Da “Finché i
nemici sono questi magistrati caro Renzi, non mi preoccuperei troppo” di
Enrico Deaglio, pubblicato sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del 20 di
maggio dell’anno 2016: Nella commedia politica italiana, spesso
alla ricerca di Salvatori, dopo i comici, gli industriali, i teppisti, oggi - maggio
2016 - il palcoscenico è dei magistrati. I magistrati italiani si sono
autodefiniti la «morale superiore», lo «spirito della Costituzione» e ci
tengono molto a farlo sapere. Ha cominciato Piercamillo Davigo, che 24 anni fa
fu un pm della famosa Mani Pulite, quella - parole sue - che doveva «rovesciare
l`Italia come un calzino»; quella che - sempre parole sue - scoprì la «madre di tutte le tangenti», ma
curiosamente non si accorse delle straordinarie attività criminali di Silvio
Berlusconi, che pure aveva sotto casa. Il nuovo capo dell`Associazione
nazionale magistrati, dichiaratamente di destra, è stato eletto coi voti dei
magistrati di sinistra e ha immediatamente attaccato il primo ministro Renzi.
Attento!, gli ha detto, ti curo! Io lo so bene, «la politica» è il centro della
corruzione. E la stanerò, intercettando i vostri respiri e addirittura mandano
agenti provocatori nelle sedi di partito. Forte, Davigo. Diventerà un politico
anche lui, come il suo vecchio collega Antonio Di Pietro? Speriamo di no; la
biografia dell`eroe del Molise purtroppo grottesca - dovrebbe farlo riflettere.
Non sembra che la lezione sia stata imparata da un altro pm, Luigi De
Magistris, diventato sindaco di Napoli sull`onda delle sue «coraggiose
inchieste» sulla corruzione politica. Furono decisamente poca (e oscura) cosa,
ma l`uomo è diventato un personaggio carismatico e ora, in un pubblico comizio,
ha scandito: «Reni, ti devi cacare sotto! Càcati sotto, Renzi!». Probabile che
venga rieletto. Non poteva mancare la voce della potente magistratura
siciliana. Roberto Scarpinato, procuratore generale di Palermo, uno degli
ultimi della «stagione d`oro» (è stato il pm che, pur avendo in mano il
testimone del bacio Andreotti-Riina, riuscì a perdere il processo del secolo,
mentre il depistaggio sulla morte di Borsellino va avanti da sé), ha fatto
sentire alta la voce contro la politica renziana che «organizza la reingegnerizzazione
oligarchica del potere liberista e globali sta a danno del sovranismo». Parole
così forti, da far apparire ragionevoli i tempi di Antonio Ingroia, che si era
limitato a proporsi come leader politico nazionale a capo di «Rivoluzione
Civile». Erano tempi, peraltro, in cui esisteva ancora l`Antimafia. Vabbè, però
i magistrati parlano con le sentenze, scolpite nel marmo. Scolpireste questa?
Nei rivoli dell`ormai decennale processo kolossal sulle malefatte sessuali
dell`ex premier (da cui, peraltro, lo stesso è stato assolto), il tribunale di
Bari ha condannato gli imputati perché fornivano a Berlusconi «donne che
acconsentivano a soddisfarne anche le più perverse pulsioni erotiche
addirittura attraverso la consumazione di rapporti saffici». Ahi, ahi. Come si
consumano i rapporti saffici? Conclusione. Se fossi Renzi… Se questi sono i
nemici - per adesso, almeno - non mi cacherei sotto.
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