“Stella Di
Mare” (1979)
Così stanco da non dormire
Le due di notte e non c’è niente da fare
Mi piace tanto poterti toccare
O stare fermo e sentirti respirare
Dormi già, pelle bianca
Come sarà la mia faccia stanca
Provo a girare il mio cuscino
È una scusa per venirti più vicino
Provo a svegliarti con un po' di tosse
Ma tu ti giri come se niente fosse
Spengo la luce, provo a dormire
Ma tu con la mano mi vieni a cercare
Tu come me
Tu come me
Che le stelle della notte fossero ai tuoi
piedi
Che potessi essere meglio di quello che vedi
Avessi qualcosa da regalarti
E se non ti avessi, uscirei fuori a
comprarti
Stella di mare tra le lenzuola
La nostra barca non naviga, vola, vola,
vola!
Tu voli con me
Tu voli con me
Tu vola che si è alzato il vento
Vento di notte, vento che stanca
Stella di mare, come sei bella
Come sei bella e come è bella la tua pelle
bianca, bianca, bianca!
Tu come me
Tu come me
Tu come me
Tu come me
Chiudi gli occhi e non guardarti intorno
Sta già entrando la luce del giorno
Chiudi gli occhi e non farti trovare
Pelle bianca di luna, devi scappare
Dormi ora, stella mia
Prima che il giorno ti porti via, via via
Tu come me
Tu come me
Ora non voli, si è fermato il vento
Posso guardare la tua faccia stanca
E quando dormi come sei bella
Come sei bella e come è bella la tua pelle
bianca, bianca, bianca!
Tu come me
Tu come me
Tu come me
Tu...
Tu...
Tu...
Di seguito,
“Per
chi non la cantava” di Concita De Gregorio pubblicato sul settimanale “d”
del quotidiano “la Repubblica” del primo di ottobre 2022:
(…). La storia - forse è una
favola - dice che le voci più belle della storia del mondo sono custodite in
uno scrigno. Lo scrigno sta dentro una teca di cristallo, la teca di cristallo
sta dentro un castello, il castello sta nel cuore della Foresta Nera.
Irraggiungibile il castello, impenetrabile la foresta: mille e mille gli
ostacoli per gli sciagurati viandanti, per i predoni avidi e i curiosi
impavidi, i mistici e gli affaristi, i seguaci devoti. Nessuno riesce ad aprire
lo scrigno. È come la spada nella roccia: non c'è modo di toglierla da lì
finché un giorno, un bambino. Insomma questa teca di cristallo esiste veramente
(sarà un materiale più moderno e impenetrabile, immagino) e la foresta anche,
non so se sia Nera. Il tesoro che custodisce sono voci incise su nastro (o
qualcosa di simile a un nastro, abbiate pietà della mia immaginazione novecentesca):
voci in purezza, voci assolute, solo voci. Voi sapete che la voce è il più
misterioso dei segreti del corpo umano: nessuno sa dove abiti, che strade
prenda prima di sgorgare, come possano esserci miliardi di voci tutte diverse.
Nessuna, proprio nessuna, è uguale a un'altra. È, la
voce, quel che ci fa unici al mondo: la cosa che più somiglia all’esistenza
dell'anima, alla prova di qualcosa come un dio. Tra le voci nella teca c'è
quella di Lucio Dalla che canta Stella di Mare. Già qui mi commuovo, la sua
voce sola senza strumenti e quel che dice Stella di Mare, ma poi succede che qualcuno
prenda la spada e la sfili dalla roccia. Cesare Cremonini da Bologna parte,
attraversa la foresta, arriva, apre la teca ed ecco: può prenderla, può avere
quella voce. Ora è sua. Solo un po', certo: anche sua oltre che nostra. Il
duetto tra la voce di Cremonini e quella di Dalla che cantano insieme non ve lo
posso raccontare, lo dovete ascoltare. È una sorgente di meraviglia, un volta
pagina nell'idea di tempo. Perché questo è il punto, quando qualcuno che non
c'è più torna, invece, c'è e vive adesso: suona la sua voce, il suo canto. II
tempo. Quello che spiegano i fisici che studiano i quanti quando ti dicono che
il tempo non esiste, il tempo è indimostrabile, è solo un'idea: tutto è sempre
ora. «Non chiedermi quando», mi pregava una vecchia amica nel raccontarmi la
sua vita. Ricordo tutto, ma è tutto nel presente: è tutto solo adesso. Cesare
mi ha raccontato che ha deciso di incidere di nuovo Stella di Mare, di farlo in
duetto con la voce di Dalla, perché si è reso conto che ai suoi concerti -
quando la intonava - i ragazzi non la cantavano: non la conoscevano «e questo
non può essere», ha sorriso. Non può essere, no. Il tempo non esiste, ma due
regole Io scandiscono: non possiamo prevedere dove andremo, non possiamo
dimenticare da dove veniamo. Da qualche parte Stella di Mare abita dentro di
noi, anche dentro chi non sa di conoscerla. Ora lo sa. Una favola, ma forse è
una leggenda, per cui alcune preziosissime voci sono custodite in una teca di
cristallo.
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