Un altro “scriptamanent” anomalo. Ma necessario,
giusto per rendere un ultimo omaggio ad Oliviero Beha. Da “Elogio di una presa per il naso generale” di Oliviero Beha, pubblicato
su “il Fatto Quotidiano” del 14 di gennaio dell’anno 2015: Ci vuole un fisico bestiale,
cantava con enfasi Luca Carboni… ma anche delle menti particolari, aggiungerei
io, almeno per dare vita alla diffusa sceneggiata in corso nel Paese, a spese
di un’opinione pubblica polverizzata e grazie a un concorso mediatico di fronte
al quale non sai se ridere o piangere. Prendiamo il presidente uscente, proprio
oggi a quel che pare, giacché si è appena concluso il semestre Ue di presidenza
italiana. Di cui pare essersi accorto soprattutto Renzi. Napolitano ha detto a
una bambina che ormai al Quirinale “si sentiva un po’ in prigione”. Non male
per un capo di Stato rieletto per la prima volta nella storia della Repubblica
sul Colle. L’avranno obbligato? Mah… Di sicuro è persona attenta alla vita
delle istituzioni, secondo l’opinione prevalente. Siamo sicuri? Per esempio,
randomizzando qua e là, vi risulta che negli ultimi due mesi abbondanti
Napolitano abbia tuonato per l’elezione del quindicesimo giudice della Corte
costituzionale, monca da un po’ (l’effetto Violante…)? No: eletta in quota
sinistra Silvana Sciarra, come quattordicesimo membro, del quindicesimo se ne
sono tutti dimenticati, Napolitano compreso. Peccato: anche perché la Consulta
è quella strana congrega che ha giudicato per la prima volta nella nostra
storia incostituzionale la legge elettorale suina, il “Porcellum”, grazie al
quale siedono in Parlamento quelli che hanno eletto Napolitano per due volte, e
adesso ne stabiliranno il successore. Niente, se ne fregano: sia di quello che
sentenzia la Corte che del suo Plenum incompleto. Ma su questo tutti zitti, nel
disinteresse universale. Così come non abbastanza si parla del mutamento (o
addirittura dello stravolgimento) delle caratteristiche presidenziali avvenuto
durante il novennato. C’è chi sostiene che è grazie a tale mutamento
presidenzialistico e alla figura di prestigio sul Colle che l’Italia non è
andata a picco. Fantastico ragionamento: se non è a picco così, tra i record di
disoccupati e il debito pubblico, che deve accadere di peggio? Si ragiona per
Napolitano come per Renzi: se non loro, chi? È un giochetto buono all’inizio,
che però ora perde i pezzi perché Napolitano evapora e Renzi arretra. Forse era
un giochetto cieco… Come non sembra che a nessuno urga una legge sui partiti,
che dia loro trasparenza e identità organizzativa e funzionale, in termini di
diritto. Si va avanti alla becera, come nelle primarie di Genova che non sono
state poi così diverse nello stile, nel clima e negli effetti da tutte le
ultime altre, a partire da quelle che hanno battezzato Renzi. Vota chiunque,
meglio se dietro compenso… Significa nebulizzare la politica attraverso la
dissoluzione dei suoi principali agenti, appunto i partiti, ma di questo come
della legge elettorale incostituzionale se ne fregano. Nel pasticcio generale
che canzona e raggira il Paese, la strage di Parigi oltre alla questione
islamica sub specie terroristica evidenzia una cosuccia come la libertà
d’espressione, di satira ecc. Che accada in Italia, in fondo alle classifiche
relative di “Reporters sans frontieres”, fa di nuovo sghignazzare. Sarebbe il
caso che ognuno tra i media si guardasse in casa, al di là di ragionamenti
sulla “opportunità” o la “licenza” (in luogo della libertà) della vignetta XY.
E rendesse operativa la frase di Brecht, “la verità è concreta”. Censura,
parziale o totale, autocensura, condizionamenti del mercato e del potere…?
Tutto giusto, ma ripartiamo dalla quotidianità, e dalla (in)dipendenza
dell’informazione, esattamente come si dovrebbe fare per la sentenza ignorata
della Consulta su come lorsignori sono finiti in Parlamento. Altrimenti, duole
dirlo, è tutta una presa per il naso. Forse ci vorrebbe una vignetta su questo,
non solo sulla barba del profeta…
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