Tratto da “La
via di un bandito”, intervista di Gianni Barbacetto a Giorgio Bocca
pubblicata su “il Fatto Quotidiano” del 4 di gennaio dell’anno 2010: (…). Stupito
della proposta di Letizia Moratti (di intitolare una via di Milano al
condannato definitivo Bettino Craxi n.d.r.)? - No, non mi stupisce affatto. La vicenda
di Craxi è così assurda, come del resto la vicenda di Berlusconi,che ormai sono
pronto a tutto. Tutti sanno che Craxi ha rubato miliardi alle aziende pubbliche
e a quelle private e alla fine li ha passati a un barista di Portofino che è
andato a spenderli in parte in Sudamerica: se pensano che questo sia normale,
va bene così. A me invece non pare affatto normale che uno possa ignorare le
leggi e fare i comodi suoi come ha fatto Craxi -.
Ma Letizia Moratti dice che Craxi è come
Garibaldi, l’eroe dei due mondi, o come Giordano Bruno: anche loro furono
condannati, ma oggi hanno piazze e vie a loro dedicate. - Che una sindachessa
come la Moratti dica queste cose dimostra che siamo arrivati a un livello di
follia impensabile. E rivela un grado di ignoranza abissale. Roba da pazzi:
Garibaldi, Giordano Bruno… Ma Craxi era uno che faceva politica come un
bandito. Per questo piace tanto a Berlusconi. Perché era uno che, se qualcuno
non gli andava a genio, chiedeva che fosse licenziato. Lo ha fatto anche con un
Giorgio Bocca che lavorava a Canale 5… Sì. Allora lavoravo per la tv di
Berlusconi. E Craxi chiese all’amico Silvio di mandarmi via. Io ero di idee
socialiste, ma con Craxi si entrava in un’area di illegalità totale, per cui se
uno dava noia, veniva cacciato. Ricordo che ero appena arrivato a Canale 5 e
Berlusconi mi disse: “Arriva Craxi, dovresti intervistarlo tu”. Craxi arrivò e
venendomi vicino mi disse: “Ciao professore, come va?”. Me lo disse con la
stessa voce, con la stessa superbia con cui aveva detto “intellettuali dei miei
stivali” a Norberto Bobbio e ad altri professori di area socialista. Feci
l’intervista, in cui lui era ripreso sempre di faccia e io sempre di nuca.
Ormai in Italia si era creato un clima sudamericano-.
Alcuni di coloro che lo vogliono riabilitare
sostengono che avrà fatto anche degli errori con i finanziamenti al partito, ma
è comunque un grande politico, un uomo di Stato, anzi secondo Gianni De
Michelis “il più grande statista della fine del ventesimo secolo”. - È una
follia. Macché statista. La filosofia di Craxi era quella che mi spiegò un
giorno un giovane e intelligente dirigente del Psi a cui io chiesi: “Ma
gliel’hai detto a Bettino che il partito è pieno di ladri?”. E lui: “Sì,
gliel’ho detto, e lui mi ha risposto: io per andare al potere ho bisogno di
soldi e questi ladri i soldi me li portano; quando poi sarò al potere, allora
darò la caccia ai ladri”. Ma vi pare che si possa fare politica in questo modo?È
una teoria un po’ strana, una teoria della politica assolutamente senza
principi -.
Rino Formica ha detto che Craxi è stato un
grande innovatore e che proprio per questo fu alla fine stroncato “da una
congiura di palazzo”. - Rino Formica è quello che definì il Psi craxiano un
partito di “nani e ballerine”. Dunque è uno che conosce bene i suoi polli. Oggi
se n’è dimenticato? -.
Ma Craxi non è stato il campione del
riformismo? - Mah, il successo di Craxi è dovuto, più che al riformismo della
tradizione socialista, all’aver dato voce, negli anni Ottanta, alla borghesia
emergente della moda, degli stilisti, degli architetti: i protagonisti della
“Milano da bere”. Ceti che, a conti fatti, non hanno poi dato un gran
contributo alla società, ma si sono fatti principalmente i loro interessi -.
Molti, per rivalutare Craxi, ricordano l’episodio di Sigonella ed esaltano la sua autonomia dagli Stati Uniti. - Vanterie ridicole. Lo stesso modo di far politica di Berlusconi che si vanta di aver messo pace tra gli Usa e la Russia di Putin o addirittura di aver risolto lui il conflitto in Georgia. La verità è che l’Italia in passato ha sempre avuto scarsa autonomia dagli Stati Uniti e ancora oggi in politica estera conta pochissimo -.
Altri ricordano soprattutto i suoi aiuti al
dissenso nei paesi comunisti. - Ecco, la fortuna politica di Craxi, anche
presso una certa borghesia socialdemocratica, è spiegata dal suo anticomunismo.
È la stessa chiave che spiega la politica di Berlusconi. Non a caso i due erano
grandi amici -.
Anche una parte dell’attuale Pd è pronta ad
accogliere Craxi nel Pantheon del Partito democratico e Piero Fassino si è
dimostrato aperto alla proposta di Letizia Moratti. - Piero Fassino e Massimo
D’Alema sono fantastici. Non perdono occasione per dare una mano a Berlusconi -.
Riabilitare Craxi significa sconfessare Mani
pulite. Davvero di Mani pulite “non rimane più niente”, come dice anche Carlo
Ripa di Meana? - Mani pulite è stata un tentativo di purificare la politica
italiana. Siccome la politica italiana è piena di corrotti, tutti d’accordo
hanno cercato di seppellire Mani pulite. Si spiega così l’odio della destra per
Antonio Di Pietro: viene considerato il demonio solo perché chiede alla
politica di essere una politica di persone per bene e non di ladri -.
Ma oggi Berlusconi e i suoi predicano la
politica dell’amore, per sconfiggere i seminatori di odio… - Questo poi è il
colmo. La politica di Berlusconi è la seguente: grande generosità verso chi lo
serve fedelmente; chi invece esce dalla schiera dei servi viene colpito
durissimamente, basta vedere che cosa hanno fatto all’ex direttore
dell’Avvenire Dino Boffo, stroncato dalla stampa di Berlusconi. Altro che
amore! -.
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