"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

venerdì 25 novembre 2022

ItalianGothic. 14 Daniela Ranieri: «Togliere il pane di bocca ai poveri e alle loro famiglie per meno di 800 milioni di risparmio (a fronte di 26 miliardi per la spesa militare, da aumentare)».  

 

“A Mussolini non piacevano le donne”, colloquio di Brunella Schisa con la saggista Mirella Serri pubblicato sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del 18 di novembre 2022 per la presentazione del volume “Mussolini ha  fatto tanto per le donne!”: Il 14 novembre 1947 i padri costituenti discutevano gli articoli del Titolo IV: "La magistratura".  Giovanni Leone, futuro presidente della Repubblica, sostenne che le donne dovevano tenersene lontane perché troppo sentimentali, fragili, emotive. Altri giuristi avallarono il preconcetto con perle indimenticabili («In certi giorni sono intrattabili»). L'Italia usciva da un ventennio in cui Mussolini aveva posto le donne in totale sudditanza rispetto agli uomini: cacciate dalla pubblica amministrazione, dall'università, dalla scuola, dimezzato il salario, inasprito il diritto di famiglia. Negato il voto. Il fascismo aveva imposto un maschilismo di Stato alimentando pregiudizi e stereotipi che si sono rivelati duri a morire. Mirella Serri, docente di Letteratura moderna e contemporanea, racconta quello che nessuna biografia ha messo in luce: il profondo disprezzo del Duce per le donne. Mussolini ha fatto tanto per le donne! Sì, soprattutto del male. Era un uomo violento, geloso, prepotente, crudele, sadico.

Eppure le donne che lui disprezzava lo hanno aiutato nella sua irresistibile ascesa. «Fin da quando era socialista, il futuro Duce aveva capito l'importanza del movimento che chiedeva una sempre maggiore presenza delle donne nella vita politica e lavorativa. Alcune, come Anna Kuliscioff, furono sue acerrime nemiche, mentre altre subirono il suo fascino e furono fondamentali per la sua scalata al potere, come Angelica Balabanoff e Margherita Sarfatti».

Mussolini era un traditore seriale con un appetito sessuale formidabile e anche chi non Io amava alla fine si innamorava, come Bianca Ceccato. «Anche prima di diventare capo del governo, consumava ogni giorno un rapporto con una nuova donna. Costrinse la Ceccato ad abortire, la obbligò con la forza a lasciare il fidanzato e poi a dargli un figlio. Aveva un giro di nuove e vecchie amanti vorticoso, tutte attratte da lui».

Il maschilismo esisteva anche prima di Mussolini e lui lo ha alimentato. I pregiudizi sono davvero morti? «Il maschilismo di Stato di Mussolini è il modello del moderno maschilismo. Si distacca dalla tradizione. I femminicidi attuali si collocano sulla scia del maschilismo fascista. Con lo squadrismo Mussolini inaugurò un lessico sessista e violento contro le donne che ancora oggi imperversa sui social».

Perché il suo libro si ferma alla metà degli anni Venti? «Racconto l'iter delle leggi mussoliniane che vanno dalla cacciata delle donne dal mondo del lavoro, della scuola, dell'insegnamento per trasformarle in mogli e madri esemplari. Negli anni Trenta inizia il legame con Claretta Petacci che ho già approfondito in Claretta l'hitleriana».

Di seguito, «Macché “Destra sociale”. È darwinismo anti-poveri» di Daniela Ranieri pubblicato su “il Fatto Quotidiano” di ieri, 24 di novembre: (…). La schietta, popolare Giorgia va molto fiera di aver tolto il Reddito di cittadinanza a quei disoccupati che con ribaltamento semiotico vengono chiamati "occupabili", fingendo di ignorare che tra i percettori ci sono anche i già occupati che pur lavorando sono sotto la soglia di povertà (naturalmente questo governo filo-industriale si guarda bene dal fare una legge sul salario minimo). Togliere il pane di bocca ai poveri e alle loro famiglie per meno di 800 milioni di risparmio (a fronte di 26 miliardi per la spesa militare, da aumentare) e punire altre categorie con la manovra finanziaria è il biglietto da visita di questo governo. Le donne senza figli andranno in pensione a 60 anni (non più a 58), quelle che hanno fatto un figlio a 59 e quelle che ne hanno fatti più di uno a 58. L'idea sottesa è che le donne senza figli, che siano esse infertili o, Dio non voglia, semplicemente pigre e magari "in carriera", sono considerate improduttive per la società, dunque da punire con la fatica; così la pensione (che attiene al lavoro, non all'uso delle tube di Falloppio) da misura di previdenza sociale diventa un bene biosociale che lo Stato corrisponde a chi dona figli alla Patria. Naturalmente gli uomini godranno della pensione solo sulla base dell'età, del lavoro più o meno usurante e dei contributi versati, e non della prole generata: ciò è costituzionale? Così anche la donna che abortisce viene punita, e vedrete che proveranno in tutti i modi, senza agire sulla 194, a rendere l'aborto un affare da codice penale, a disincentivarlo con misure persecutorie a livello finanziario o di stigma sociale. È la risposta brutale a una nota ossessione della destra: la "sostituzione etnica". Denatalità e immigrazione ci estingueranno come popolo, con tutte le nostre tradizioni, compreso il presepe davanti al quale Meloni si fotografava compulsivamente, eroina della resistenza contro l'islamizzazione delle nostre scuole. Occorre sfornare veri italiani (ora si capisce l'insistenza con cui Giorgia si rappresenta ossessivamente come madre), anche monetizzando il parto e il matrimonio; (…). È puro darwinismo sociale, altro che destra sociale: pugno duro contro poveri, donne, la-voratori, studenti (i soggetti che storicamente incarnano il conflitto e possono essere motori di cambiamento); già che ci siamo, crepi anche l'anziano ospedalizzato (bravo il ministro della Salute, ch'è pure medico: se non fosse intervenuto Mattarella, avrebbe tolto l'obbligo di mascherine anche in ospedali e Rsa). Carezze invece a evasori, tangentari, spalloni, mazzettieri: avercene. Meloni dice tutto ciò anche col tono di voce: duro, maschio, liquidatorio. Intorno a lei, uno stuolo di revanscisti di destra contentissimi di contare finalmente qualcosa e perciò sfrenati, sadici, villani (il sottosegretario Durigon, quello che voleva intitolare un parco al fratello di Mussolini: "Cosa accadrà a quelli che non trovano lavoro? Lo cercheranno"). È chiaro, ora, per chi era "finita la pacchia"? Giorgia e i suoi hanno dichiarato guerra al popolo: non dovrebbero stare tanto tranquilli, guerrafondai e fanatici della legittima difesa come sono.

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