"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

lunedì 31 gennaio 2022

Dell’essere. 30 Massimo Recalcati: «Lo dico da cristiano, la morte può assumere scandalosamente la forma del dono».

 

“Ho messo Mosè sul lettino dell’analista”, intervista di Antonio Sanfrancesco allo psicoanalista Massimo Recalcati letta e tratta dal settimanale “Famiglia Cristiana” del 9 di gennaio 2022: (…). Una volta ha detto che da bambino aveva due eroi, Gesù e Telemaco, ed entrambi avevano problemi con il padre. Qual è il nesso tra i due? «Sono due figure di figlio che hanno vissuto in maniera diversa l’assenza del padre. Telemaco all’inizio della sua vita, Gesù in maniera radicale nel Getsemani e sulla croce. Per entrambi, però, l’esperienza di questa assenza è ciò che li rende autenticamente e pienamente umani»

domenica 30 gennaio 2022

Paginedaleggere. 84 Gunther Anders: «L'umanità che tratta il mondo come un mondo da buttar via finirà col trattare se stessa come un'umanità da buttar via».

 

A lato. "Windmill", acquerello (2022) di Anna Fiore.

Quel grande “cantore” che è stato l’indimenticato Giorgio Gaber così declamava nel Suo struggente “Far finta di essere sani”:

Vivere, non riesco a vivere

Ma la mente mi autorizza a credere 

Che una storia mia, positiva o no

È qualcosa che sta dentro alla realtà

Nel dubbio mi compro una moto

Telaio e manubrio cromato

Con tanti pistoni, bottoni e accessori più strani

venerdì 28 gennaio 2022

Paginedaleggere. 83 «Il tratto nichilista della nostra economia, per la quale il consumo dei prodotti non coincide tanto con la loro fine ma è il loro fine».

 

Tratto da “Vietato condannare l'indifferenza dei nostri ragazzi” di Umberto Galimberti, pubblicato sul settimanale “D” del quotidiano “la Repubblica” del 28 di gennaio dell’anno 2017: Se il mondo che abbiamo creato per loro è immodificabile, perché dovrebbero darsi da fare? Prima di accusare i giovani d'indolenza, mancanza di sacrificio e incapacità di promuoversi in qualsiasi attività lavorativa, anche se non necessariamente connessa con la tipologia dei loro studi, i vecchi, (…), dovrebbero rendersi conto che forse i giovani sono come (…) li (si) descrive per effetto del mondo in cui sono nati e cresciuti. Un mondo che noi vecchi, e più siamo vecchi più siamo responsabili, abbiamo creato per loro.

giovedì 27 gennaio 2022

Lamemoriadeigiornipassati. 26 «Da tempo il vento dell’intolleranza è tornato a soffiare sul nostro mare».

 

Ha scritto Enzo Bianchi in “Chi ricorda non mente” pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del 24 di gennaio 2022: (…). Nel nostro presente s'intrecciano memoria e oblio, passato e futuro, ma senza finire in un culto della memoria dobbiamo aprire un futuro al passato, come avverte acutamente Barbara Spinelli nel libro Il sonno della memoria. La memoria diventa allora "motrice di storia" che rilegge ma non riscrive e consente di mutare non il passato ma il futuro. La memoria del male e della sua epifania è essenziale ad assumere una crudele verità: il male è possibile all'uomo, anche a me stesso, il male è banale, e quindi si arriva a considerarlo come una realtà da vincere. Il giorno della Memoria del 27 gennaio deve essere un giorno di intelligente riflessione per ricordare le vittime: dimenticarle significherebbe ucciderle una seconda volta. Sì, una porzione di umanità è stata perseguitata ed eliminata con un disegno progettato da un'altra parte di umanità accecata e barbara che non riconosceva più né la comune dignità umana, né la fraternità. È importante far risuonare con sdegno un "mai più", ma è anche necessario interrogarci su perché la Shoah è potuta accadere. Quando si evoca la Shoah, la si imputa esclusivamente all'ideologia nazista, individuando i colpevoli nei soggetti al servizio di quel potere totalitario e criminale. In realtà della Shoah furono responsabili anche molti uomini senza condivisione di ideologie naziste, persone con una coscienza silente e abituate a pensare solo a sé stesse. Nel silenzio o nella muta approvazione, per il bene della nazione, del popolo e della razza, scelsero l'indifferenza. Per questo, quello che è successo allora è possibile anche oggi: deboli che diventano prepotenti, impotenti che diventano aguzzini, apatici che diventano crudeli. Gli ultimi sopravvissuti all'inferno se ne stanno andando e cesseranno le narrazioni di ciò che all'inizio fu inenarrabile.

lunedì 24 gennaio 2022

Notiziedalbelpaese. 51 «Nelle classifiche internazionali la libertà d'informazione in Italia è stimata a livelli da Terzo Mondo».

 

Tratto da “Tutto ciò che la stampa prona non dice di Draghi” di Ivo Caizzi, pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 21 di gennaio 2022: Il premier Mario Draghi, appoggiato dal "governo dei migliori", ha usato il denaro pubblico per influenzare o magari addirittura "comprare" il consenso degli editori dei principali organi d'informazione e dell'élite dei giornalisti? Questa domanda, che gli andrebbe rivolta in conferenza stampa, può scaturire come logica conseguenza di fatti in-contestabili. 1) Tanti giornali italiani (…) hanno celebrato Draghi "a priori" e a oltranza, da quando è stato imposto a Palazzo Chigi pur senza avere avuto il consenso degli elettori. 2) Gli editori degli stessi organi d'informazione hanno sostenuto questa esaltazione di un tecnocrate della grande finanza, pur senza esperienza in cariche politiche e con un passato non privo di segreti e "ombre". 3) I giornalisti più pagati avevano implorato il governo di salvare le loro "pensioni d'oro" dal crollo della cassa Inpgi 1, che pretesero di privatizzare per godere di un sistema privilegiato rispetto a quello pubblico Inps. 4) Gli editori percettori di erogazioni pubbliche e disinvolti spremitori dell'Inpgi 1 (per tagliare i costi con i prepensionamenti) avevano chiesto ulteriori aiuti di Stato. 5) Draghi e il suo governo hanno stanziato 350 milioni di fondi pubblici per gli editori, che - se hanno interessi in altri settori - possono beneficiare di contributi statali aggiuntivi. 6) Il premier ha salvato le "pensioni d'oro" dell'élite dei giornalisti, incurante del parere negativo della Corte dei conti e senza nemmeno un ricalcolo (che avrebbe evitato allo Stato almeno di accollarsi i privilegi più imbarazzanti). Draghi dovrebbe chiarire se, da questi presupposti, può es-sere scaturito un "do ut des" tra la sua celebrazione mediatica e i fondi pubblici agli editori e ai giornalisti più pagati. E, se non fosse in grado di smentirlo, ne uscirebbe un mega-scandalo. Perfino l'Unione europea dovrebbe intervenire per tutelare il diritto fondamentale della libertà di informazione, replicando quanto ha fatto dopo le restrizioni sui media nell'Ungheria di Viktor Orbàn. Per Draghi la situazione potrebbe diventare ancora più delicata, se corresse per succedere al Quirinale a Sergio Mattarella. Il denaro pubblico, elargito agli editori e all'élite dei giornalisti, non favorirebbe la sua ambizione personale? Non indurrebbe a sottovalutare i segreti e le "ombre" di quando era alla banca privata Usa Goldman Sachs, ha frequentato super-lobby riservate della finanza e ha attuato politiche da "Robin Hood al rovescio", togliendo ai poveri per dare ai ricchi (da salvataggi di banchieri e investitori, con fondi pubblici della Bee, fino ai regali da premier a grandi imprese, finanzieri, editori e giornalisti più pagati)?

domenica 23 gennaio 2022

Paginedaleggere. 82 «I giovani cercano il divertimento perché non sanno gioire. Ma la gioia è innanzitutto gioia di sé».

 

Ha scritto Umberto Galimberti in “Qui signora ci occupiamo di didattica, non di problemi psicologici”, pubblicato sul settimanale “D” del quotidiano “la Repubblica” del 22 di gennaio 2022: Si diventa professori senza aver mai aperto un libro di psicologia dell'età evolutiva e poi si va a insegnare a ragazzi in età evolutiva, perché non si ritiene che sia compito degli insegnanti affrontare problemi psicologici. Eppure tutti sappiamo che la mente non si apre se prima non si è aperto il cuore. Quando parlo di "cuore" intendo dire che non si dà apprendimento senza cura dei percorsi emotivi dei ragazzi, che si radicano nella loro provenienza spesso difficile, come nel caso dei figli adottati (che, se vengono adottati, è perché hanno avuto già un'infanzia che non era la più favorevole alla vita), o degli immigrati che oltre alle nozioni impartite dalla scuola devono acclimatarsi a una cultura spesso radicalmente diversa da quella della loro provenienza o addirittura in contrasto con quella che vivono in famiglia. Se la misura è data solo dall'apprendimento e non tiene conto delle diverse condizioni ed esperienze da cui i ragazzi provengono, questa misura è ingiusta. Già Aristotele avvertiva che se la legge, che per sua natura è universale, non tiene conto nella sua applicazione delle differenze individuali, quella legge diventa ingiusta, per cui la giustizia, per essere giusta, deve essere corretta dall'equità, che è la capacità di contemperare l'universalità della legge alle differenze espresse dai singoli casi.

sabato 22 gennaio 2022

Notiziedalbelpaese. 50 «Il fantasma berlusconiano incrocia quello del marchese De Sade: rendere il godimento eterno, sottratto allo scorrere del tempo e alla morte».

 

Sosteneva lo psicanalista Massimo Recalcati in una intervista – “Mollare vuol dire affrontare la morte” - a firma di Wanda Marra concessa ad “il Fatto Quotidiano” del 7 di dicembre dell’anno 2012: (…) Professor Recalcati, perché Berlusconi non molla? - Uscire di scena, saper tramontare, è la saggezza più grande perché rivela la capacità di non credere troppo al proprio Io, a quell'Io che crediamo di essere. Sappiamo che le vecchie glorie del passato fanno fatica a scegliere la via del tramonto restando aggrappate disperatamente ai sembianti del loro antico prestigio -.

Ci vuole una potenza nevrotica enorme per tenere in ostaggio ancora una volta un intero paese. - Per Berlusconi è questione di vita o di morte. Senza l’Io illuminato dai riflettori e dai sondaggi di popolarità sarebbe costretto a confrontarsi con il senso dei propri limiti e della propria morte. Per questa ragione il palcoscenico televisivo non era più sufficiente e doveva necessariamente dilatarsi nell'arena politica. Certo si trattava di difendere i propri interessi economici. Ma non solo. Si trattava di difendere anche la propria immagine fallica -.

Oggi, cosa sta cercando di salvare rimanendo sulla scena? - Deve salvare la propria potenza fallica dal declino alla quale essa è fatalmente consegnata. Il fantasma berlusconiano incrocia quello del marchese De Sade: rendere il godimento eterno, sottratto allo scorrere del tempo e alla morte. Da questo punto di vista l'impossibilità di congedarsi definitivamente dalla sua carriera politica - come invece fece a suo tempo Prodi - non segnala tanto l'attaccamento al potere, ma l'impossibilità di esistere senza occupare la scena del mondo come protagonista. La psicoanalisi chiama questo angoscia di castrazione -.

Ma perché negli ultimi mesi ha cambiato idea e posizione prima di tutto sul suo futuro tante volte? - È difficile rispondere a questo. Quel che è certo è che quest’uomo non sa accettare la dimensione finita dell’esperienza, la dimensione del lutto. Questa incertezza è dovuta al fatto che pur sapendo che il suo tempo è politicamente esaurito, da una parte percepisce, dall’altra lo nega -.

Cosa vuol dire questo per l’Italia? - Deleuze diceva che non c’è niente di peggio che scoprirsi prigionieri del sogno di un altro. È quello che rischiano gli italiani con una nuova discesa in campo di Silvio Berlusconi -.

Ma come mai ha ancora tanta forza, che nessuno, a cominciare dal suo partito, è in grado di fermarlo? - Come padre titanico non ha fatto crescere figli. Piuttosto li mangia: basta pensare al povero Alfano -.

giovedì 20 gennaio 2022

Eventi. 48 «La storia del genere umano è cosparsa di orrori».

 

A lato. La villa sulla riva del lago Wannsee dove il 20 di gennaio dell'anno 1942 si decise la "soluzione finale".

Tratto da “Lo sterminio all’ora di pranzo” di Corrado Augias, pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” di oggi, 20 di gennaio 2022: Ottant’anni fa come oggi, 20 gennaio 1942, quindici persone si riunivano in una villa sulla riva del lago Wannsee, periferia sud di Berlino. La convocazione era stata fatta da Reinhard Heydrich, potente capo dell’ufficio sicurezza del Terzo Reich. Oggetto dell’incontro la “Soluzione finale della questione ebraica” (Endlösung der Judenfrage). Attorno al tavolo sedevano alcuni dei massimi gerarchi a capo delle strutture che sarebbero state coinvolte nell’operazione, compreso lo stesso Heydrich. Fungeva da segretario l’Obersturmbannführer delle SS, uomo destinato ad una sinistra notorietà, Adolf Eichmann. Hans Frank, direttore dell’ufficio legale del Reich, aveva già anticipato qualche giorno prima ai suoi collaboratori l’obiettivo del progetto e le difficoltà pratiche per la sua attuazione. In quel momento, il termine “soluzione finale” conservava un piccolo margine di ambiguità, non per Frank, comunque: «Non possiamo fucilarli tutti, non possiamo avvelenarli, ma potremmo attuare interventi che in qualche modo portino a un annientamento». Quello il dilemma che lacerava la coscienza dell’alto gerarca: come si fa ad annientare un popolo senza ricorrere né alle fucilazioni di massa né al veleno? Quando la riunione si aprì, l’interesse di Frank e di molti altri gerarchi era dunque di vedere con quali modalità la “soluzione finale” avrebbe potuto essere effettivamente applicata. Della riunione si è conservato il verbale - redatto da Eichmann - diventato col tempo un prezioso documento storico certamente di utile lettura per chi non avesse ancora le idee chiare sull’argomento. Heydrich cominciò ad esporre le cifre della popolazione ebraica presente nei vari paesi sotto il dominio del Reich ma anche nei paesi alleati, Italia compresa con i suoi 60 mila ebrei circa. Interessante notare che nell’elenco erano inclusi anche Stati neutrali come Irlanda, Portogallo, Svezia e Svizzera, chiara allusione al fatto che, una volta vinta la guerra, anche i paesi neutrali in un modo o nell’altro sarebbero stati costretti a consegnare ai nazisti i “loro” ebrei. Il fanatismo dell’ideologia faceva sottovalutare il fatto che da quasi due mesi gli Stati Uniti erano entrati nel conflitto cambiando, come di lì a poco sarebbe stato evidente, l’intero quadro strategico delle forze in campo. Si può ricordare che, quaranta giorni prima, anche Mussolini, dal balcone di Palazzo Venezia, aveva annunciato che l’Italia dichiarava guerra agli Stati Uniti d’America: «Le potenze del Patto d’acciaio scendono oggi a lato dell’eroico Giappone contro gli Stati Uniti d’America...».

mercoledì 19 gennaio 2022

Notiziedalbelpaese. 49 «Dello spettacolo grottesco, egotico e deresponsabilizzato che Berlusconi ha incarnato».

 

Ha scritto Michele Serra in “Mette tristezza ritrovarci qui”, pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” di ieri, 18 di gennaio 2022: (…). La vanità di un vecchio (Berlusconi, 85 anni) segna la scena al punto di costringerci a tornare a una domanda stravecchia, che credevamo dimenticata, e cioè se per caso ce lo meritiamo, Berlusconi: e sicuramente se lo merita la mezza Italia che lo ha amato, assecondato, blandito, e tutt'ora gli fa da corte. Glielo augureremmo vivamente, come presidente, ai nostri fratelli di destra, se lo meritano così come meritano il ridicolo, il sospetto di non avere etica pubblica, il discredito internazionale. Sì, glielo augureremmo, non fosse che in questo Paese abitiamo anche noi. Secondo le cronache sarebbe il trio Verdini-Dell'Utri-Confalonieri, pregiudicato per i primi due terzi, ad architettare questa estrema botta a un passo dalla fine. Verdini, 71 anni, è il teen ager della situazione, gli altri due sono over 80, quando ci dicono che la sinistra è novecentesca possiamo far notare quanto bacucca, o in ostaggio dei bacucchi, sia la destra. Mette tristezza che i due quasi giovani capi populisti, il Salvini e la Meloni, si siano sottomessi, non importa se per opportunismo o per mediocrità, al capriccio di un vegliardo. Mette tristezza che il resto d'Italia al completo non abbia altro da dire che Draghi, Draghi, Draghi, valentuomo dell'establishment europeo (per fortuna che c'è), come per ammettere che senza di lui non c'è partita, non c'è salvezza, non c'è Italia: ma esistevamo, prima di lui, o eravamo solamente uno scherzo di natura? Mette tristezza lo squallore della tratta dei voti, la riconoscibilità della scheda (tipica del voto di scambio, del ricatto mafioso), mette tristezza ritrovarsi nel 1994 essendo il 2022.

martedì 18 gennaio 2022

Lamemoriadeigiornipassati. 25 «L'inopportunità di far rappresentare l'Italia dentro il Paese e fuori da un pregiudicato».

Scriveva il 13 di febbraio dell’anno 2011 – ben undici anni prima di questa sciagurata stagione politica - Nadia Urbinati - titolare della cattedra di scienze politiche presso la Columbia University di New York, già Presidente dell’associazione “Libertà e Giustizia” - in “Il paradosso del Sultano” pubblicato sul quotidiano “la Repubblica”:

domenica 16 gennaio 2022

Lamemoriadeigiornipassati. 24 «I dieci falsi del Cavaliere».

 

Da una corrispondenza – “Il bisnonno del Bunga Bunga” – pubblicata sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del 7 di gennaio 2022. Scrive il lettore A.R.: (…). …negli ultimi tempi c’è una cosa che non capisco per niente e mi chiedo come sia possibile che il mondo della politica, il mondo della comunicazione, il mondo della cultura, ma anche la gente normale e soprattutto le donne tutte non abbiano urlato allo scandalo davanti alla candidatura alla presidenza della Repubblica di un personaggio come Silvio Berlusconi, che rappresenta, perché ci ha speculato, lo ha praticato e sbandierato per marketing politico, quell’universo culturale maschilista che tutti stiamo cercando in tutti i modi di rimuovere dalle nostre esistenze.

sabato 15 gennaio 2022

Notiziedalbelpaese. 48 «La politica è per davvero questo ininterrotto far finta di niente?».

 

A lato. La copertina del settimanale "L'Espresso" del 9 di gennaio 2022.

Ha scritto Michele Serra in “Fare finta di niente”, pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” di oggi, sabato 15 di gennaio 2022: Berlusconi non è candidabile non perché sia di destra. Ma perché è Berlusconi. Colpisce che nessuno, tra i numerosi attori della scena politica, lo dica con chiarezza. Tirano in ballo il fatto che "è un leader di partito": come se un impedimento normativo, o una diminuzione delle facoltà umane, negasse a un uomo di parte la possibilità di assumere un ruolo super partes, così come è avvenuto a ripetizione nella storia del Quirinale.

venerdì 14 gennaio 2022

Eventi. 47 «Le strade, le case, i libri, la musica, perfino la lingua, le parole, sono state inventate dall'infinita schiera dei morti senza nome».

 

“In morte di David Maria Sassoli”, che gli sia lieve la terra. Tratto da “Quando la fine racconta il senso delle nostre vite” di Giacomo Papi, pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” di oggi, venerdì 14 di gennaio 2022: Per capire le persone bisogna immaginarle morte. A me capita di farlo con gli amici e le amiche, quando muoiono, ma a volte anche da vivi. Ho bisogno di allontanarle per vederle davvero, per capire che cos'avevano di speciale, in sé o forse solo per me. In che modo possono essere raccontati. E così vedo la ragazza con cui non ero d'accordo quasi mai perché ne vedevo la rabbia, ma a cui volevo bene proprio perché quella rabbia con cui non ero d'accordo era la fonte della sua intelligenza e dei suoi errori. O quell'altro immenso, che per nascondersi occupava tutto lo spazio, un altro che trasformava ogni gesto in un rito e il grande Gatsby, che per scappare alla morte viveva con così tanta smania da inseguirla. Ogni volta che muore una persona per cui ho provato affetto sento il bisogno di scriverne per descriverla a me stesso. L'obituary costringe a mettere a distanza, per fare rivivere qualcuno attraverso i dettagli.

mercoledì 12 gennaio 2022

Dell’essere. 29 «Cerco di tenere a bada il tempo in un luogo seguendo certi rituali. C'è un elemento di eternità nella routine».

A lato. Klimt. "Le tre età della donna" (1905).

Ha lasciato scritto Norberto Bobbio nel Suo volume “Autobiografia”: (…). E il passato rivive nella memoria. Il grande patrimonio del vecchio è nel mondo meraviglioso della memoria, fonte inesauribile di riflessioni su noi stessi, sull’universo in cui siamo vissuti, sulle persone e gli eventi che lungo la via hanno attratto la nostra attenzione. Meraviglioso, questo mondo, per la quantità e la varietà insospettabile e incalcolabile delle cose che ci sono dentro: immagini di volti scomparsi da tempo, di luoghi visitati in anni lontani e non mai più riveduti, personaggi di romanzi letti quando eravamo adolescenti, frammenti di poesie imparate a memoria a scuola e mai più dimenticate; e quante scene di film e di palcoscenico e quanti volti di attori e attrici dimenticati da chi sa quanto tempo ma sempre pronti a ricomparire nel momento in cui ti viene il desiderio di rivederli e quando li rivedi provi la stessa emozione della prima volta; e quanti motivi di canzonette, arie di opere, brani di sonate e di concerti, che ricanti dentro di te (…). Di seguito, “La sottile arte di invecchiare” del settantottenne scrittore argentino Alberto Manguel, pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” di oggi, 12 di gennaio 2022:

martedì 11 gennaio 2022

Paginedaleggere. 81 «Leggere è lotta contro l'alienazione al tempo, è affermazione della libertà».

 

A lato. Altichiero da Zevio (1330 ca. – 1390 ca.). Ritratto di Francesco Petrarca conservato presso la "Bibliothèque Nationale de France" (Parigi).

Ha scritto ieri - lunedì 10 di gennaio 2022 - Enzo Bianchi in “L'arte della lettura” pubblicato sul quotidiano “la Repubblica”: (…), se la si pratica come un'arte, la lettura è scuola di silenzio e di interiorità, leggendo si tace e si fa parlare il libro, ma si impara anche il rispetto, l'attenzione e l'ascolto.

lunedì 10 gennaio 2022

domenica 9 gennaio 2022

Paginedaleggere. 80 Umberto Eco: «Libertà e Liberazione sono un compito che non finisce mai. Che sia questo il nostro motto: non dimenticate».

 

Ha scritto Michele Serra in “La libertà come fisima” – pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del 14 di novembre dell’anno 2021 - sui fatti o misfatti dei nostri giorni pericolosamente vissuti con la pandemia:

sabato 8 gennaio 2022

Paginedaleggere. 79 Enzo Bianchi: «Il mio augurio per il nuovo anno: trovate il tempo per pensare!».

A lato. "Vecchia Praga", penna ed acquerello (2021) di Anna Fiore.

Ha scritto Enzo Bianchi in “La disciplina del tempo” pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del 3 di gennaio 2022:

venerdì 7 gennaio 2022

Paginedaleggere. 78 «Quella che noi chiamiamo Storia, è una vicenda brevissima».

 

A lato. "Una strada di Girona" (Spagna), acquerello (2021) di Anna Fiore.

Ha scritto Norberto Bobbio nel Suo saggio “Invito al colloquio” dell’oramai remoto anno 1951:

giovedì 6 gennaio 2022

Paginedaleggere. 77 «I commentatori twitter del nostro tempo hanno dato fiato ancora una volta all’antipolitica».

 

A lato. Hannah Arendt

Letta, su cortese segnalazione dell’amica Agnese A. e parzialmente riportata, l’intervista di Davide D'Alessandro allo psicoanalista Massimo Recalcati - "A Cacciari e Agamben dico: la filosofia può rendere ciechi" – postata sul sito www.huffingtonpost.it il 2 di gennaio 2022:

mercoledì 5 gennaio 2022

Eventi. 46 Umberto Eco: «Nessuna civiltà può sussistere e sopravvivere senza una memoria collettiva».

 

Oggi Umberto Eco avrebbe compiuto 90 anni. Ha scritto Corrado Augias in “L'importanza di chiamarsi Umberto” pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” di oggi 5 di gennaio 2022: (…). Ho un netto ricordo delle sue prime uscite a Roma, per l’esattezza nella libreria Feltrinelli di via del Babuino che negli anni Sessanta era un vivacissimo centro di dibattito. Quando cominciava a parlare quel giovane ancora semisconosciuto, il volto tondeggiante, gli occhiali dalla pesante montatura nera, barba anch’essa nera, pipa, l’attenzione si faceva tesa, il silenzio profondo.