Da “My heart
belongs to daddy” (2007) di Umberto Eco, riportato in “Pape Satàn Aleppe” –
“La nave di Teseo” editrice (2016); pagg. 469; € 20 -: Pensierino numero uno. Leggo che
il nostro primo ministro ha detto che non c'è nulla di male nel candidare donne
fisicamente non sgradevoli. Il problema è come si dicono le cose. Tutti
conoscono la barzelletta del gesuita e del domenicano che stanno facendo gli
esercizi spirituali e il gesuita, mentre recita il breviario, fuma beatamente.
Il domenicano gli chiede come possa fare così, e quello gli risponde che ha
chiesto il permesso ai suoi superiori. L'ingenuo domenicano dice che anch'egli
ha chiesto il permesso e gli è stato negato. "Ma come lo hai
domandato?", gli chiede il gesuita. E il domenicano "Posso fumare
mentre prego?". Era ovvio che gli fosse stato risposto di no. Invece il
gesuita aveva chiesto "Posso pregare mentre fumo?" e i superiori gli
avevano detto che si può pregare in qualsiasi circostanza. Se Berlusconi avesse
detto che non c'è nulla di male se una candidata alle elezioni è anche bella,
tutti, femministe comprese, avrebbero applaudito. Ma ha fatto capire che non
c'era nulla di male se una bella ragazza veniva candidata alle elezioni, e lì
casca l'asino. Forse è male candidare una ragazza solo perché è bella. Pensierino
numero due. A proposito della faccenda della ragazzina napoletana che chiama
Berlusconi 'papi', certamente è male farci su cattivi pensieri. Tuttavia è
impossibile non ricordare una immortale canzone di Cole Porter, resa celebre da
Marilyn Monroe e da Eartha Kitt, 'My heart belongs to daddy', in cui una
ragazzina con una voce molto sexy racconta come non possa avere giusti rapporti
coi ragazzi della sua età perché il suo cuore appartiene a 'daddy' e cioè a
'papi'. Molto inchiostro è stato speso sulla passione di questa ragazza
(incesto, pedofilia, attaccamento ai valori familiari?) e le idee in proposito
restano oscure - tra l'altro, Cole Porter era una lenza. Detto questo la
canzone è molto bella e molto sensuale, ed è curioso che Apicella non la
conoscesse. Pensierino numero tre. Pare che lo stesso primo ministro abbia
detto che noi non vogliamo diventare una civiltà multietnica per cui bisogna,
come vuole la Lega, intensificare i controlli sull'immigrazione. A prima vista
sembra abbia detto la stessa cosa di Fassino, che bisogna controllare gli
immigrati clandestini e aiutare quelli in regola. Ma c'era dietro un'altra
idea, e cioè che la decisione diventare o no una civiltà multietnica sia una
decisione volontaria. Come se la Roma imperiale (e prima ancora) avesse deciso
se voleva essere invasa dai barbari o no. I barbari, quando premono alle frontiere,
entrano, e basta. La saggezza della Roma imperiale (che le ha permesso di
sopravvivere per qualche secolo) è stata di fare leggi per legittimare gli
insediamenti barbarici, dando la cittadinanza a coloro che si installavano
pacificamente entro i confini dell'impero - e persino ammettendoli
nell'esercito. Così ha avuto imperatori illirici e africani, una nuova
religione fondata da un turco chiamato Saulo, e tra i suoi ultimi pensatori un
berbero di nome Agostino.
Quando masse enormi premono ai confini del nostro mondo per entrare non si può fare finta che la decisione se ammetterli o no dipenda noi. A parte il fatto che se l'Italia avesse dato nei decenni scorsi una immagine di sé povera e smandrappata, forse migliaia di africani (e di balcanici) non avrebbero mai pensato di venirci. Il fatto è che vedevano la televisione italiana, massime Mediaset, in cui il nostro appariva come un paese popolato di gnocche favolose, e in cui bastava rispondere che Garibaldi non era un ciclista per guadagnare gettoni d'oro. Era ovvio che allora tutti si buttassero a nuoto per arrivare qui, senza sapere che avrebbero dovuto poi dormire in una scatola di cartone nei sotterranei della stazione e stuprare, se andava bene, signore sessantenni. Pensierino numero quattro. Leggo che gli hackers non solo entrano nella memoria delle banche, ma ormai stanno mettendo a repentaglio i servizi segreti di mezzo mondo, penetrando anche nei siti della Cia. Prevedibile. Ora immagino che fra poco (o forse già ora) in linea parleranno solo gli adulteri, beatamente ignari del fatto che il coniuge tradito possa sapere tutto quel che si dicono, e gli imbecilli che amano vedersi svuotato il conto corrente. I servizi segreti, invece, avranno da tempo abbandonato Internet. Spedire un messaggio segreto da Londra il martedì mattina in modo che sia ricevuto subito a New York è comodo, ma in fondo un agente segreto che parta da Londra alle nove arriva a New York entro mezzogiorno ora locale. E allora è molto più comodo recare il messaggio in un tacco della scarpa, impararlo a memoria, o al massimo infilarlo nello sfintere. Suvvia, a passo di gambero verso il progresso!
Quando masse enormi premono ai confini del nostro mondo per entrare non si può fare finta che la decisione se ammetterli o no dipenda noi. A parte il fatto che se l'Italia avesse dato nei decenni scorsi una immagine di sé povera e smandrappata, forse migliaia di africani (e di balcanici) non avrebbero mai pensato di venirci. Il fatto è che vedevano la televisione italiana, massime Mediaset, in cui il nostro appariva come un paese popolato di gnocche favolose, e in cui bastava rispondere che Garibaldi non era un ciclista per guadagnare gettoni d'oro. Era ovvio che allora tutti si buttassero a nuoto per arrivare qui, senza sapere che avrebbero dovuto poi dormire in una scatola di cartone nei sotterranei della stazione e stuprare, se andava bene, signore sessantenni. Pensierino numero quattro. Leggo che gli hackers non solo entrano nella memoria delle banche, ma ormai stanno mettendo a repentaglio i servizi segreti di mezzo mondo, penetrando anche nei siti della Cia. Prevedibile. Ora immagino che fra poco (o forse già ora) in linea parleranno solo gli adulteri, beatamente ignari del fatto che il coniuge tradito possa sapere tutto quel che si dicono, e gli imbecilli che amano vedersi svuotato il conto corrente. I servizi segreti, invece, avranno da tempo abbandonato Internet. Spedire un messaggio segreto da Londra il martedì mattina in modo che sia ricevuto subito a New York è comodo, ma in fondo un agente segreto che parta da Londra alle nove arriva a New York entro mezzogiorno ora locale. E allora è molto più comodo recare il messaggio in un tacco della scarpa, impararlo a memoria, o al massimo infilarlo nello sfintere. Suvvia, a passo di gambero verso il progresso!
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