"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

lunedì 14 novembre 2022

ItalianGothic. 11 Furio Colombo: «Meloni ama tutto del prima. Ma non ha uno sguardo sul dopo. Se mai, disprezzo».

 

IlVecchioCheAvanza”. Ha scritto Evelina Santangelo in “Interesse nazionale” pubblicato sul settimanale “L’Espresso” del 6 di novembre 2022: Non c'è espressione in apparenza più ovvia. Nessuno potrebbe mai dire di non volere l'interesse nazionale in ogni ambito. Niente di problematico dunque. E invece niente di più problematico. Perché l'espressione nella sua genericità non è così ovvia e neutra scandita nel modo assoluto in cui la pronuncia la premier Giorgia Meloni (e uso il femminile nell'interesse nazionale di emancipazione delle donne). Una tale espressione infatti implica un'idea di nazione e un'idea di interesse: una visione conservatrice, impegnata a mantenere tradizionali dinamiche socioeconomiche ormai obsolete e discriminanti oppure una visione progressista, cioè sensibile allo spirito e alle istanze dei tempi che esigono allargamento di diritti, equità, una nuova giustizia sociale ed economica, un'idea ecosostenibile di innovazione, nonché il rispetto dei trattati internazionali ispirati alla convenzione universale dei diritti dell'uomo, visto che le nazioni sono fatte di persone. Così, passare dal ministero della Transizione ecologica al ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica che dichiara di voler «diversificare le risorse» tornando a sfruttare risorse fossili «bloccate dall'ideologia ambientalista» significa esprimere una visione dell'interesse nazionale che non tiene conto del pianeta di cui qualsiasi nazione fa parte. E nel salvaguardare un'idea di famiglia tradizionale talmente limitata che la stessa Meloni fatica a costruirsi, l'interesse nazionale coincide con la discriminazione della maggior parte delle «famiglie» fatte da diverse forme di unione. È con espressioni del genere, in apparenza neutre e universalmente condivisibili, che si creano i presupposti per fare precipitare un Paese nel peggior passatismo facendo finta di esser mossi dal più neutro bene comune: la nazione. La peggiore trappola in cui cadere. Che si esigano parole precise, compromettenti, divisive. Di seguito, “Nuovo vecchio governo” di Furio Colombo pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del 9 di novembre ultimo: Per un leader molto orgoglioso (nel nostro caso una leader) appena giunto al potere, l'indispensabile modo di esordire è il nuovo, il mai accaduto, l'iniziativa di cui altri, prima d'ora, non sono stati capaci. Giorgia Meloni, che ha fatto del "nuovo" e del "mai più tutto come prima" la sua giovane bandiera, aveva a disposizione un vasto spazio vuoto che neppure abili governi di salvezza nazionale erano riusciti ad occupare. Per esempio, avrebbe dovuto aprire una commissione d'inchiesta sulla manifestazione No Vax trasformatasi improvvisamente, all'insaputa delle forze dell'ordine, in assalto e distruzione della sede nazionale della Cgil delle dimensioni e con le conseguenze che sappiamo. È vero che la stessa Cgil non ha insistito, forse per non sembrare la Cgil di una volta, troppo combattiva e ostinata. Ma il nuovo è il nuovo, e non ha bisogno di imbeccate. Investigare No Vax e neofascisti come gruppi collegati o congiunti avrebbe dato al nuovo governo un tocco di Fbi che avrebbe allargato di molto la sua credibilità. Ma qui entriamo in pieno nel mistero italiano dei No Vax, una organizzazione vasta, ben distribuita e pronta a sfidare e irridere anche il presidente della Repubblica, in un Paese in cui molti buoni ginecologi si proclamano "obiettori" contro l'aborto, pur di diventare primari. Privi di cultura generale, di informazione specifica, di rapporto di conoscenza e di lavoro con la scienza i No Vax si sono schierati nelle cliniche e nelle piazze, nelle manifestazioni politiche, in tutti i cortei, molto sicuri e con l'aria di chi si sente ben sostenuto, di fronte a vescovi, esperti, autorità civili e militari di ogni genere e grado, e soprattutto senza preoccuparsi di norme, leggi e regolamenti, che erano speciale materia di scherno, insulto, irrisione. La materia è interessante perché il nuovo veniva avanti con l'aria di voler creare finalmente un Paese osservante delle regole e poco amico delle piazzate. Invece si è saputo che il nuovo predilige le piazzate, non vuole la scienza, che chiama "religione" come modo di irridere alle sue scoperte, e chiama scienza alcune superstizioni di origine tuttora oscura (chi vuole, e perché, stroncare la scienza?). Piazze e autobus, scuole e ogni luogo di riunione si sono trovati all'improvviso gremiti di No Vax (in molti casi portatori di violenza fisica e di aggressioni). E adesso si sente parlare della più strana deformazione del "nuovo", che si era appena fatto avanti con tanta spavalderia per ritirare il premio. L'idea è l'organizzazione di una inchiesta per capire chi e perché ha maltrattato i No Vax cercando di spingerli ai margini. Nel frattempo si era cominciato a parlare (da parte dei portatori del "nuovo") della naturale comodità del danaro liquido nelle mani dei cittadini che possono. Si è fatto l'esempio di un gettone da diecimila euro disponibile a chiunque (se li ha) in modo da poter pagare subito, e con facilità, senza il fastidio di assegni e di carte di credito. C'era altro, però, c'era molto di più nell'inno al trono di Giorgia Meloni. C'era la promessa che invece di lavorare a spaccare sempre di più l'Italia, con ragioni buone o cattive, ci si sarebbe impegnati a non esacerbare l'offesa degli uni agli altri, e a considerare la Storia come una serie di eventi non cancellabili che non sono uno sbarramento al futuro ma, al contrario, un modo di viverlo da adulti informati. Invece la scelta è stata di offrire alla votazione del Senato, come seconda carica dello Stato, la persona più francamente e totalmente fascista di tutto il Parlamento (eletto, per giunta, anche con decine di voti non dichiaratamente fascisti). Anche il candidato eletto alla presidenza della Camera è stato indicato dal "nuovo", scegliendo il più attivo fra coloro che negano tutti i diritti umani e civili, rifiutano come una maledizione (religiosa e politica) ogni accostamento alla Chiesa cattolica, a partire da Giovanni XXIII. Come si vede è un lungo, triste passato ogni punto di programma della nuova leader. Meloni ama tutto del prima. Ma non ha uno sguardo sul dopo. Se mai, disprezzo.

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