Tratto da “Anche
noi Covid teniamo alla pelle” di Massimo Fini, dialogo tra un “Covid” ed un “infettato” pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 21 di giugno 2020: C. “Come zono
piccolino, come zono piccolino”.
I. “Sento un brusìo fastidioso all’orecchio. Non
capisco cos’è. Non vorrei fosse la pressione alta che mi fa dei brutti
scherzi”.
C. “Macché pressione alta, quella è una bagatella.
Sono io”.
I. “Io chi?”.
C. “Il Covid 19”.
I. “Il Covid? E dove sei?”.
C. “Prova a immaginare”.
I. “Non lo so…”.
C. “Nel tuo corpo, ovviamente”.
I. “Ma io non ho nessuno dei sintomi covid”.
C. “Non gli hai ancora i sintomi covid. Eppoi non è
nemmeno vero. Hai presente quella tossettina secca secca che ti viene la
mattina quando ti alzi? Ebbene sono io”.
I. “Ma il medico dice che non è nulla”.
C. “Lascia stare. Quelli non ci capiscono nulla di noi
Covid. Ti sei già dimenticato delle figuracce dei vari virologi, epidemiologi,
infettivologi?”.
I. “Ma la mia temperatura è sicuramente sotto i 37 e
5. Dopo il lockdown sono andato in un paio di ristoranti e le misurazioni hanno
dato esito negativo”.
C. “Anche su questo metodo di misurare la temperatura,
a distanza, avrei parecchio da ridire. Sai, noi a furia di frequentare medici
finiamo per saperla lunga. Era meglio quando vi ficcavate il termometro nel
culo, anche più piacevole, cari criptofinocchi. Ah la tecnologia… Comunque sì,
al momento la tua temperatura è normale, anzi un po’ bassina, diciamo sui 35.
Se non incombessero accidenti ben peggiori sarebbe da preoccuparsi, ma non è il
caso. ‘Oh, oh come zono piccolino, come zono piccolino’”.
I. “Piantala con questa salmodia, comincia a darmi sui
nervi. Dimmi che intenzioni hai?”.
C. “Per un po’ resto qui al calduccio, nei bronchi. In
posizione d’attesa. Devo verificare questa storia del plasma che fermerebbe la
malattia, come voi la chiamate, cioè ci ucciderebbe. E anche noi Covid ci
teniamo alla pelle. Ma credo che questa del plasma sia una bufala. Appena lo
accerto scendo nei tuoi polmoni e ti faccio secco”.
I. “Ma se mi uccidi uccidi anche te stesso”.
C. “Grullo. Io ti infetto in modo irrimediabile, ma
prima che i miei segni siano evidenti mi trasferisco su qualcuno che ti è vicino
e qui faccio l’asintomatico. L’epidemia è questa, non lo avete ancora capito?”.
I. “Perché scegliete soprattutto gli anziani?”.
C. “Noi non scegliamo. Siamo imparziali. Siamo
naturali. Non siamo né morali né immorali. Siamo amorali. Non aggrediamo gli
anziani più dei giovani, solo che gli anziani sono soggetti più deboli, tutto
qua. Certo che se li ficcate tutti insieme in qualche RSA, per noi è uno
spasso, saltiamo da uno all’altro con grande facilità. Però, come in tutte le
cose, è una questione di tempi. Quando ne sono rimasti in piedi due o tre
balziamo su un parente e così ci troviamo finalmente all’aria aperta, liberi.
Anche noi non amiamo il lockdown. Però un’eccezione alla nostra imparzialità la
facciamo: per i bimbi. Noi non siamo umani. Voi all’inizio della Rivoluzione
industriale avete mandato a lavorare in fabbrica dei bambini di sei anni, una
vergogna. Leggi Marx ed Engels”.
I. “Sembri piuttosto informato, Covid. Come fai?”.
C. “Leggo i giornali e anche qualche libro”.
I. “Leggi i giornali!”.
C. “Sì, io scorrazzo liberamente per il corpo, ecco
anche perché è difficile individuare i sintomi, sono troppi. Hai mai sentito un
po’ di male agli occhi, una leggera congiuntivite? Sono io. Nel periodo del
lockdown, quando stavi sempre a casa e leggevi non avendo altro da fare, ho
avuto il tempo di farmi una cultura”.
I. “A me la cultura non è mai servita a nulla, solo a
soffrire. Senti Covid, toglimi una curiosità. Ogni Covid agisce individualmente
o siete una colonia come la Turritopsis, sai quella simpatica medusetta? La
conosci?”.
C. “Benissimo. Siamo amici, se non altro per le
dimensioni. Anche se io sono un milionesimo di una Turritopsis, si fa fatica a
vedermi al microscopio. ‘Oh, oh come zono piccolino’”.
I. “Non hai risposto alla domanda”.
C. “Noi Covid agiamo individualmente, ma siamo diretti
da una centrale”.
I. “Ah, interessante. E dove sarebbe questa
Centrale?”.
C. “Come sei curioso. Facciamo un giochino. Ti do tre
possibilità di indovinare”.
I. “In Cina?”.
C. “Vuoi scherzare? Quelli in un mese ci hanno
distrutto”.
I. “In Russia, allora”.
C. “Non siamo mica matti. Putin sarebbe capace di
sterminare milioni di asintomatici pur di poter dire che nel suo Paese
l’epidemia non c’è”.
I. “Negli Stati Uniti?”.
C. “Gli americani sono meravigliosi. Dei veri fenomeni
nell’autodistruggersi. Quelli dell’Isis proprio non li capisco, che bisogno
c’era di buttar giù le Torri Gemelle? Trump poi è veramente delizioso, ci ha
permesso una marcia trionfale simile al loro far west. Comunque no, non sono
nemmeno loro. Game over. Hai perso”.
I. “Dai Covid, ti prego. Se mi dici dov’è questa
Centrale, io vendo l’informazione all’Oms per qualche milione di dollari e poi
facciamo a metà”.
C. “Ah, ah. Il solito italiano tangentocrate. Nemmeno
a un passo dalla morte rinunciate a rubare. Pensa piuttosto alla tua anima. Noi
Covid non siamo idolatri del denaro. Ci nutriamo di carne umana, non di aria
fritta. Voi lo adorate e così vi siete messi nel sacco da soli. Siete nel pieno
potere delle Banche, della Borsa, della Finanza, della globalizzazione. Tranne
qualche rara eccezione siete solo degli ‘schiavi salariati’. Leggi un libro di
un autore misconosciuto, nemmeno io ne ricordo il nome, il cui titolo però è
eloquente: Denaro. ‘Sterco del Demonio’”.
C. “Mi spiace. Evidentemente non sei mai ‘decollato’”.
I. (Con tono amaro) “Lo dicono. Senti Covid, prima
accennavi allo ‘spirito’. C’è una domanda che mi tormenta da sempre: esiste
Dio?”.
C. “Noi Covid esistiamo da milioni di anni, da molto
prima che comparisse sulla faccia della Terra l’uomo, l’animale più stupido, e
insieme più tragico, del Creato. Ma del Metafisico non sappiamo nulla.
Esattamente come voi. Sappiamo solo qual è la nostra funzione: sfoltire”.
I. “Sfoltire?”.
C. “Siete troppi. Non per il numero in sé, in fondo
sette miliardi non sono poi gran cosa se consideri la vastità del globo. È che
siete ingombranti. Su ognuno di voi grava un alone enorme, in orizzontale ci
sono protesi tecnologiche ed economiche: produzione e consumo, Co2, eccetera.
Intendi sicuramente ciò che voglio dire. Sì, siete diventati troppo
ingombranti. Farete la fine dei dinosauri. In fondo noi Covid siamo il
preannuncio, per la verità al momento molto modesto, dell’estinzione della
specie umana”.
I. “Torniamo a noi, Covid. Io ho 76 anni. So di essere
nella fascia ‘a rischio’, espressione orribile. Però ho una struttura forte,
tutti gli esami lo confermano”.
C. “Ah,ah, ah. Le risonanze magnetiche, le Tac, le
ecografie. Io ci vedo molto meglio di una radiografia, sia pur nucleare. Perché
sono più vicino. E vedo un tumorino qua, un cancrino là (non ai polmoni che
attualmente sono di mia esclusiva competenza), metastasi ovunque”.
I. “Covid, ti prego, lasciami almeno ancora un po’ di
tempo. Ai primi di luglio ho uno spettacolo a Elsinore”.
C. “Annullato”.
I. “E ho anche una conferenza fissata da molto tempo,
un impegno cui non posso mancare”.
C. “Salta. Per decesso del conferenziere”.
I. “Covid…”.
C. “Oh, oh come zono piccolino. Come zono piccolino”.
I. “Coviiiid!”.
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