"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

martedì 3 febbraio 2015

Storiedallitalia. 68 “È normale: cammina”.



Ho puntualmente, nell’occasione, disertato tutti i talkshow costruiti per imbambolare la gente. Ho saltato d’un balzo – tanto per rendere un’immagine concreta – i fogli e fogli, decine e decine, dei quotidiani che abitualmente acquisto, per non essere insufflato dagli sbuffi dell’incenso che gli attivi turiferari di turno si sono premurati di diffondere per ogni luogo con un agitare forsennato dei loro turiboli. Ma con tutto ciò l’eco di quanto è avvenuto non ho potuto evitarla. Poiché le indecorose rappresentazioni di piaggeria che i turiferari della stampa hanno nell’occasione messo in atto, così come di tutti gli altri mass-media, hanno raggiunto tali livelli di insostenibilità che sarebbe stato opportuno, per una sana “igiene mentale”, fuggire in un altrove lontano nel quale fosse possibile nascondersi per evitare gli spruzzi delle loro  eccessive salivazioni. È tutto divenuto così esagerato nel bel paese che quel tutto sfiora l’irriverenza e la rappresentazione dell’osceno. Afferma lo scrittore inglese Tim Parks in una intervista rilasciata a Virginia Della Sala - “È poco famoso? Meglio per Renzi” -  pubblicata da “il Fatto Quotidiano” del primo di febbraio:
Mi ha fatto molto ridere in questi giorni sentir ripetere che al Colle stava salendo una “persona onesta”. In Inghilterra sarebbe un’offesa. Un’offesa a tutta la popolazione perché significherebbe ammettere che alla guida del paese ci sia stata, o ci possa mai essere, una figura disonesta con il permesso del popolo. Questa unità di misura dell’onestà dice molto del Paese in cui viviamo. Cosa obiettare all’illustre scrittore? È che nel bel paese si è perso da tempo il buon gusto e la ponderatezza. Sosteneva Giovanni Sartori in una intervista rilasciata al quotidiano “la Repubblica” del 21 di febbraio dell’anno 2004: (…). Il nostro è un paese disossato, storicamente senza vertebre. Nel 1922 Ortega y Gasset scriveva della Spagna invertebrata. Ho sempre pensato che quel titolo fosse più calzante per l’Italia. (…). …al momento della prova, gli italiani non reagiscono, subiscono. (…). Siamo il paese forse più invaso e conquistato d’Europa. E con tutti i conquistatori siamo riusciti sempre a trovare un accordo, nel segno della sopravvivenza. (…). … anche ai tempi delle invasioni barbariche siamo stati capaci di soluzioni accomodanti. Con potenti e prepotenti possiamo esibire uno straordinario mestiere di navigazione. Che è anche rassegnazione e sottomissione. (…). Cosa pretendere? Cosa sperare? Continua a dire Tim Parks nella intervista”: “All’estero nessuno conosce Sergio Mattarella.(…)”.Tim Parks, Sergio Mattarella è un presidente che piacerà all’estero? - Non c’è bisogno di chiedersi quanto questo presidente della Repubblica sia conosciuto o apprezzato nel mondo. Il punto è quanto l’elezione di questo presidente abbia rafforzato la figura del premier. A chi vi guarda all’esterno importa poco che un presidente della Repubblica sia famoso o meno. Importa di più il metodo dell’elezione. Anche perché i politici italiani sono davvero poco conosciuti, soprattutto nel mondo anglosassone. Mattarella, poi, essendo lontano dalla prima linea da tempo, è stata una sorpresa -. Mattarella sembra avere però un profilo molto italiano e poco internazionale. - Sarebbe stato meglio Giuliano Amato? Certo, è conosciuto all’estero, ma come una personalità che si è sempre mossa all’ombra di Bettino Craxi. E per aver prelevato direttamente i soldi dal conto corrente dei contribuenti. Quella è davvero una cosa che non si dimentica. Io, per primo, me lo ricordo bene. Anche Silvio Berlusconi è conosciuto all’estero… Il fatto che Mattarella abbia nel curriculum l’opposizione all’ex Cavaliere depone solo a suo favore. Soprattutto agli occhi di chi, da fuori, sperava che l’Italia trovasse un po’di stabilità -. (…).Cosa si dirà dell’Italia dopo questa elezione? - Credo che all’estero la prima cosa che salterà all’occhio è che Sergio Mattarella ha un fratello che è stato ucciso dalla mafia. Si penserà a lui come a una persona corretta che si oppone alla malavita e alla corruzione. È stato coinvolto direttamente in quella battaglia. Nel caos che si prefigura con l’Italicum, poi, ci si ricorderà di lui come dell’uomo che aveva fatto una legge elettorale maggioritaria che non ha avuto il tempo di maturare, di educare gli italiani al voto, di farli ragionare in modo migliore, più corretto e democratico. Sarà recepito anche il modo in cui è stato eletto, dopo il casino totale dell’ultimo, disastroso, tentativo di eleggere un presidente -. Quindi il secondo mandato di Napolitano non ha fatto bene alla nostra immagine? - Direi che Napolitano ci ha regalato due anni di agonia. Non aveva voglia, era stanco. Avrebbe dovuto mettere il Parlamento di fronte ai suoi problemi. E, invece, vanità e debolezza lo hanno spinto ad accettare il bis. Adesso invece è diverso -. Tutto merito del presidente del Consiglio? - Lo ripeto: non amo Renzi. Ma non si può negare che con strategia ha dato all’estero l’impressione di saper governare, la sua immagine europea e internazionale ne esce rafforzata. Il premier ha fatto eleggere il nome che voleva, e lo ha fatto velocemente. Ha mandato un messaggio con le consultazioni e le votazioni in bianco. È apparenza, ma oltre confine le impressioni contano. La sua immagine è quella di uno sempre smarcato: ha fatto eleggere un presidente che agli occhi del mondo, anche per la sua preparazione, sarà visto come una novità perché appare lontano da gente equivoca che così spesso popola la politica italiana. Gli osservatori diranno che è una persona che dà stabilità e sicurezza, sarà riconosciuto come un simbolo della lotta alla Mafia, passerà l’idea che, finalmente, non girano più i soliti quattro nomi -. Che presidente sarà Mattarella? - Matteo Renzi ha la rara fortuna, per un politico italiano, di non avere processi pendenti. E quindi non ha bisogno di chiedere leggi ad personam al capo dello Stato -. Ho riportato le impressioni ed i primi commenti di uno spettatore disinteressato di come vadano le cose nel bel paese. Che è un modo anche di lasciare al tempo che verrà di far decantare le improvvisazioni, le invenzioni  e le inutilità di tutto un apparato mediatico che nell’occasione ha sfondato il muro delle ovvietà e del ridicolo. Ve ne offro un assaggio, una gamma non molto ampia che c’è stato molto di più, attingendo al merito di quel Marco Travaglio che su questo fronte è l’imbattibile. Ha scritto su “il Fatto Quotidiano” del 3 di febbraio – “È normale: cammina” -: (…). La sobria e schiva biografia si arricchisce ogni giorno di nuovi, avvincenti particolari. “La passione per i cannoli” (Messaggero), davvero stravagante per un siciliano. Poi “l’amore per i gatti persiani” (Il Mattino), che nella casa romana sono ben tre: “Boccaccio, Dante e Cimabue: i primi ‘first gatti’ italiani” (il Giornale). E che dire della portata innovativa, sorprendente, scioccante delle prime esternazioni? Mattarella – tenetevi forte – intende “ricucire gli strappi del Paese” (la Repubblica), mica sbregarli vieppiù. Dice “no al nuovo terrorismo”, mica sì. Vuol fare “il bene del Paese”, mica il male. Oggi in Parlamento parlerà dei “bisogni della gente comune” (Corriere) e dei “problemi veri del Paese” (Repubblica), deludendo chi si aspettava che parlasse di quelli falsi. Comunque nel discorso “ci sarà tanta Italia” (Corriere): niente Australia, tiè. Per questo la Nazione tutta da due giorni non fa che tripudiare all’Avvento. Sia nella nuova Betlemme: “Applauso sul volo per Palermo” (Il Messaggero), “Sicilia in festa” (Il Mattino), “Il teatro Massimo festeggia con l’Inno al Presidente” (Repubblica)”, “Il portiere in livrea, signor Carmelo: ‘Qui il Presidente riesce a unire tutti’”, nelle riunioni di condominio si presume, e così “rivela una metafora per il Paese” (Corriere). Sia nella Capitale: “In Transatlantico dicono tutti ‘I love Sicilia’” (Messaggero). E pure Oltretevere: “Il direttore di Civiltà cattolica: ‘Un presidente dalla fede non muscolare, la visione sua e di Bergoglio sono consonanti” (Corriere). Ma anche Oltreoceano: “L’elezione di Mattarella irrompe tra i tavoli di Alfalfa, il club più esclusivo degli Usa” (La Stampa). In America non si parla d’altro. (…). …sempre su La Stampa, Cesare Martinetti sviluppa il concetto e lo estende agli arredi di casa Mattarella: “normali” anche quelli. “C’è il decor delle buone case italiane, i quadri con le cornici dorate, le vetrinette con i piatti dipinti a mano, le poltrone foderate di stoffa. L’apparecchio tv ha una dimensione e una tecnologia normale; le tende e le tapparelle alle finestre fanno capire che si tratta anch’esso di un edificio normale”. (…). “Nel salotto di casa Mattarella si possono riconoscere – per realtà o per aspirazione – la stragrande maggioranza degli italiani”. Casa piuttosto spaziosa. “Parliamo dell’antropologia inscritta in quelle immagini di famiglia, quegli abiti, quegli sguardi, quel linguaggio dei corpi e delle cose. Quasi un’autobiografia di una nazione, una volta decantate isterie e servilismi”. Ecco, decantiamole. Ma non prima di aver sottolineato un altro stupefacente tratto della sua normalità: Mattarella cammina. Stenterete a crederci, ma lo fa. E su due gambe, proprio come umilmente anche noi. Domenica “s’è mosso a piedi: niente Panda grigia nella domenica ‘verde’, in ossequio all’ordinanza del sindaco” (La Stampa). Ed è “un gran camminatore”: una gamba avanti all’altra, ha percorso alcune centinaia di metri fra la chiesa dei Santi XII Apostoli e la Corte e di lì a casa Napolitano: tutto da solo. Niente sedia gestatoria, per dire. È stata un’autentica “maratona”, annota Repubblica che ausculta una confidenza del Presidente Maratoneta: “uff questa salita”. Ma alla fine è giunto tonico alla meta, senza stramazzare al suolo, sano e salvo. Più che una camminata, una serie di apparizioni mistiche. (…). Kotiomkin, sul web, commenta: “Mattarella è così sobrio che compra i loden usati di Monti”. E così, per quella necessità di una irrinunciabile “igiene mentale” stamane, per vincere una eventuale insana tentazione, mentre le campane di Montecitorio suonavano a festa ed i cannoni poi hanno tirato le 21 salve di benvenuto, me ne sono andato a spasso sotto un cielo terso ed assolato e con un mare d’incanto come non mai di questa stagione, cielo che di sicuro è sordo ed incurante del malaffare e della piaggeria dominante in questo disastrato lembo di Terra.

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