Ha il “vezzo” la Giorgia nazionale, e ad ogni pie’ sospinto, di autodefinirsi come segue: “Sono Una Donna, Sono Una Madre, Sono Cristiana”. Passi pure per quell’essere “cristiana”, la qualcosa devierebbe e di molto l’argomento di lettura e di riflessione conseguente; e passi pure per quell’essere “una Madre”, per il quale merito conquistato o meno non si hanno conoscenze e/o dati oggettivi di valutazione. Ma per quell’essere “una Donna” c’è da farsi cadere di schianto le braccia alla luce di ciò che l’innominabile suo “duce”, ispiratore ideale e politico della nostra, ha potuto escogitare nei confronti delle donne tutte del suo tempo. Donde ne viene della limitatezza delle letture sue e delle conoscenze che ne derivino. Le si offre un breve soccorso alla conoscenza sua. Ha scritto Giacomo Papi – alle pagine 76-77-78 - di “Italica” – Rizzoli editore, 2022, pagg. 447, euro 20 – che:
“Capitolo terzo”. Dal “Longform” «La sfavorita» pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del 14 di maggio 2023:
“Una casa e 100 milioni di lire a 32 anni”
Nell'epica delle tre donne che affrontano da sole ogni avversità, Anna Paratore è lo scoglio nella tempesta. Una donna forte che, come lei stessa racconta, regala un futuro alle due figlie lavorando come "ragioniera", "promoter nei supermercati", artigiana di ghirlande e altri oggetti da vendere nei mercatini di Natale. Si ingegna scrivendo "almeno 137 romanzi rosa" con il nom de plume di Josie Bell e Amanda King. "Avevo due ragazzine da mandare a scuola e da crescere. Eravamo sole. Ricordo le docce gelate perché non c'erano soldi per cambiare la vecchia caldaia, i mesi al buio tappate in casa, perché non potevamo aprire le persiane pericolanti", narra la madre di Giorgia Meloni. Una versione che combacia perfettamente con i ricordi della premier: "Mia madre lavorava sempre, inventandosi mestieri ogni volta diversi, tanto che a un certo punto si mise a fare la scrittrice ed è finito che ha scritto circa centoquaranta romanzi rosa. La sua straordinaria intelligenza l'ha resa eclettica. Però è sempre stata un po' sfortunata, e di soldi non ce n'erano mai abbastanza". A lei, scrive Giorgia Meloni, "devo tutto". Conviene allora tornare al civico 237 dell'elegante palazzo della Camilluccia. Nel dicembre 1979, "Anna Paratore - si legge nell'atto notarile - impiegata", acquista l'appartamento dalla società edile romana che lo ha costruito. A 26 anni ha le capacità finanziarie per versare 17 milioni di vecchie lire e stipulare un mutuo di 30 milioni di lire. Spende dunque per l'acquisto dell'appartamento 47 milioni di lire. Tuttavia, chi conosce bene Francesco Meloni ritiene che, fino a quando la fortuna lo ha accompagnato, l'uomo non si è completamente disinteressato delle due famiglie che ha costruito in Italia, aiutandole finanziariamente finché questo è stato possibile. Le stesse fonti sostengono persino che, prima di partire per la Spagna, sia stato lui a comprare l'appartamento a Roma Nord. "Certo, quella casa l'ha comprata mio padre", dice Barbara. Secondo la famiglia di Francesco Meloni, lui l'avrebbe intestata ad Arianna e Giorgia, all'epoca minorenne, e avrebbe concordato con Paratore una sorta di usufrutto. "Voleva tutelare le figlie più che la madre", spiega Gemma Meloni, la sorella di Francesco. I documenti notarili non fanno però alcun riferimento a Francesco. Ma rivelano che il trasferimento dalla Camilluccia alla Garbatella - un altro passaggio apprezzabile di quella che Turco definisce "un'attenta costruzione del personaggio [ndr, di Giorgia Meloni], una costruzione a volte anche piuttosto arbitraria" - ha permesso alla Paratore di guadagnare una somma considerevole. Nel 1983, nonostante l'incendio della casa descritto in "Io sono Giorgia", la donna vende infatti l'appartamento per 160 milioni di lire, a un prezzo quattro volte superiore rispetto a quello per cui lo ha acquistato solo quattro anni prima. Subito dopo, la mamma di Giorgia Meloni investe circa 60 milioni di lire per comprare un altro appartamento, nella rossa e popolare Garbatella, a due passi da dove vivevano i suoi genitori. I ricordi di quel tempo annotati in "Io sono Giorgia" riguardano soltanto le difficoltà economiche, le avversità e anche gli spazi angusti nella casa dei nonni. Giorgia Meloni ricorda così quel periodo: "Da bambina, insomma, ho passato tante notti in un corridoio con i piedi di mia sorella spalmati sulla faccia. Quando poi siamo cresciute ho avuto, in premio, una brandina in cucina, tutta per me. È stata una bella conquista". Dagli atti notarili emerge altro. La nuova casa dove la famiglia si trasferisce dopo aver venduto l'appartamento di Roma Nord è un cinque vani, cantina inclusa, ai piani bassi di un palazzo che affaccia su un cortile condominiale verde e silenzioso. E oltre a quello che dalle carte appare un dignitoso tetto sulla testa, l'affare permette alla Paratore di avere un ricavato nella differenza tra vendita e acquisto di una nuova casa di circa 100 milioni di lire. Una cifra non irrisoria in quel 1983 quando, secondo la Banca d'Italia, il reddito individuale medio annuo degli italiani è di 11 milioni di lire. (Continua).
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