Da “Ognuno di noi” di Francesca Merloni, sul settimanale “Left” del 27
di aprile dell’anno 2013: Ma tu dov’eri? Il primo tra i doveri. Quando
ci cambiavano le parole, ci vuotavano i significati, ci stralunavano il
pensiero? Quando minavano le fondamenta? Dov’eri? Grido in un momento in cui il
Paese crolla a pezzi e le verità vengono scambiate con emoticons. Con un
morbido qualcosa, un filmino, un programmino televisivo che ci intrattenga, ci
lobotomizzi ancor di più, ci faccia stare zitti e contenti. «La storia siamo
noi, nessuno si senta escluso» dice scrive canta lui. Allora tu dov’eri? Ero a
scrivere e a manifestare. A crescere i figli. A farla, la storia. Perché non
posso fare altro. Ero a raccogliere pezzi di noi che siamo storia e
ricompattarli. Ero a medicare il pensiero. Cercare di camminare per una strada
dritta. Sbagliare. Riprovare. Quest’onda è comune. Credo molti di noi adesso
vengano da essa sollevati e scaraventati. Perché non ne possiamo più.
Quest’onda nasce da dentro e dove arriva? Alla piazza alla strada alla
fabbrica. In ogni luogo. Alimentata dal grido ogni giorno più forte, che non
possiamo non sentire. Alimentata dal pianto di un Paese che non possiamo più
sopportare che non possiamo non asciugare. Alimentata da ferite che non
vorremmo medicare più. (…). Cos’altro dobbiamo sopportare per dire “basta”? Non
si torna mai indietro rispetto alla vita. Non si può tornare indietro rispetto
a noi. Penso che il sentire oggi sia quello dell’ «avvenire già avvenuto», per
dirla con un altro dei miei riferimenti. Ma noi non siamo più lì. L’avvenire è
alle spalle e noi siamo più avanti. Non siamo più capaci di viverlo come fosse
oggi quell’avvenire che di colpo ci ripresenta uno ieri da ripercorrere. Un
blocco del tempo interno ed esteriore. Non siamo più noi quelli di ieri. (…).
Da “Governare col Pdl significa tradire la volontà popolare” di Beatrice
Borromeo, intervista al professor Salvatore Settis su “il Fatto Quotidiano” del
27 di aprile dell’anno 2013: - Stiamo scivolando verso un governo senza
popolo, dove a scegliere non sono i cittadini ma le segreterie di partito. Vedo
grossi rischi per la nostra democrazia. (…). Che non conta più nulla, e quando
le decisioni vengono prese ignorando chi vota, il futuro diventa preoccupante.
Le conseguenze, potenzialmente, sono molto gravi”.
Professor Settis, mai come oggi
l’elettore pare ininfluente, e a gestire i giochi è il capo dello Stato. Ci
stiamo trasformando in una Repubblica presidenziale? - Sono convinto che
Napolitano non volesse essere rieletto. Ha accettato con riluttanza, pensando
che la crisi del Paese andasse affrontata subito. Detto questo, il risultato
netto del governo Letta-Letta sarà quello di riconsegnare il Paese a
Berlusconi, cioè il contrario della volontà popolare -.
(…). E la responsabilità di
questa anomalia è del Pd. - C’è stata una tragica incapacità del Pd e del M5S
di dialogare. Era fondamentale, per evitare il ritorno del Cavaliere. Anche
Beppe Grillo però ha commesso errori: come quello di non sostenere Romano
Prodi, nonostante fosse stato indicato dalle Quirinarie online. Che poi, visti
i numeri – hanno votato solo 24 mila persone – non mi pare sia stata un’idea
straordinaria -.
Pensa che l’intransigenza dei
Cinque Stelle sia eccessiva? - Quando non offre alternative, l’intransigenza si
chiama movimentismo. Quello di cento anni fa, alla Bernstein: ‘il movimento è
tutto, il traguardo nulla’. Non si può procedere così. Bisogna darsi una meta,
da individuare nei diritti garantiti dalla Costituzione. E credo che gli
elettori di Grillo capirebbero questo ragionamento-.
Un’apertura però c’è stata: se il
Pd avesse sostenuto Stefano Rodotà, il M5S sarebbe stato disposto a governare
insieme. - Vero, in quell’occasione hanno avuto ragione. Infatti mi fa più
impressione il modo di procedere del Pd, a zig zag: come si fa a proporre prima
Franco Marini e poi Prodi, come se fossero sinonimi ed equivalenti? Per due
mesi, poi, hanno ripetuto che non sarebbero mai andati al governo con il
Cavaliere. L’elenco di dichiarazioni di Enrico Letta contro Berlusconi che
avete pubblicato ieri sembra apocrifo. Il patto di legislatura tra Pier Luigi
Bersani e Nichi Vendola escludeva un accordo con il Pdl: e tradendo quelle
promesse hanno perso ogni diritto morale anche al premio di maggioranza, si
sono delegittimati di fronte ai cittadini. Alla fine, il bilancio di questa
incapacità del Partito democratico e del M5S di venirsi incontro è drammatico
-.
(…). Chi ci guadagna, però, è
Berlusconi, non la sinistra. - È lui il vero dominus, basta osservare i suoi
larghissimi sorrisi in questi giorni. Come ha scritto Barbara Spinelli, sarà
lui a condurre i giochi durante questa legislatura: farà cadere il governo
quando gli converrà, aspettando qualche altro passo falso del M5S, e poi si
farà eleggere al Quirinale. È un quadro agghiacciante, ma non fantasioso -.
(…).
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