Tratto da “I
giovani del nichilismo attivo” di Umberto Galimberti, pubblicato sul
settimanale “D” del quotidiano la Repubblica del 9 di dicembre dell’anno 2017: Non
negano la condizione nichilista del nostro tempo ma, con un confronto serrato
con la realtà, non rinunciano a realizzare i loro sogni. (…). Il nichilismo è
stato enunciato da Nietzsche in questi termini: «Nichilismo: manca lo scopo,
manca la risposta al "perché?". Che cosa significa nichilismo - che i
valori supremi perdono ogni valore». Lasciando perdere la considerazione sui
valori che non sono entità metafisiche che scendono dal cielo, ma semplici
coefficienti sociali che una società adotta per ridurre al minimo la sua
conflittualità interna. Decisivi sono: la mancanza dello scopo, e quindi del futuro
che non è più una promessa ma una minaccia, e la mancanza di una motivazione in
grado di giustificare la propria esistenza quando il futuro non ha nulla da
promettere. (…). …il nichilismo non è avvertito dai giovani come una minaccia o
una condizione tragica senza prospettive, ma come "la neo-condizione
naturale di stare al mondo", al punto che la situazione nichilista che
caratterizza il nostro tempo, se prima poteva essere riconosciuta come
"malessere", oggi viene considerata, (…): "lo standard a cui non
si vuole rinunciare". Questo mutamento della percezione estingue
ovviamente il desiderio di cambiare, perché se il desiderio, (…), è
"mancanza", là dove non si sente la mancanza non c'è nessuna
possibilità e neppure voglia di cambiare le cose. E anche se le condizioni di
malessere ci sono tutte (mancanza di lavoro, mancanza di soldi per abitare una
casa propria e nel caso mettere al mondo dei figli, mancanza di prospettive e
impossibilità di progettare la propria vita a lungo termine), (…), "la
miccia non si accende" perché questo malessere è attutito dall'assistenza
dei genitori, per cui la mancanza non viene percepita come una vera mancanza. Questo
difetto percettivo è la peggior cosa che possa capitare, perché tutto resta
fermo, in attesa che le cose un giorno possano cambiare. Tragica illusione
della speranza, utile solo a preparare il terreno alla disperazione, che
colpisce naturalmente solo coloro che hanno sperato. L'unica possibilità di
fuoriuscita dall'atmosfera pesante del nichilismo io la vedo solo nei giovani (…),
che io chiamo del "nichilismo attivo", i quali non negano la realtà
nichilista, anzi la guardano bene in faccia, ma nel contempo hanno una gran
voglia di realizzare i loro sogni, che non lasciano malinconicamente smarriti
nell'"ottativo del cuore umano", ma li declinano all'"indicativo
presente" con un confronto serrato con la realtà. Detto questo, neanche i
nichilisti attivi riusciranno ad arrestare il tramonto dell'Occidente che è
scritto nel suo stesso nome.
Grazie, Aldo, di questo nuovo post tanto significativo e prezioso per le illuminanti considerazioni che contiene. Oggi, come afferma il Professor Galimberti, "l'uomo non è più soggetto del suo operare, ma il semplice esecutore di azioni descritte e prescritte dall'apparato tecnico, regolato dai soli criteri dell'efficienza e della produttività... Il valore del denaro è assunto a unico generatore simbolico di tutti i valori... e anche il mondo delle relazioni è coltivato solo se garantisce un qualche vantaggio economico o di prestigio"(La parola ai giovani-Feltrinelli). Penso che tutto questo deformi la personalità dei giovani i quali spesso hanno fretta di realizzare i propri sogni e questa fretta rischia di degenerare in una forma di cinismo, poiché essi si affidano all'indifferenza e al controllo dei sentimenti e delle emozioni, per evitare che le passioni diventino un ostacolo all'autoaffermazione. Bisogna esortarli a coltivare anche i sentimenti, perché ciò li aiuta a passare dal "nichilismo passivo" al "nichilismo attivo", riempendo anche
RispondiEliminala loro vita di un forte senso morale, rafforzando l'autostima e il coraggio di agire, per cambiare il mondo e poter realizzare i propri sogni. Agnese A.