Da “L’errore del bruco” di Barbara Spinelli, pubblicato sul quotidiano
la Repubblica del 28 di marzo dell’anno 2012: Il vero problema è che manca
terribilmente l'aria, nelle stanze dove si riscrive il Welfare europeo (…). Le
stanze sono piccole, strette, e l'essenziale resta dietro la porta.
L'essenziale è l'Europa: l'ossigeno che può venire da essa, se la trasformiamo
in unione politica che governi quel che gli Stati non governano più. (…). La
crisi mostra l'inconsistenza degli Stati nazione, e nel nuovo mondo - già
sovranazionale economicamente, ma non politicamente e democraticamente - le
sinistre storiche sono in un vicolo cieco. Dicono alcuni che la democrazia
svanisce, nel presente squasso. Secondo Ernesto Galli della Loggia, solo lo
Stato nazione può essere democratico: fuori di esso non esisterebbe un demos ma
"individui sparpagliati, che semplicemente 'si conoscono'" (Corriere
12-3). Rotto il contenitore nazionale, la democrazia apocalitticamente muore.
Dimentica, l'autore, che lo Stato nazione (a differenza degli imperi) ha creato
democrazia ma anche nazionalismi, guerre, annientamenti di tutto ciò che il
demos (popolo) riteneva impuro. (…). È la tesi dominante invece - ha la forza
dello status quo - ed è anche la più facile, perché inventare un diverso
ordinamento europeo implica ingegno, fantasia, forti trasferimenti di
sovranità, trasgressione di conformismi, e una mente cosmopolitica che le
sinistre storiche professano sempre, osservano di rado. (…). Solo attraverso un
governo europeo eletto e controllato dai deputati europei, ritroveremo la
sovranità che gli Stati hanno delegato non perché rinunciatari, ma perché non
la possiedono più. Solo in Europa possiamo fare quello che nazionalmente è
infattibile: salvare il Welfare, dotare il potere sovranazionale di risorse per
un'altra crescita, più competitiva e anche parsimoniosa perché fatta in comune.
Concentrata su energie alternative, ricerca, istruzione, trasporti comuni che
superino l'automobile individuale. Ulrich Beck (15 maggio 1944 - 1 gennaio
2015, sociologo e scrittore tedesco n.d.r.) ha dato un nome all'indolenza dei
politici nazionali. La chiama l'"errore del bruco". L'umanità-bruco
vive la condizione della crisalide, "ma lamenta la propria scomparsa
perché non presagisce la farfalla che sta per diventare". Non è la prima
volta che accade, secondo lo scrittore Burkhard Müller che per primo ha usato
la metafora del bruco (Süddeutsche Zeitung, 1-8-08). Nell'800 stava per finire
la legna: nessuno presagiva il carbone fossile. Oggi accade lo stesso col
petrolio, e anche con gli Stati nazione. Si aspetta che l'alternativa si
materializzi da sola, mentre bisogna tirarla fuori dal pigro ventre del
presente. Decenni di lavoro di movimenti cittadini hanno consentito ai tedeschi
di uscire dal nucleare, ricorda Habermas. Anni di negoziati hanno prodotto un
diritto del lavoro che non ha spaccato e umiliato i sindacati come da noi. La
sinistra può farcela. Purché lavori alla nascita della farfalla europea, e
smetta le comode certezze di chi, apocalitticamente vivendo da bruco, ritiene
morta le democrazia, una volta perduto il contenitore che fu lo Stato nazione.
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