Sopra. "La giostra" (2024), acquerello di Anna Fiore.
“LaBravaGente” 2 “Inconsapevole Checco”. Lo zio di Checco Zalone, Nino, entrava in scena durante i funerali dei parenti. Recitava in versi filastrocche sconvenienti, diceva cose non edificanti sul defunto e con tutto l'ateismo di cui ogni rappresentazione cristiana è piena, gli insegnava che non esiste niente di più sacro dell'umorismo. A metà degli anni 80 Zalone era un bambino ancorato ai riti immobili di una provincia del sud, ma aveva già capito che far ridere, il più misterioso dei segreti, aveva a che fare con l'osservazione. Checco osservava tutti: il professore di filosofia, il prete, l'amico d'infanzia, la zia vicequestore, il padre che con una dozzina di amici suonava il basso a tempo perso, da dilettante, nelle sagre di paese. Li osservava e invece di giudicarli recitando da piccolo moralista, Checco ne ospitava i difetti nei cassetti della memoria per tirarli fuori a tempo debito. Negli anni, per diletto, proprio come suo padre, Zalone ha trovato la sua strada. L'ha trovata senza dimenticare una sola faccia, un solo nome o un solo fallimento. A iniziare dai suoi. Provò a entrare in polizia, a vendere cerotti per il naso, ad accarezzare il pianoforte vestito da Babbo Natale per 50 euro a serata porgendo l'altra guancia e ricevendo spesso uno schiaffo. Colpi che lo hanno aiutato a relativizzare l'insuccesso rendendogli più lieve il suo contrario. Spiritoso e timido, feroce e gentilissimo, Zalone è diverso da tutti gli altri. Sa di piacere molto, ma si piace poco. Continua a stupirsi. Ha un'umiltà di fondo che non somiglia a una maschera. È rimasto ansioso, come da ragazzo, perché non c'è plebiscito popolare che ti possa convincere di ciò di cui non sei convinto tu, ma essendo intelligente ha deciso comunque di arrendersi. Non si domanda più perché lo amino e forse non se l'è mai chiesto davvero. L'inconsapevolezza è la sua forza, sul palco e in una realtà che è sopportabile solo se può essere trasformata in surreale. L'inconsapevolezza gli fa dire cose che dette da altri apparirebbero sinistre. Zalone porta in scena l'assurdo. Zalone continua a giocare. Lo faceva ieri e lo fa anche oggi. L'ho visto sudato, stravolto, felice, emozionato come può essere solo qualcuno che non finge, in concerto con Francesco De Gregori. Divennero amici dopo una telefonata e non si sono più persi di vista. L'anno scorso hanno registrato un disco, poi hanno deciso di esibirsi. Dividendo le canzoni, la scena e un concerto in due date uniche. Nessuna tournée, nessuna programmazione futura, nessun particolare calcolo. Niente trucchi. Niente inganni. Solo l'idea di ripetere lo spettacolo d'arte varia che senza pubblico, in un'abitazione privata, avevano fatto tante volte insieme. Mentre nel cielo i fulmini promettevano il peggio e la pioggia a ondate infieriva sugli strumenti, Zalone è tornato a qualche decennio prima: «Chiunque lo conosca bene può chiamarlo senza offesa/ uomo di poca malinconia». Tra un pezzo e l'altro scherzava con il suo amico e quando l'altro, da consumato demiurgo, girava pagina, Checco, da soldato semplice devoto al suo generale, ubbidiva. Chi li guardava sapeva di assistere a un evento irripetibile. Chi li guardava si chiedeva perché non ci fossero lì, a disposizione, 200 date pronte per sentire ancora le storie di ieri e quelle di domani. La risposta era chiara. Una sorpresa non può diventare routine. La bellezza è un lampo: «È così triste essere bravi, si rischia di diventare abili». A concerto finito, i musicanti sono saliti sulle loro macchine e sono andati via. Gli strumenti e le casse sono state caricate sui camion. I camerini sono rimasti vuoti. Dell'ego di Zalone, come sempre, non c'era traccia: «In un mondo in cui tutti sentono il bisogno e l'urgenza di dare la propria opinione, io mi rendo conto che la mia non è interessante. Non so cosa dire. Che devo dire?».
N.d.r. Le due “storie” de’ “la brava gente” sono state scritte da Malcom Pagani e sono state pubblicate - con i titoli riportati - sul settimanale “d” del quotidiano “la Repubblica” rispettivamente il primo di giugno ed il 22 di giugno 2024.
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