Scriveva Carlo Rognoni su quel che è stato il
glorioso quotidiano del Gramsci Antonio – “l’Unità” miseramente scomparso - in “Berlusconi e la questione psichiatrica”:
(…).
…il dubbio che segni di psicopatia abbiano davvero fatto il loro ingresso nella
politica italiana viene a chiunque legga le cronache recenti. Voglio
documentarmi e mi metto a leggere alcuni testi di psichiatria e scopro che lo
psicopatico ama il potere, usa le persone per ottenere più potere. Lo
psicopatico – scrive il dottor Maritàn, che pare essere un’autorità nella sua
specializzazione – non è considerato un malato mentale, è un essere umano che
si caratterizza per avere “necessità speciali” e “un desiderio smisurato di
potere”. Gli psicopatici funzionano con codici propri, diversi da quelli che
guidano le società e sono dotati per essere condottieri, per il loro alto grado
di insensibilità e tolleranza da situazioni di estrema tensione. “Una
caratteristica basica dello psicopatico – si legge ancora nei testi – è che è
un bugiardo. Però non un bugiardo qualsiasi. È un artista. Mente con la parola
e con il corpo”. (…). Mi sfianca compulsare i “sacri” testi
scientifici. Soprattutto quei tomi grossi così che solo all’apparire inducono
uno sfiancamento sia fisico che psichico. Soprattutto quei tomi che indagano
sulle tortuosità della mente umana. Che sia sintomo latente ed inesplorato di
un mio disagio psichico? In fondo non escluderei di possederne qualcuno. Intendo
dire, di disagio psichico. Forse averne coscienza mi aiuterebbe a superare il
disagio stesso. A liberarmene. Ma lascio perdere e non compulso. Mi ripeto: - tanto, anche con disagio psichico latente,
non arreco danno a nessuno -. E di conseguenza mi consolo. È vero che, come
tutti gli esseri che si definiscano umani, anch’io ho le mie “coazioni
a ripetere”. Da sempre. Per esempio, lavarmi al mattino i denti
spremendo sempre, e dico sempre, il tubetto del dentifricio dalla estremità
inferiore affinché la pasta rimanga all’interno compressa verso l’alto e ben
compatta. Alla fine della spremitura del tubetto del dentifricio, della
preziosa pasta se ne sarà perduta una ben poca quantità. È questa mia “fissa”,
per caso, una “coazione a ripetere”? A proposito, ma cos’è una “coazione
a ripetere”? Urge spiegazione. Mi atterrisce però l’idea di dover
compulsare i “sacri” testi scientifici. L’ho di già scritto. Compulso,
comunque. E leggo: - La coazione a ripetere, ovvero coercizione a compiere
ripetutamente le stesse azioni, è il principio per cui una persona cerca di
superare qualcosa di irrisolto che affonda le radici nel remoto passato,
rimettendosi nelle identiche circostanze che provocarono quell’antica
difficoltà. Spesso la coazione a ripetere è
collegata ad un altro problema, ad esempio l’ansia abbandonica, ma sono
in genere facce diverse della medesima medaglia -. “L’ansia abbandonica”?
“Facce diverse della medesima medaglia”? Ma cosa e come scrivono mai? Mi
atterrisce il linguaggio scientifico. In fin dei conti, riflettendoci sopra,
penso di non essere preda di “coazioni a ripetere” più gravi, tipo dire
disinvoltamente bugie, o dare colpevolmente una falsa rappresentazione della
realtà. O essere frequentemente e ripetutamente un violento verso alcuni degli
esseri umani che abitano questo pianeta, giornalisti, avversari politici e
magistrati per esempio, facendo finta di essere un mite. O con la “coazioni a
ripetere” di sorridere sempre, come presi da una terribile contrattura
orbicolare – orbicolare, ovvero “un esteso muscolo ellittico che va dal margine
inferiore delle narici alla rima labiale superiore, dal solco mento-labiale
alla rima labiale inferiore e lateralmente si ferma a livello della commessura
labiale” - , con le due arcate dentarie ben in vista. Forse la mia pasta
dentifricia non mi consentirebbe una tale pubblica esposizione. Consolatorio. E
poi, non mi pare di aspirare al potere. L’unica “scranna” – sapevo al maschile
ma spiega il dotto dizionario Hoepli “ - sedia dottorale con spalliera e braccioli
molto alti fig., lett. sedere a scranna, farsi giudice, sentenziare “ - che
occupo stabilmente e con grande soddisfazione è la poltrona di casa mia. O le
poltrone invariabilmente. Quando con cuffia e pantofole mi dispongo ad una
onesta serotina evasione. Onesta serotina evasione. Un buon film per esempio!
Senza Tv.
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