Ho puntualmente, nell’occasione, disertato tutti i
talkshow costruiti per imbambolare la gente. Ho saltato d’un balzo – tanto per
rendere un’immagine concreta – i fogli e fogli, decine e decine, dei quotidiani
che abitualmente acquisto, per non essere insufflato dagli sbuffi dell’incenso
che gli attivi turiferari di turno si sono premurati di diffondere per ogni
luogo con un agitare forsennato dei loro turiboli. Ma con tutto ciò l’eco di
quanto è avvenuto non ho potuto evitarla. Poiché le indecorose rappresentazioni
di piaggeria che i turiferari della stampa hanno nell’occasione messo in atto,
così come di tutti gli altri mass-media, hanno raggiunto tali livelli di insostenibilità
che sarebbe stato opportuno, per una sana “igiene mentale”, fuggire in un
altrove lontano nel quale fosse possibile nascondersi per evitare gli spruzzi
delle loro eccessive salivazioni. È tutto
divenuto così esagerato nel bel paese che quel tutto sfiora l’irriverenza e la
rappresentazione dell’osceno. Afferma lo scrittore inglese Tim Parks in una intervista
rilasciata a Virginia Della Sala - “È
poco famoso? Meglio per Renzi” - pubblicata
da “il Fatto Quotidiano” del primo di febbraio:
Mi ha fatto molto ridere in
questi giorni sentir ripetere che al Colle stava salendo una “persona onesta”. In
Inghilterra sarebbe un’offesa. Un’offesa a tutta la popolazione perché
significherebbe ammettere che alla guida del paese ci sia stata, o ci possa mai
essere, una figura disonesta con il permesso del popolo. Questa unità di misura
dell’onestà dice molto del Paese in cui viviamo. Cosa obiettare all’illustre
scrittore? È che nel bel paese si è perso da tempo il buon gusto e la
ponderatezza. Sosteneva Giovanni Sartori in una intervista rilasciata al
quotidiano “la Repubblica” del 21 di febbraio dell’anno 2004: (…). Il
nostro è un paese disossato, storicamente senza vertebre. Nel 1922 Ortega y
Gasset scriveva della Spagna invertebrata. Ho sempre pensato che quel titolo
fosse più calzante per l’Italia. (…). …al momento della prova, gli italiani non
reagiscono, subiscono. (…). Siamo il paese forse più invaso e conquistato
d’Europa. E con tutti i conquistatori siamo riusciti sempre a trovare un
accordo, nel segno della sopravvivenza. (…). … anche ai tempi delle invasioni
barbariche siamo stati capaci di soluzioni accomodanti. Con potenti e
prepotenti possiamo esibire uno straordinario mestiere di navigazione. Che è
anche rassegnazione e sottomissione. (…). Cosa pretendere? Cosa sperare?
Continua a dire Tim Parks nella intervista”: “All’estero nessuno conosce
Sergio Mattarella.(…)”.Tim Parks, Sergio Mattarella è un presidente che piacerà
all’estero? - Non c’è bisogno di chiedersi quanto questo presidente della
Repubblica sia conosciuto o apprezzato nel mondo. Il punto è quanto l’elezione
di questo presidente abbia rafforzato la figura del premier. A chi vi guarda
all’esterno importa poco che un presidente della Repubblica sia famoso o meno.
Importa di più il metodo dell’elezione. Anche perché i politici italiani sono
davvero poco conosciuti, soprattutto nel mondo anglosassone. Mattarella, poi,
essendo lontano dalla prima linea da tempo, è stata una sorpresa -. Mattarella
sembra avere però un profilo molto italiano e poco internazionale. - Sarebbe
stato meglio Giuliano Amato? Certo, è conosciuto all’estero, ma come una
personalità che si è sempre mossa all’ombra di Bettino Craxi. E per aver
prelevato direttamente i soldi dal conto corrente dei contribuenti. Quella è
davvero una cosa che non si dimentica. Io, per primo, me lo ricordo bene. Anche
Silvio Berlusconi è conosciuto all’estero… Il fatto che Mattarella abbia nel
curriculum l’opposizione all’ex Cavaliere depone solo a suo favore. Soprattutto
agli occhi di chi, da fuori, sperava che l’Italia trovasse un po’di stabilità
-. (…).Cosa si dirà dell’Italia dopo questa elezione? - Credo che all’estero la
prima cosa che salterà all’occhio è che Sergio Mattarella ha un fratello che è
stato ucciso dalla mafia. Si penserà a lui come a una persona corretta che si
oppone alla malavita e alla corruzione. È stato coinvolto direttamente in
quella battaglia. Nel caos che si prefigura con l’Italicum, poi, ci si
ricorderà di lui come dell’uomo che aveva fatto una legge elettorale
maggioritaria che non ha avuto il tempo di maturare, di educare gli italiani al
voto, di farli ragionare in modo migliore, più corretto e democratico. Sarà
recepito anche il modo in cui è stato eletto, dopo il casino totale
dell’ultimo, disastroso, tentativo di eleggere un presidente -. Quindi il
secondo mandato di Napolitano non ha fatto bene alla nostra immagine? - Direi
che Napolitano ci ha regalato due anni di agonia. Non aveva voglia, era stanco.
Avrebbe dovuto mettere il Parlamento di fronte ai suoi problemi. E, invece,
vanità e debolezza lo hanno spinto ad accettare il bis. Adesso invece è diverso
-. Tutto merito del presidente del Consiglio? - Lo ripeto: non amo Renzi. Ma
non si può negare che con strategia ha dato all’estero l’impressione di saper
governare, la sua immagine europea e internazionale ne esce rafforzata. Il
premier ha fatto eleggere il nome che voleva, e lo ha fatto velocemente. Ha
mandato un messaggio con le consultazioni e le votazioni in bianco. È
apparenza, ma oltre confine le impressioni contano. La sua immagine è quella di
uno sempre smarcato: ha fatto eleggere un presidente che agli occhi del mondo,
anche per la sua preparazione, sarà visto come una novità perché appare lontano
da gente equivoca che così spesso popola la politica italiana. Gli osservatori
diranno che è una persona che dà stabilità e sicurezza, sarà riconosciuto come
un simbolo della lotta alla Mafia, passerà l’idea che, finalmente, non girano
più i soliti quattro nomi -. Che presidente sarà Mattarella? - Matteo Renzi ha
la rara fortuna, per un politico italiano, di non avere processi pendenti. E
quindi non ha bisogno di chiedere leggi ad personam al capo dello Stato -.
Ho riportato le impressioni ed i primi commenti di uno spettatore
disinteressato di come vadano le cose nel bel paese. Che è un modo anche di
lasciare al tempo che verrà di far decantare le improvvisazioni, le invenzioni e le inutilità di tutto un apparato mediatico
che nell’occasione ha sfondato il muro delle ovvietà e del ridicolo. Ve ne offro
un assaggio, una gamma non molto ampia che c’è stato molto di più, attingendo
al merito di quel Marco Travaglio che su questo fronte è l’imbattibile. Ha scritto
su “il Fatto Quotidiano” del 3 di febbraio – “È normale: cammina” -: (…). La sobria e schiva biografia si
arricchisce ogni giorno di nuovi, avvincenti particolari. “La passione per i
cannoli” (Messaggero), davvero stravagante per un siciliano. Poi “l’amore per i
gatti persiani” (Il Mattino), che nella casa romana sono ben tre: “Boccaccio,
Dante e Cimabue: i primi ‘first gatti’ italiani” (il Giornale). E che dire
della portata innovativa, sorprendente, scioccante delle prime esternazioni?
Mattarella – tenetevi forte – intende “ricucire gli strappi del Paese” (la
Repubblica), mica sbregarli vieppiù. Dice “no al nuovo terrorismo”, mica sì.
Vuol fare “il bene del Paese”, mica il male. Oggi in Parlamento parlerà dei
“bisogni della gente comune” (Corriere) e dei “problemi veri del Paese”
(Repubblica), deludendo chi si aspettava che parlasse di quelli falsi. Comunque
nel discorso “ci sarà tanta Italia” (Corriere): niente Australia, tiè. Per
questo la Nazione tutta da due giorni non fa che tripudiare all’Avvento. Sia
nella nuova Betlemme: “Applauso sul volo per Palermo” (Il Messaggero), “Sicilia
in festa” (Il Mattino), “Il teatro Massimo festeggia con l’Inno al Presidente”
(Repubblica)”, “Il portiere in livrea, signor Carmelo: ‘Qui il Presidente
riesce a unire tutti’”, nelle riunioni di condominio si presume, e così “rivela
una metafora per il Paese” (Corriere). Sia nella Capitale: “In Transatlantico
dicono tutti ‘I love Sicilia’” (Messaggero). E pure Oltretevere: “Il direttore
di Civiltà cattolica: ‘Un presidente dalla fede non muscolare, la visione sua e
di Bergoglio sono consonanti” (Corriere). Ma anche Oltreoceano: “L’elezione di
Mattarella irrompe tra i tavoli di Alfalfa, il club più esclusivo degli Usa”
(La Stampa). In America non si parla d’altro. (…). …sempre su La Stampa, Cesare
Martinetti sviluppa il concetto e lo estende agli arredi di casa Mattarella:
“normali” anche quelli. “C’è il decor delle buone case italiane, i quadri con
le cornici dorate, le vetrinette con i piatti dipinti a mano, le poltrone
foderate di stoffa. L’apparecchio tv ha una dimensione e una tecnologia
normale; le tende e le tapparelle alle finestre fanno capire che si tratta
anch’esso di un edificio normale”. (…). “Nel salotto di casa Mattarella si
possono riconoscere – per realtà o per aspirazione – la stragrande maggioranza
degli italiani”. Casa piuttosto spaziosa. “Parliamo dell’antropologia inscritta
in quelle immagini di famiglia, quegli abiti, quegli sguardi, quel linguaggio
dei corpi e delle cose. Quasi un’autobiografia di una nazione, una volta
decantate isterie e servilismi”. Ecco, decantiamole. Ma non prima di aver
sottolineato un altro stupefacente tratto della sua normalità: Mattarella
cammina. Stenterete a crederci, ma lo fa. E su due gambe, proprio come
umilmente anche noi. Domenica “s’è mosso a piedi: niente Panda grigia nella
domenica ‘verde’, in ossequio all’ordinanza del sindaco” (La Stampa). Ed è “un
gran camminatore”: una gamba avanti all’altra, ha percorso alcune centinaia di
metri fra la chiesa dei Santi XII Apostoli e la Corte e di lì a casa
Napolitano: tutto da solo. Niente sedia gestatoria, per dire. È stata
un’autentica “maratona”, annota Repubblica che ausculta una confidenza del
Presidente Maratoneta: “uff questa salita”. Ma alla fine è giunto tonico alla
meta, senza stramazzare al suolo, sano e salvo. Più che una camminata, una
serie di apparizioni mistiche. (…). Kotiomkin, sul web, commenta: “Mattarella è
così sobrio che compra i loden usati di Monti”. E così, per quella
necessità di una irrinunciabile “igiene mentale” stamane, per vincere una
eventuale insana tentazione, mentre le campane di Montecitorio suonavano a
festa ed i cannoni poi hanno tirato le 21 salve di benvenuto, me ne sono andato
a spasso sotto un cielo terso ed assolato e con un mare d’incanto come non mai
di questa stagione, cielo che di sicuro è sordo ed incurante del malaffare e della
piaggeria dominante in questo disastrato lembo di Terra.
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