Da “I ragazzi che leggono vivono tante vite” di Umberto Galimberti,
pubblicato sul settimanale “D” del 14 di dicembre dell’anno 2013: Gianfranco
Contini disse un giorno: «Solo chi legge tanti libri sa giocare la propria
esistenza su molte tastiere». Mi piace dar voce alle lettere che ricevo dagli
adolescenti, perché, a differenza degli adulti che si lamentano, recriminano o
accusano, spesso giustamente, gli adolescenti descrivono la loro condizione,
oppure lanciano progetti per il futuro. E ascoltarli nel loro fantasticare e
progettare il futuro non deve scatenare, come puntualmente accade nelle lettere
di commento che ricevo, la reazione degli adulti che li accusano di ingenuità.
Gli adulti conoscono il tempo che hanno vissuto, ma non conoscono, come gli
adolescenti, il tempo che verrà, e che comunque è loro. Così, ad esempio, ci
sono degli adolescenti che scrivono meglio dei loro professori. Come può
accadere questo? Hanno letto più libri di loro. Ci sono degli adolescenti che
conoscono i sentimenti in tutte le loro sfumature. Chi glieli ha insegnati? I
libri che hanno letto. Ci sono degli adolescenti che non si annoiano perché,
attraverso i libri, hanno scoperto quanti percorsi fantastici la vita può
offrire, e non hanno bisogno di droghe per fare un "viaggio" fuori
dalla quotidianità. Ci sono infine degli adolescenti che, grazie ai libri che
hanno letto, non drammatizzano le sofferenze che incontrano nella vita, non si
abbandonano agli amori con l'ingenuità di chi conosce solo la passione del
momento. Sanno quanto è vasta e articolata è la gamma dei sentimenti, quanto ampia
la costellazione delle idee per perdersi nella prima passione che li assale o
nella prima idea fissa che li tormenta. Non sono per questo immuni
dall'inquietudine dell'adolescenza e neppure sono divenuti adulti troppo
precocemente. Grazie ai libri, hanno semplicemente offerto alla loro mente e al
loro cuore tanti percorsi che, senza libri, non avrebbero conosciuto, e così
hanno evitato l'afasia del linguaggio, l'atrofia dei sentimenti, la povertà
della fantasia che, anche quando è appena abbozzata, contiene quasi sempre un
progetto di vita. Questi sono i doni della lettura, che diventa una compagna di
viaggio solo per chi comincia a frequentarla da bambino. (…). Perché
l'educazione della mente e del cuore non avviene con il superamento di un corso
di studi, ma con la frequentazione appassionata di tutti i sentieri che la vita
dischiude e che la buona letteratura sa indicare e descrivere.
Nessun commento:
Posta un commento