"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

martedì 7 gennaio 2020

Letturedeigiornipassati. 79 «Quell'unico valore che è il denaro, divenuto generatore simbolico di tutti i valori».


Tratto da “Solo l’amore può salvare una società mercificata” di Umberto Galimberti, pubblicato sul settimanale “D” del quotidiano “la Repubblica” del 7 di gennaio dell’anno 2017:
I trentenni sono la generazione più schiacciata di oggi. Ma c'è ancora spazio per coltivare sogni. Il tempo che voi trentenni state vivendo è catastrofico. Anche perché nessuno vi ha avvertiti che l'epoca in cui a studiare erano pochi e le professioni aperte erano tante si è progressivamente conclusa a partire proprio dagli anni della vostra nascita. I fattori sono tanti: molte industrie familiari, morto il fondatore, sono state vendute a compagnie straniere che hanno subito provveduto a ridurre il personale, o addirittura a chiuderle per togliere dal mercato un concorrente. I diplomi, che un tempo abilitavano subito al lavoro, sono stati sostituiti dalle lauree che hanno spostato di cinque o sei anni (quando va bene) l'ingresso nei vari impieghi. Nel frattempo i giovani sono vissuti sulle spalle dei genitori erodendo la loro ricchezza e perdendo la propria autostima. I progressi della medicina hanno spostato di venti o trent'anni il ricambio generazionale, con costi significativi per il mantenimento di un'interminabile vecchiaia, e conseguente riduzione dei beni da ereditare. Insomma, peggio di così per la vostra generazione non poteva andare, anche perché, a differenza di quelle che verranno dopo di voi e che non nutrono alcuna illusione, nessuno vi aveva preparati. Il secondo fattore negativo della vostra epoca è che un tempo, a promuovere la vita, c'erano diversi valori: i valori della nobiltà, della bellezza, della convivenza, della parola data, della cultura, dell'arte. Oggi tutti questi valori sono stati cancellati, (…), da quell'unico valore che è il denaro, divenuto generatore simbolico di tutti i valori, per cui l'arte è tale se entra nel mercato, la cultura è apprezzata se vende, la parola data può essere rinnegata se non più conveniente, e anche il mondo delle relazioni è coltivato solo se garantisce un qualche vantaggio economico o di prestigio. Persino quando entriamo in un negozio, la gentilezza che ci accoglie non è riservata a noi, ma a quanto possiamo spendere. In un mondo ridotto a questo livello, come si fa a sognare? Il sogno è una cosa bellissima se nel suo segreto racchiude un progetto che si può realizzare, altrimenti è un gioco d'illusioni che, se non sono riconosciute, preparano la delusione. C'è una sola cosa che rifiuta il calcolo, l'interesse, il perseguimento di uno scopo, persino la responsabilità che il vivere sociale ci richiede. È una cosa che ci consente di vivere la spontaneità, la sincerità, l'autenticità, l'intimità, persino l'irrazionalità, che non è più possibile esprimere nella nostra società tutta calcolo e interesse. Questa cosa è l'amore, vero contraltare della realtà sociale, dove non ci è più consentito essere noi stessi, reperire un senso che sia davvero nostro, una libertà che sappia spingersi fino al limite della follia. Se non altro per controbilanciare quell'altra follia, che un gioco subdolo e ingannevole di parole chiama "razionalità" del mercato e della tecnica, la quale, come già un secolo fa ci avvertiva Max Weber, ci costringe a vivere in una "gabbia d'acciaio". E dico questo perché più si espande e diventa totalizzante il regime della razionalità, più diventa attraente nell'amore l'irrazionalità che lo governa. Naturalmente anche qui nulla è garantito, soprattutto se il nostro bisogno di sicurezza fa entrare il calcolo anche nelle cose d'amore.

1 commento:

  1. Carissimo Aldo, viviamo ormai in un mondo dove la tecnologia è come se incatenasse le persone, privandole spesso, anche di quelle caratteristiche irrinunciabili, in quanto più autenticamente umane, che dovrebbero contraddistinguerle. L'amore è l'unica ancora di salvezza per "una società mercificata". "Parlare d'amore significa uscire fuori dalla razionalità perché l'amore non abita l'ordine razionale delle cose" (U. Galimberti). L'amore nasce dalla parte irrazionale di noi stessi ed è capace di farci rivivere il mondo delle emozioni, sempre più disertato, per fare spazio alla società della tecnologia. Platone nel Simposio considera l'amore una forza che permette di trascendere la condizione umana e tendere verso l'assoluto. Quella dell'amore è un'esperienza che consente di superare i limiti umani esistenziali e conoscitivi. L'amore è capace di togliere l'io dal centro della sua "egoità ". Per questo Platone erge "Amore" a simbolo della condizione dell'uomo mai in possesso di sé e quindi sempre alla ricerca incessante di pienezza. Il vero amore è come la stella polare nelle tempeste della vita. Se è leale, sicuro, sincero è il più gratificante degli impegni. Dovremmo imparare ad amare e rispettare gli altri, per vivere in un mondo migliore. Grazie di questo post che considero un altro gioiello da custodire nel cuore e nella mente. Buon lavoro. Agnese A.

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