"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

domenica 7 gennaio 2024

Lamemoriadeigiornipassati. 52 Dio a Saul: «Così dice il Signore degli eserciti: Ho considerato ciò che ha fatto Amalek a Israele. Va dunque e colpisci Amalek e vota allo sterminio quanto gli appartiene, non lasciarti prendere da compassione per lui, ma uccidi uomini e donne, bambini e lattanti, buoi e pecore, cammelli e asini».


Ha scritto Elena Basile in “Il silenzio di Mattarella sullo sterminio di Gaza” pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 5 di gennaio 2024: (…). …disturba (...) l’ambiguità con la quale si descrive la crudeltà della guerra, la perdita di umanità e di senso della giustizia, il superamento delle regole e del diritto internazionale, senza individuare politiche responsabili e protagonisti identificabili, quasi fossimo tutti in chiesa a piangere sui mali del mondo in un tempo astorico. Il male se appartiene all’occidente è una calamità ineluttabile. È una postura ormai diffusa nelle odierne democrazie che sembrano abbracciare un unico presupposto: il cambio degli equilibri nelle varie regioni del mondo a nostro vantaggio contro nemici oggettivi o costruiti a tavolino deve essere perseguito a fin di bene. Le vittime purtroppo non si possono evitare. Questo è il male che esiste sulla Terra. Sognare un mondo differente significherebbe scambiare la Terra con il paradiso. Questo il sostrato culturale del discorso del Presidente Mattarella, a cui si sono riferiti tutti, con la rituale deferenza, la maggioranza di Governo, i Presidenti di Senato e Camera, le opposizioni, la stampa, mi sembra senza grandi eccezioni. Persino qualche firma del Manifesto ha sentito il bisogno di unirsi al coro. L’omaggiato e quasi santificato Presidente ha condannato il terrorismo di Hamas che ha comportato un’operazione militare che ha fatto anche vittime civili. Ha denunciato le guerre e la violenza come mali dell’umanità. Ha auspicato un anno di pace. Di nuovo ho avuto l’impressione di essere a messa dove peraltro esistono sacerdoti in grado di prediche coraggiose e veritiere. Premetto che ho un estremo rispetto della Presidenza della Repubblica, Istituzione chiave della nostra democrazia a cui compete la difesa dei valori costituzionali e dell’indirizzo politico a essi consono. Sono tuttavia delusa e terribilmente triste per non avere udito da parte del Presidente Mattarella una sola parola di condanna dello sterminio degli innocenti a Gaza e la richiesta di un cessate il fuoco immediato e duraturo. Poteva riferirsi a Guterres, a governi democratici come quelli spagnolo, francese, il belga a cui si è unita recentemente la Germania che ha stigmatizzato le frasi genocide di molti esponenti del governo di Netanyahu. Senza particolari conseguenze sulla stabilità del Governo, poteva richiamare principi costituzionali, del diritto internazionale e umanitario. Trincerandosi dietro l’ONU e alcuni Governi europei, poteva osare. Il Presidente ha utilizzato belle parole sull’educazione alla politica e alla verità della gioventù e ha sostento l’importanza del voto quale diritto essenziale ostentando una inconsapevolezza surrealistica. Ha perso un’occasione importante per mostrare Lui per primo il coraggio della verità, della giustizia! Presidente i cittadini non votano perché stanchi della mancanza di un progetto di trasformazione della società, di contrasto all’arroganza atlantica e alla società dell’1%, a favore della pace e della giustizia sociale. Le prediche ammantate di ipocrisia non sono utili.

“Lo sterminio di Gaza e la vocazione violenta e nichilista dell’Occidente”, testo del 5 di gennaio ultimo di Pino Arlacchi - Gioia Tauro, 21 di febbraio dell’anno 1951, sociologo, politico, diplomatico – letto sul sito “lafionda.org”: La condotta di guerra di Israele a Gaza può apparire aberrante secondo gli standard legali e morali sbandierati dall’Occidente cristiano e democratico. Ma la tacita accettazione di questo quasi-genocidio da parte europea ed il sostegno con finto mal di pancia degli Stati Uniti ad Israele raccontano una storia totalmente differente. Lo studioso delle religioni non può non riconoscere nel comportamento delle forze armate israeliane a Gaza il profilo inconfondibile dell’Herem biblico, il Bando Assoluto del nemico che ne comporta il suo annichilimento, la sua distruzione totale. La Bibbia cristiana e quella ebraica sono piene di brani agghiaccianti, che invocano e descrivono l’Herem: la guerra di sterminio in nome di Dio che esige l’annientamento di tutto ciò che respiri. Uomini donne, bambini, e perfino animali domestici abbattuti nel corso della devastazione di intere città e della riduzione in cenere dei manufatti artistici e culturali del nemico. La Bibbia racconta la situazione in cui matura uno degli innumerevoli episodi di Herem. Gli israeliti si trovano sperduti in una landa desolata vicina a Gaza, a confronto con gli Amaleciti, il nemico di lingua araba simbolo del male che merita la vendetta e la distruzione complete. Gli Amaleciti devono essere spazzati via, eliminati, perchè hanno ucciso figli di Israele e perché sono una popolazione indigena che deve essere spossessata e cacciata via per decisione divina e per fare spazio a Israele. Questa inimicizia è alla base del comando dato da Dio a Saul: «Così dice il Signore degli eserciti: Ho considerato ciò che ha fatto Amalek a Israele. Va dunque e colpisci Amalek e vota allo sterminio quanto gli appartiene, non lasciarti prendere da compassione per lui, ma uccidi uomini e donne, bambini e lattanti, buoi e pecore, cammelli e asini». L’esitazione di Saul nell’obbedire a questo ordine – egli vuole risparmiare il re Amalek e la sua famiglia – gli costa la regalità e il favore dell’Onnipotente. La tradizione ebraica più tarda così commenta questo evento: “Egli ricorse allo sterminio di donne e di bambini, e pensava di non agire a questo riguardo in maniera barbara e inumana: innanzi tutto perché [gli Amaleciti] erano nemici che l’avevano minacciato e, in secondo luogo, perché aveva avuto un comando da parte di Dio, che era pericoloso disattendere” (Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche, Libro VI, Capitolo 7). In un mio studio ho calcolato che in diciotto brani di questo tenore, si parla della morte di oltre un milione 200mila persone nel corso di genocidi ed atrocità di massa talvolta descritti nel dettaglio. Anche se le cifre delle perdite possono essere esagerate come quelle delle età dei patriarchi, è chiaro che non si tratta di metafore. Questi contenuti hanno imbarazzato molti commentatori devoti, alcuni dei quali si sono arrampicati sugli specchi per sminuirne la componente di barbarie, spiritualizzando (cioè banalizzando) fatti spaventosi. Ma già Marcione, teologo del II secolo, si era separato dalla comunità cristiana di Roma ed aveva fondato una sua chiesa che rifiutava il Dio crudele e guerriero del Vecchio Testamento a favore del Cristo tutto amore e fratellanza. Ho chiesto conto di questa lampante contraddizione tra Vecchio e Nuovo Testamento a preti, vescovi e teologi che ho conosciuto, senza ricevere alcuna spiegazione convincente. La violenza della Bibbia ha in realtà continuamente prevalso, nei secoli successivi, sul Vangelo, costituendo un modello di persecuzione, soggiogamento e sterminio che ha ispirato le Crociate, le guerre di religione, l’espansione coloniale oltreoceano, il genocidio degli indiani d’America ed altri crimini fino a Gaza. L’ispirazione è stata in molti casi letterale. La citazione di brani del Deuteronomio e di altri libri è servita per incitare i soldati a carneficine ed eccidi di massa. Il messaggio del Vangelo è stato ignorato e disprezzato in primo luogo dalla Chiesa stessa. Il Vaticano dei cattolici è stato simbolo di corruzione e di violenza lungo l’intera epoca moderna, mentre i pastori protestanti hanno benedetto tutte le nefandezze europee nel Nuovo Mondo. Si è dovuti arrivare al ventunesimo secolo per trovare un Papa che condanna la guerra in quanto tale, senza se e senza ma, in accordo con lo spirito e con la lettera del Vangelo. È vero che la tradizione occidentale della guerra è variegata, includendo le guerre di conquista, di conservazione dello status quo e le guerre imperiali. Ma al fondo di ogni guerra c’è sempre stata, e c’è, l’opzione dell’Herem. Dell’annientamento puro e semplice del nemico, a dispetto degli stessi scopi iniziali del conflitto. Ed è stato proprio il maggiore studioso della guerra occidentale, Von Clausewitz, ad ammonirci che “l’introdurre un principio di moderazione nella guerra è una vera assurdità”. Il culmine della traiettoria iniziata con i genocidi della Palestina del Vecchio Testamento è stata l’invenzione dell’arma più consona all’Herem: la bomba atomica creata dai vertici della scienza occidentale, ed usata dagli americani a Hiroshima e Nagasaki. L’incubo della guerra atomica globale è la versione ultima del Bando Assoluto della Bibbia. È il regalo che la vocazione distruttiva ed autodistruttiva dell’Occidente ha fatto al resto del mondo, e che viene applicato in questi giorni a Gaza su piccola scala.

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