"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

mercoledì 27 aprile 2016

Scriptamanent. 4 “Ognuno di noi”.



Da “Ognuno di noi” di Francesca Merloni, sul settimanale “Left” del 27 di aprile dell’anno 2013: Ma tu dov’eri? Il primo tra i doveri. Quando ci cambiavano le parole, ci vuotavano i significati, ci stralunavano il pensiero? Quando minavano le fondamenta? Dov’eri? Grido in un momento in cui il Paese crolla a pezzi e le verità vengono scambiate con emoticons. Con un morbido qualcosa, un filmino, un programmino televisivo che ci intrattenga, ci lobotomizzi ancor di più, ci faccia stare zitti e contenti. «La storia siamo noi, nessuno si senta escluso» dice scrive canta lui. Allora tu dov’eri? Ero a scrivere e a manifestare. A crescere i figli. A farla, la storia. Perché non posso fare altro. Ero a raccogliere pezzi di noi che siamo storia e ricompattarli. Ero a medicare il pensiero. Cercare di camminare per una strada dritta. Sbagliare. Riprovare. Quest’onda è comune. Credo molti di noi adesso vengano da essa sollevati e scaraventati. Perché non ne possiamo più. Quest’onda nasce da dentro e dove arriva? Alla piazza alla strada alla fabbrica. In ogni luogo. Alimentata dal grido ogni giorno più forte, che non possiamo non sentire. Alimentata dal pianto di un Paese che non possiamo più sopportare che non possiamo non asciugare. Alimentata da ferite che non vorremmo medicare più. (…). Cos’altro dobbiamo sopportare per dire “basta”? Non si torna mai indietro rispetto alla vita. Non si può tornare indietro rispetto a noi. Penso che il sentire oggi sia quello dell’ «avvenire già avvenuto», per dirla con un altro dei miei riferimenti. Ma noi non siamo più lì. L’avvenire è alle spalle e noi siamo più avanti. Non siamo più capaci di viverlo come fosse oggi quell’avvenire che di colpo ci ripresenta uno ieri da ripercorrere. Un blocco del tempo interno ed esteriore. Non siamo più noi quelli di ieri. (…).

Da “Governare col Pdl significa tradire la volontà popolare” di Beatrice Borromeo, intervista al professor Salvatore Settis su “il Fatto Quotidiano” del 27 di aprile dell’anno 2013: - Stiamo scivolando verso un governo senza popolo, dove a scegliere non sono i cittadini ma le segreterie di partito. Vedo grossi rischi per la nostra democrazia. (…). Che non conta più nulla, e quando le decisioni vengono prese ignorando chi vota, il futuro diventa preoccupante. Le conseguenze, potenzialmente, sono molto gravi”.
Professor Settis, mai come oggi l’elettore pare ininfluente, e a gestire i giochi è il capo dello Stato. Ci stiamo trasformando in una Repubblica presidenziale? - Sono convinto che Napolitano non volesse essere rieletto. Ha accettato con riluttanza, pensando che la crisi del Paese andasse affrontata subito. Detto questo, il risultato netto del governo Letta-Letta sarà quello di riconsegnare il Paese a Berlusconi, cioè il contrario della volontà popolare -.
(…). E la responsabilità di questa anomalia è del Pd. - C’è stata una tragica incapacità del Pd e del M5S di dialogare. Era fondamentale, per evitare il ritorno del Cavaliere. Anche Beppe Grillo però ha commesso errori: come quello di non sostenere Romano Prodi, nonostante fosse stato indicato dalle Quirinarie online. Che poi, visti i numeri – hanno votato solo 24 mila persone – non mi pare sia stata un’idea straordinaria -.
Pensa che l’intransigenza dei Cinque Stelle sia eccessiva? - Quando non offre alternative, l’intransigenza si chiama movimentismo. Quello di cento anni fa, alla Bernstein: ‘il movimento è tutto, il traguardo nulla’. Non si può procedere così. Bisogna darsi una meta, da individuare nei diritti garantiti dalla Costituzione. E credo che gli elettori di Grillo capirebbero questo ragionamento-.
Un’apertura però c’è stata: se il Pd avesse sostenuto Stefano Rodotà, il M5S sarebbe stato disposto a governare insieme. - Vero, in quell’occasione hanno avuto ragione. Infatti mi fa più impressione il modo di procedere del Pd, a zig zag: come si fa a proporre prima Franco Marini e poi Prodi, come se fossero sinonimi ed equivalenti? Per due mesi, poi, hanno ripetuto che non sarebbero mai andati al governo con il Cavaliere. L’elenco di dichiarazioni di Enrico Letta contro Berlusconi che avete pubblicato ieri sembra apocrifo. Il patto di legislatura tra Pier Luigi Bersani e Nichi Vendola escludeva un accordo con il Pdl: e tradendo quelle promesse hanno perso ogni diritto morale anche al premio di maggioranza, si sono delegittimati di fronte ai cittadini. Alla fine, il bilancio di questa incapacità del Partito democratico e del M5S di venirsi incontro è drammatico -.
(…). Chi ci guadagna, però, è Berlusconi, non la sinistra. - È lui il vero dominus, basta osservare i suoi larghissimi sorrisi in questi giorni. Come ha scritto Barbara Spinelli, sarà lui a condurre i giochi durante questa legislatura: farà cadere il governo quando gli converrà, aspettando qualche altro passo falso del M5S, e poi si farà eleggere al Quirinale. È un quadro agghiacciante, ma non fantasioso -. (…).

Nessun commento:

Posta un commento