Ha scritto Dario Vergassola in “C'era una svolta... e non c'è più” pubblicato sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del 12 di maggio 2023: Quello della preside dello Zen... è un caso di scuola: l'antimafia non si fa a chiacchiere. Forse qualcuno ritiene di avere una speciale dispensa che l'autorizza a riempirsi la dispensa. E forse crede che i computer portatili si chiamino così perché puoi portarteli via. Nel caso, bisogna spiegargli che sbaglia, e soprattutto che "fare attenzione alla legalità" non vuol dire fare attenzione che la legalità non ti sgami mentre ti freghi di tutto, dal televisore al rosmarino. Ma voltiamo pagina: c'era una svolta. Intendo la "svolta di Fiuggi", quella in cui l'Msi prese le distanze dal Duce e compagnia brutta.
“Capitolo secondo”. Dal “Longform” «La sfavorita» pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del 14 di maggio 2023:
"Cavallo pazzo"
Per capire meglio come sia stata acquistata la casa di Roma Nord si arriva a Francesco Meloni. È importante capire chi fosse il padre della attuale premier, perché, come scrive la giornalista dell'Espresso Susanna Turco, autrice del libro Re Giorgia, Francesco Meloni è persona fondamentale e funzionale alla narrativa della underdog che Giorgia Meloni offre di sé; lui è, scrive Turco, "l'evento chiave da cui far partire tutta la scena, se la vita di Giorgia fosse un film". È rilevante anche perché Anna Paratore ha vissuto per alcuni anni - e quando Giorgia Meloni era in rapida ascesa nella sua carriera politica - una vita da imprenditrice che, come vedremo, la collocava molto vicina alla famiglia dell'ex marito. Giorgia Meloni dedica poche righe al padre, e quei pochi flash servono soprattutto a criticarlo con estrema durezza. Lo descrive come un uomo egoista e distaccato, che abbandona la compagna e le figlie per iniziare una nuova vita altrove. Repubblica ha intervistato decine di fonti, tra cui l'unica sorella in vita di Francesco Meloni, Gemma Meloni, nonché le altre due sorelle dell'attuale premier, Barbara e Simona. Sono figlie della relazione che Francesco Meloni ha avuto con una donna conosciuta prima di incontrare Anna Paratore, Maria Grazia Marchello. Anche se della loro esistenza, nonostante i legami affettivi e familiari che ci sono stati per anni, "Io sono Giorgia" non faccia alcuna menzione. Francesco Meloni è nato a Roma il 10 novembre 1941 da una famiglia di artisti. Suo padre, Giovanni Meloni, detto Nino, è un regista radiofonico che dirige romanzi sceneggiati e radiodrammi, che muore nel 1960. Sua madre è Zoe Incrocci, un'importante attrice radiofonica, teatrale, televisiva e cinematografica. Una stella che brilla a partire dagli anni Cinquanta vincendo poi, nel 1991, il David di Donatello e il Nastro d'argento come migliore attrice non protagonista nel film Verso sera. La sua carriera, in cui si distingue anche come doppiatrice, diventando la voce italiana di Marilyn Monroe in Eva contro Eva e di vari personaggi Disney, è all'origine di un certo benessere della famiglia. In "Io sono Giorgia" non c'è un solo riferimento alla nonna paterna, ma il primo capitolo è curiosamente intitolato Piccole donne, come la pellicola in cui esordì Zoe Incrocci, una miniserie televisiva trasmessa dalla Rai nel 1955. Nell'autobiografia non si fa cenno neppure agli zii paterni, neanche a quelli che hanno fatto carriera nel mondo del cinema o della televisione. Come Raffaele Meloni, regista. O sua figlia Chiara, la cugina del premier, morta nel 2022. Proprio quest'ultima, pochi giorni dopo la pubblicazione di "Io sono Giorgia", in risposta a un post pubblicato dalla giornalista Selvaggia Lucarelli che sottolineava le "bugie nel libro di Giorgia Meloni", scrisse su Twitter: "Molte di più di quanto tu possa immaginare. Davvero molte, non è un libro. È uno strumento funzionale ad uno scavalco politico". Un altro zio era Mario Meloni, giornalista Rai morto nel 2019 e ricordato dai colleghi come un uomo che ha "davvero contribuito alla difesa della libertà di informazione" e ha "onorato sino all'ultimo giorno di vita la Costituzione antifascista e antirazzista". Parlando con Repubblica, l'unica sorella in vita del padre di Giorgia Meloni ricorda di una famiglia, la sua e di Francesco, di sinistra e antifascista. Si chiama Gemma Meloni ed è una donna matura che vive con la famiglia e un piccolo cagnolino in un sobrio appartamento di Roma Nord, circondata dai suoi libri e dai ricordi di una vita. Non ama parlarne, ma apre ugualmente la sua porta e con educazione invita a entrare nel salone della sua casa, che si apre oltre la libreria che sovrasta l'anticamera. Circondata da volumi sulla seconda guerra mondiale, Gemma Meloni declina le risposte a molte domande, spiegando di voler proteggere la sua famiglia. Ma è proprio per questo senso di protezione e dignità che accetta di spiegare chi fosse "veramente" suo fratello. Nel suo racconto, Francesco è un uomo poliedrico. Commercialista irrequieto e idealista, ama la vela, la lettura e gli affari. "Una persona solare che faceva amicizia ovunque. Diciamo pure un pazzo furibondo", spiega la sorella. All'età di 26 anni diventa papà di Barbara e, poco dopo, nasce anche Simona, che oggi vive al sesto piano di un palazzone a Palma di Maiorca, dove Repubblica l'ha rintracciata e intervistata. Barbara e Simona sono nate dalla relazione sentimentale con Maria Grazia Marchello, fidanzata storica di Francesco che in seguito sposerà. E da cui si allontanerà dopo aver incontrato Anna Paratore, la giovane segretaria del suo studio professionale. Rimarrà comunque in buoni rapporti con la sua prima moglie. Quando si avvicina ai 40 anni, dopo la nascita di Arianna e Giorgia, Francesco Meloni torna a mettere a soqquadro la sua vita. "Era deluso del lavoro e da chi aveva accanto, che in quel momento era Anna Paratore - dice sua sorella - A me ha detto: 'lavoro solo per mantenere tutta questa famiglia; ho bisogno di partire'. È partito da solo ed era in un momento di crisi". È in questo periodo che Francesco Meloni libera le cime di ormeggio della sua barca, dal nome evocativo "Cavallo Pazzo", e, navigando per il mondo, si ferma a La Gomera, una piccola isola delle Canarie di cui lo affascina la natura selvaggia. Qui, incontra Maria Teresa, la sua terza compagna, e i figli che la donna aveva avuto da una precedente relazione, Axel e Luis. Maria Teresa, di cui Francesco "s'innamora perdutamente", racconta ancora Gemma Meloni, diventerà anche una partner in affari. In pochi anni, secondo i documenti ottenuti da Repubblica, Francesco acquista quattro proprietà di grande valore, tra cui una bella casa del XVIII secolo che restaura e che oggi ospita il Museo Archeologico de La Gomera. Quindi apre un elegante ristorante, El Marqués de Oristán, e la prima discoteca dell'isola, il Fin Fan. In quegli anni la relazione già difficile con Anna Paratore viene messa a dura prova. "I miei discussero a lungo, e aspramente", scrive la premier rievocando un viaggio insieme alla sorella in cui le due bambine si perdono all'aeroporto di Madrid. Ma nonostante le tensioni e la lontananza, Arianna e Giorgia continuano a coltivare il rapporto con il padre e trascorrono con lui gran parte dell'estate. "Quelle settimane", secondo la narrazione di "Io sono Giorgia", permettono alla premier "di crescere bilingue". A La Gomera, oltre a coltivare la sua naturale inclinazione per le lingue straniere, Giorgia si avvicina alle sorelle Barbara e Simona Meloni, che pure lei cancellerà dalla sua autobiografia, e che oggi ricordano quelle estati indimenticabili e la complicità familiare. "Io alle mie sorelle voglio un gran bene", dice Barbara, la maggiore, che ricorda con nostalgia alcuni riti familiari, come i pranzi alle due del pomeriggio, "tutti insieme, perché ad alcune cose mio padre ci teneva molto e non potevi mancare". "Io ero quella che le controllava sempre, mi occupavo di loro e mi preoccupavo. Poi, siccome ero la più grande, andavo a divertirmi la sera, a ballare nelle piazze. Loro rimanevano a letto, arrabbiate", racconta sorridendo. "Quando ero piccola - dice Simona, l'altra sorella - i ricordi sono tutti belli. Poi i rapporti si sono persi, si sono diluiti". Tutto precipita nel 1988. Tra Francesco e Giorgia accade qualcosa, il rapporto si incrina, per sempre. Nel racconto di Giorgia Meloni, quest'ultimo incontro avviene a La Gomera; in quello della Paratore, nel giardino romano di Villa Borghese. In ogni caso, quel litigio è l'inizio della fine - "la pietra tombale", si legge in "Io sono Giorgia" - del legame padre e figlia. Una scelta di lei. Simona, che come Barbara non entra nel merito della vicenda, tiene a precisare: "Il padre è stato lo stesso per tutte noi quattro. Non era un padre tradizionale, ma aveva molte cose buone. Probabilmente la relazione sarebbe stata differente se la madre fosse stata differente?" "Mio padre non era una persona facile", ammette Barbara, l'altra sorella. "Ma dietro ai figli ci sono i genitori, ci sono delle mamme. Io ho avuto una mamma, e Giorgia un'altra", dice con amarezza. La rottura con Giorgia tormenta Francesco Meloni per molti anni. Lettere e visite romane non gli permettono di rimediare agli errori del passato. E così segue la carriera della figlia solo attraverso i racconti della stampa. Non ha più un rapporto con la figlia piccola quando iniziano i problemi finanziari. Gli affari alla Gomera non vanno più bene e negli anni Novanta si trasferisce a Palma di Maiorca. Nel settembre 1995 viene arrestato e poi condannato a nove anni di carcere per traffico di stupefacenti dal Marocco. Insieme a lui vengono processati Axel e Luis, i due figli di Maria Teresa, e un'altra persona, un ragazzo romano che aveva sposato Barbara. Tutti sconteranno pene nel penitenziario di Palma, città dove Francesco morirà, dopo una lunga e straziante malattia, nel 2012. I 1.500 chili di hashish che la barca a vela trasportava quando è stata sequestrata sulla vicina isola di Minorca erano destinati al litorale romano, o almeno è questo che rivela Francesco alle autorità spagnole. Negando di essere un narcotrafficante e scagionando gli altri tre membri dell'equipaggio, spiega che l'affare illecito sarebbe dovuto servire a ripianare i suoi debiti. Gli investigatori spagnoli dell'epoca, raggiunti e ascoltati da Repubblica, lo confermano: "All'epoca, i gruppi criminali utilizzavano uomini d'affari in difficoltà finanziarie e con esperienza nella navigazione per trasportare la droga", afferma un alto funzionario. Una fonte che ha accesso al dossier di Francesco Meloni rivela che la "soffiata" da cui è partita l'indagine è arrivata dalla Guardia di Finanza italiana. "Sospettavano dei proprietari della barca, non di Francesco Meloni", dice, spiegando di aver seguito l'imbarcazione fin da quando è stata noleggiata a Marsiglia (Continua).
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