"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

mercoledì 31 luglio 2024

Quellichelasinistra. 39 Mario Capanna: «La storia non si fa contando solo l'ultima frazione dell'ora, altrimenti dovremmo dire che la Rivoluzione francese è stata una truffa. Invece ha liberato popoli, pensieri».

               Sopra. Fotogramma tratto dal film "'900" di Bernardo Bertolucci.

“Meglio i pugni che internet”, intervista di Antonello Caporale a Mario Capanna pubblicata sul periodico mensile “Millennium” del 13 di luglio 2024: (…). “Internet è pericoloso, infetta, contagia, massifica. Non dà più libertà, a ben vedere la toglie. Non dà protagonismo, come dimostra la realtà invece lo evira. Non connette ma invece isola. Non riunisce, disperde. (…). Sa che le dico? Sono convinto che se ci fosse stato il web ci saremmo giocati il Sessantotto”.

Solo chi è nato alla metà del secolo scorso può dire una cosa simile. “Se fosse esistito il telefonino ci sarebbero stati i tazebao? Mi dica? Le assemblee sarebbero state così coinvolgenti, dense, fantasticamente partecipate? Aspetti: con internet e questa malefica connessione permanente, disperante, chi mai avrebbe viaggiato. Sapevamo che a Berlino. all'università c'era movimento, e si andava. A Berkeley si facevano cose? E noi eravamo lì”.

Guardare la realtà con gli occhi di oggi, non con quelli di ieri, è principio e destino dell'homo sapiens. “Ponevo un quesito legittimo sulla densità della vivacità intellettuale di quel grande movimento”.

Movimento che ha anche mostrato una rilevante vivacità muscolare. “I nostri primi atti furono nonviolenti. Ci facciamo trascinare sui marciapiedi, esibiamo il volto pacifico e per nulla muscolare”.

Poi però... “Poi però la forza vitale del movimento ha dovuto fare i conti con la violenza cieca del potere pubblico, della polizia, dello Stato”.

Avete dato e preso legnate. “Tante legnate”.

Ma i cazzotti fanno bene alla democrazia? “Senza il Sessantotto che Italia sarebbe? Passi in avanti dei diritti civili e di quelli sociali. Le ricordo l'equo canone, lo statuto dei lavoratori per dare il senso di ciò che accadrà grazie alla spinta degli studenti”.

La minigonna. “La donna che sceglie e decide cosa mostrare del suo corpo. La sessualità e la disponibilità a godere del sesso, ad averne piacere, a gestirlo è un'altra tappa delle virtù civili. Il femminismo come cultura di sé e nuovo protagonismo. Adesso il sesso è plastificato, virtuale, scomparso dalla vita dei ragazzi. Siamo al punto di sempre: il telefonino è la nostra grande sconfitta, l'aggeggio che ci fa vivere male”.

Lei ce l'ha con internet. “Noto l'afasia sociale, una indisponibilità per non dire indifferenza. Colpa della sinistra che non aggredisce come dovrebbe e potrebbe il capitalismo predone. Se nel mondo l'un per cento di chi lo abita ha le ricchezze pari a quelle del 99 per cento beh è certo che la diseguaglianza produrrà ingiustizia. Se non c'è chi si intesta questa battaglia di progresso le piazze deperiranno, si svuoteranno”.

La reputazione della classe politica è ai minimi. “La disistima ne è l'effetto collaterale anche se c'è vita sotto la coltre dell'indifferenza. Il destino dei palestinesi - per esempio - ha risvegliato nelle università del mondo una sensibilità, una necessità di confrontarsi, di vedersi, ritrovarsi, capire e battersi”.

Le università si sono riempite, ma le proteste non hanno cambiato il corso della storia recente. Proseguono i raid, le morti dei civili, la strage degli innocenti. Il Sessantotto invece consegnava vittorie. “È una verità indiscutibile”.

Vuole rievocare la vicenda del sequestro del professor Trimarchi, docente di diritto privato alla Statale. “Eravamo riusciti a impedire che nello statino universitario la bocciatura venisse certificata. Non c'era più bisogno di quella segnalazione, del tratto cattivista di chi deve a ogni costo dominare. Vuoi bocciare? Boccia pure, ma rimetti in tasca allo studente lo statino senza ulteriori afflizioni. Era stata una conquista di civiltà. Ma Trimarchi, professore di diritto privato, cocciutamente segnava la bocciatura”.

Cosa gli faceste? “Gli chiedemmo spiegazioni. Le sue motivazioni furono così deboli che si persero nel fuoco delle disapprovazioni. Fischi, qualche sberleffo”.

Venne la polizia a liberarlo. “Un'ora con noi nella stanza 208 e poi fecero irruzione”.

Avete cinque minuti per sciogliervi, lei disse al capo della Celere intervenuta durante il famoso corteo di largo Gemelli a Milano. “Quel corteo fu una. cosa enorme, un movimento mai visto. Quella provocazione aveva l'obiettivo di spiegare da che parte dovesse stare la polizia. Ricevemmo come risposta una quantità enorme di legnate”.

Vede? Sbeffeggiare in modo così plateale non fu una tattica vincente. “Eppure il giorno dopo, in piazza Duomo, i compagni mi accolsero con gli applausi. Temevo fischi invece capirono la portata della provocazione”.

La sinistra ha perso, la destra ha vinto. La storia sta dicendo questo. “La storia non si fa contando solo l'ultima frazione dell'ora, altrimenti dovremmo dire che la Rivoluzione francese è stata una truffa. Invece ha liberato popoli, pensieri, ha reso ovunque chiaro il principio che libertà ed eguaglianza sono beni indisponibili. Il nostro movimento ha fatto avanzare la coscienza sociale, quella definita di classe. Ha conquistato diritti, ha promosso idee, innovato i rapporti sociali. Certo, la storia ha anche i suoi pit stop”.

Ignazio Benito Maria La Russa, presidente del Senato. Un pit stop? “È il residuo passivo delle inadempienze della sinistra. Ha lasciato campo largo alle destre che hanno raccolto l’insoddisfazione, le difficoltà di vivere, la fatica di vivere di intere generazioni e hanno scelto di affidare alla destra il futuro”.

Che fare? Ricorda Lenin? “Mettere da parte il confronto muscolare. La destra ha bisogno dei muscoli che sono forza motrice del suo pensiero. Invece la sinistra ha l’esigenza opposta”.

Trovarsi in piazza felice e sognante? “In piazza ci arriverà se saprà parlare a chi finora è stato dimenticato e saprà aggredire il capitalismo predatorio”.

In Parlamento qualche segno di nervosismo c'è. “Farebbe male a raccogliere l'opzione rissa".

Mario Capanna e la nuova fenomenologia del cazzotto rientrante, assorbente. “Pensiamo al domani”.

Capanna ha due piccole urgenze. “Diventare nonno. Mio figlio, che abita a Milano e fa l'avvocato, ha avuto negli anni bellissime fidanzate che ho conosciuto e che ho adorato. Ma su quel lato non vedo progressi”.

Poi rivedere il vitalizio dimezzato. “Dieci anni fa hanno tentato di spernacchiarmi dicendo che io difendevo la casta, che godevo di un vitalizio per le mie legislature di parlamentare e di consigliere regionale della Lombardia. Non mi sono sottratto alle loro incursioni moralistiche forte del mio pensiero: i diritti acquisiti non devono essere toccati altrimenti si commette un abuso pericoloso. Si intacca lo Stato di diritto”.

Il suo vitalizio è stato asciugato di parecchio. “Una bella botta, ma l’ora della vittoria è vicina, e del ripristino di ciò che non poteva essere tolto. Quando accadrà andrò da Roberto Fico (ex presidente della Camera, ndr) e gli dirò: La vostra è stata solo una mossa demagogica. È servita a qualcosa? No".

Resta da capire perché, quando Mani pulite ha azzerato i partiti di governo e la cosiddetta casta è stata fatta fuori, lei non ha toccato palla. C'era un campo aperto... “Avevamo alla nostra destra un Pci troppo forte, troppo ingombrante, monopolista del consenso, anche spregiudicato”.

Vogliamo parlare dell'olio? “L'oliva borgiana (ricordi che ho piantato personalmente duecento ulivi) sospinge il suo sapore verso il pomodoro. È un contagio positivo e anche qui - e del tutto rispettabilmente - un processo movimentista e progressivo del sapore”.

L'olio che coltiva Capanna ha quel po' di rosso che non ti aspetti. “Un rosso stimabile”.

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