
recente”.
“E naturalmente saranno tutti discorsi e
progetti che avremo l’accortezza di aggiustare di volta in volta”.
“Bravo, sei proprio il partner che cercavo”.
“Anche tu (…).”.
“Ma perché un’operazione del genere rimanga
sconosciuta bisogna far contratti e accordi, senza mai lasciare nulla di
scritto o stampato”.
“Certo, guai a stilare progetti che si
possono riprodurre e pubblicare. E ti dirò, parliamo sottovoce e usando termini
se possibile contraffatti. Tu lo sai, io ho l’ossessione delle intercettazioni,
mi hanno rovinato la vita”.
“Eh, beh, devo dire che spesso parli troppo,
amico mio… Anzi, straparli”.
“No! Non farmi ridere, te l’ho detto! Ecco,
mi si è staccato mezzo orecchio”.
“L’orecchio? Come mai?”.
“Eh, sì, per tirarmi su la pelle prima
bisogna staccarmi l’orecchio, poi si rincolla”.
“Ahahah! Questa poi non la sapevo! Beh,
cerchiamo di memorizzare tutto quello che andremo dicendo. Ascolta. Prima cosa,
una delle riforme più urgenti da realizzare è rendere impraticabili gli
strumenti di partecipazione politica”.
“Andiamo, non ti si sarà staccato anche il
cervello? Partecipazione, la raccolta di firme per indire un referendum. Fino
ad adesso era di cinquecentomila adesioni, da questo momento bisogna aumentare
il numero di richiedenti”.
“Va bene. Facciamo seicento”.
“No, di più, di più”.
“Settecento?”.
“No, di più, di più”.
“Un milione”.
“No, è troppo. Un milione è una parola che
non bisogna mai porre nella testa al popolo, si risente. Facciamo ottocento.
Con una cifra del genere tagliamo le gambe ad ogni passo che pretenda la
partecipazione popolare. Da ‘sto momento il problema del quorum è seppellito
vivo”.
“Poi subito intervenire a proposito del
nuovo ordinamento del Senato. Il Senato non deve essere più eletto dal popolo
ma dai consiglieri regionali, nominati da noi”.
“Bell’idea! Bravo! Ma da chi prendi queste
pensate?”.
“Da un amico, da un vero grande saggio”.
“È lo stesso dal quale prendo anch’io le
idee? Chi è, Andreotti?”.
“No, è uno ancora vivo e vegeto”.
“Ah, Gelli, l’eterno marpione della politica
italiana. Scritti memorabili ha lasciato!”.
“La P2 per me è come il Vangelo”.
“Certo, e vive sempre in mezzo a noi”.
“Cerchiamo di infilarceli bene nella testa
questi ordinamenti”.
“Ora arriviamo alla legge elettorale”.
“Oh sì, ti dirò che mi dispiace che si sia
deciso di togliere il nome originale”.
“Quale originale?”.
“Il porcellum, bastava renderlo più gentile,
porcellinum per esempio, schifosetto”.
“Via con le nostalgie, veniamo al dunque.
Prima di tutto bisogna eliminare i piccoli partiti”.
“Ah, sì, sono d’accordo. Dobbiamo porre uno
sbarramento invalicabile per loro, quattro, cinque per cento, anche di più!”.
“Questa sì che è una rottamazione da re! E
fare in modo soprattutto che il premio di maggioranza sia di nostra facile
acquisizione, con quello avremo in mano l’elezione del presidente della
Repubblica e, di qui, anche della Corte costituzionale, è un gioco da
ragazzi!”.
“Ti ricordi quell’espressione dei fanatici
rivoluzionari di quarant’anni fa? ‘Vogliamo tutto’?”.
“Sì, ne ho sentito parlare!”.
“Ah Ah! E adesso lo gridiamo noi! Tutto il
potere vogliamo, e agli altri niente. Via le commissioni, via le inchieste, via
le associazioni, controllo sulla stampa, sovvenzioni soltanto a chi scrive bene
di noi e il resto è silenzio”.
“Certo, certo, l’opposizione messa fuori
gioco è la più grande vittoria di democrazia autoritaria che si possa
ottenere”.
“Tutto perfetto, soltanto, perché io fossi
interamente felice ci vorrebbe un miracolo”.
“Quale?”.
“Che alla prossima sentenza sul processo
Ruby io fossi assolto. Ma possibile che voi non possiate far niente per
salvarmi? Io rischio sette anni, e questa volta, stai tranquillo, non mi
manderanno a far compagnia ai vecchietti di Cesano Boscone”.
“Ci stiamo pensando, e forse qualcosa…”.
“Non basta pensarci, fra un giorno per me
può essere la fine, e allora anche voi vi ritroverete con le spalle al muro.
Chi vi sosterrà al governo? C’è qualcosa che io sento intorno che ci è ostile”.
“Anch’io. Non sarà colpa di questo luogo che
ci siamo scelti per venire a discutere del nostro progetto?”.
“Ma no, Gesù non ha mai inflitto pene o
castighi a nessuno. Il perdono è la sua costante più gloriosa”.
“Sì, ma purtroppo certe volte va fuori anche
lui dai gangheri. Dovremmo chiedere un aiuto a San Francesco… voglio dire a
papa Francesco. Forse lui può intercedere…”.
“Non credo. Uno che sveglia tutti i politici
che contano, compresi ministri, sottosegretari e presidenti vari alle sei del
mattino per farli venire ad assistere alla sua messa e poi li schiaffeggia con
accuse terrificanti non è uno che collabora per salvare un governo come
questo”.
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