Sopra. "Pub The Cricketers", penna e acquerello (2023) di Anna Fiore.
“Vitevissuteaibordi”. 1 “Gocce di felicità”, testo di Massimo Giannini pubblicato sul settimanale “d” del quotidiano “la Repubblica” del 13 di gennaio 2024: (…). Wim Wenders ha detto una cosa che mi ha colpito: "È la storia di mister Nobody, un signor Nessuno invisibile alla gente, addetto alle pulizie delle toilette pubbliche di Tokyo, che vive un'esistenza modesta ma molto serena...". Questo signor Nessuno ha l'aria di essere il nuovo eroe dei nostri Tempi Grami. Come Henry Miller nella folgorante prima pagina di Tropico del cancro, anche lui non ha soldi, non ha risorse, ma è "l'uomo più felice del mondo". È povero, vive in un micro-appartamento dove ci sono solo un letto e un lavandino. La mattina suona la sveglia, lui esce e va a pulire i bagni, poi mangia un panino al parco, finisce il suo turno e rientra nel suo buco, dove coltiva le sue minuscole passioni: la musica, le piante, e poi un libro da leggere prima di addormentarsi. E il giorno dopo tutto si ripete, sempre uguale a se stesso. Wenders, che abbiamo amato come mai all'epoca di Paris, Texas e Il cielo sopra a Berlino, è un maestro della routine, che sa raccontare come pochi altri e che - come sostiene lui stesso - "non è necessariamente negativa, perché dà stabilità e libertà nel modo di vedere le cose". Non vi sembra meraviglioso, tutto questo?
“Vitevissuteaibordi”. 2 "Message in a bottle", testo di Concita De Gregorio pubblicato sullo stesso numero del settimanale "d”: (…). Cominciamo dalla fine. Un uggioso martedì di aprile del 2015 due pensionati tedeschi passeggiano sulla battigia di una spiaggia sull'isola di Amrum, Germania, Mare del Nord. Sono Marianne e Horst Winkler. Fra le alghe e i detriti trasportati a riva dalle onde vedono una vecchia bottiglia di vetro molto opaca che sembra contenere qualcosa. È un foglio su cui si legge, in inglese, break. La rompono con un sasso e spiegano il biglietto arrotolato. C'è scritto a macchina, in varie lingue, questo: "Chiunque trovi questo foglio è pregato di scrivere su una cartolina data e luogo del ritrovamento e spedirla a George Parker Bidder, laboratorio marino di Plymouth, Inghilterra. Riceverà come ricompensa uno scellino d'argento". La data sul biglietto è 1908. Futuri esami chimici lo confermeranno e questo ritrovamento entrerà nel Guinness dei Primati come la più antica bottiglia con messaggio mai rinvenuta in mare. Un viaggio lungo 107 anni. George Parker Bidder, nato a Londra da ricca aristocratica dinastia, era un biologo marino che studiava le correnti. Lo faceva anche attraverso la ricostruzione del cammino delle sue bottiglie, che affidava al mare a centinaia. Alla fine dell'Ottocento la sua università, Cambridge, lo manda a Napoli a lavorare all'Acquario Reale. La storia dell'Acquario è una storia nella storia, la raccontiamo un'altra volta. George risiede stabilmente in un bellissimo albergo che guarda sul mare, la vista abbraccia il golfo di Napoli: il Tramontano Beaurivage. Ama la città, il suo lavoro, questo posto. Non se ne andrebbe mai. Un giorno bussano alla sua stanza: un ufficiale giudiziario gli comunica che sta sgomberando l'hotel, è stato perso al gioco ed è sotto sequestro per debiti perciò anche lui deve andarsene. Segue una conversazione (…) che si apre con l'ufficiale che chiede lo sgombero "per la mezza" e si chiude con Parker Bidder che chiede al direttore dell'albergo a quanto ammonti il debito. "Bene. Metta l'albergo sul mio conto. Ora vi chiederei di lasciarmi riposare". Metta l'albergo sul mio conto è una frase obiettivamente memorabile. Nel suo testamento Parker dispone che l'hotel sia ereditato dal direttore e così accade. È poi nei decenni passato di mano in mano, amato e frequentato da Eduardo De Filippo, Vittorio de Sica, Anna Magnani. È stato infine riacquisito da una famiglia di imprenditori del luogo. La terrazza è uno dei luoghi più romantici della città e dunque del mondo. Ancora oggi, al Grand Hotel Parker's di Napoli, gli ospiti trovano in stanza una bottiglia di vetro con la copia di quel messaggio del 1908 e l'invito di consegnarlo alla reception. Ricevono, quelli che lo fanno, la copia di uno scellino d'argento come dono di congedo.
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