"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

lunedì 18 novembre 2019

Letturedeigiornipassati. 67 «La fede è diversa dal sapere».


Tratto da “Solo la fede (e non il sapere) ha bisogno della testimonianza di chi la professa” di Umberto Galimberti, pubblicato sul settimanale “D” del quotidiano la Repubblica del 18 di novembre dell’anno 2017: E questo perché, come scrive San Tommaso: «La fede è promossa non dall'evidenza del contenuto, ma dalla volontà».
(…). …io sono dello stesso parere di Aristotele e di Schopenhauer, secondo i quali una teoria dimostrata sta in piedi anche a prescindere dalla testimonianza di vita di chi l'ha enunciata, mentre una fede, proprio perché non è un sapere, sta in piedi solo se testimoniata. A questo proposito Karl Jaspers, uno dei maggiori filosofi e psichiatri del '900, nel libro La fede filosofica (Cortina Editore), scrive: «La fede è diversa dal sapere. Giordano Bruno credeva, Galilei sapeva. Un giorno si trovarono entrambi nella stessa situazione. Un tribunale d'inquisizione esigeva, sotto pena di morte, la ritrattazione. Bruno era pronto a ritrattare qualcosa delle sue proposizioni, ma non quelle che giudicava essenziali. Per questo subì la morte dei martiri. Galileo ritrattò la dottrina della rotazione della terra intorno al sole, perché la sua era una verità che nessuna ritrattazione era in grado di estinguere. I due accusati si comportano conformemente al tipo di verità da loro rispettivamente rappresentata. La verità da cui io traggo la mia esistenza vive solo se io mi identifico con essa. La verità invece che io posso dimostrare, può sussistere anche senza di me, perché è universalmente valida e dipende unicamente dalle premesse e dai metodi di conoscenza». Ne consegue che la religione e la Chiesa che la esprime, proprio perché hanno il loro fondamento nella fede (che crede perché non sa), necessita della testimonianza dei fedeli, dal momento che, se nessuno credesse in Dio, quella fede si estinguerebbe. Non così il sapere, che si definisce tale quando è dimostrato, e la cui validità dipende dalla dimostrazione che lo sostiene e non dalla testimonianza della condotta di chi lo enuncia. Per quanto riguarda la logica cartesiana, questa non è assolutamente superata e non tiene in alcun modo separata la res extensa dalla res cogitans, perché legge la res extensa proprio con le categorie della res cogitans. Per cui, ad esempio, il corpo (res extensa) è letto da Cartesio con le categorie della fisica (e in seguito con quelle della chimica, della biologia molecolare, della genetica) che sono le teorie con cui il pensiero scientifico (res cogitans) ispeziona il corpo. Il corpo con cui (si) vive e (ci) si relaziona al mondo della vita non è il corpo ispezionato dalla scienza medica (res cogitans) che lo riduce a una sommatoria di organi. E se è vero che questa riduzione non esaurisce il significato del corpo, se così non facesse, la medicina non potrebbe operare. Eppure nessuno mette in dubbio la validità di questa riduzione in base al tipo di vita condotta dai medici, perché, anche se questo stile fosse tra i più sregolati, questo non pregiudicherebbe la validità del sapere medico.

1 commento:

  1. Carissimo Aldo, condivido e apprezzo tantissimo quanto viene puntualizzato in questo post e ti ringrazio per la scelta. Oggi, purtroppo, alla perdita della fede si accompagna anche la perdita della ragione. Se non vogliamo essere risucchiati in questo itinerario di morte, non ci resta che reagire e "resistere", in nome della fede e della ragione.Ritengo che fede e ragione si completino a vicenda:"Credo ut intelligam, intelligo ut credam". La coscienza morale, presente nell'intimità dell'uomo, è una scelta di fede che nasce da un giudizio della ragione e, al momento opportuno, ingiunge all'uomo stesso di compiere il bene e di evitare il male. L'osservanza della legge è subordinata ad una scelta di fede. Risolvere un problema di coscienza significa imporre a se stessi una legge in cui si crede fermamente. Agnese A.

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