"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

giovedì 30 dicembre 2021

Paginedaleggere. 76 Michele Ciliberto: «la vita è irriducibilmente imprevedibile, non si lascia chiudere all’interno di uno schema».

 

A lato. Raffaello Sanzio: "La scuola di Atene".

Tratto da "Abbiamo bisogno di umanesimo”, intervista di Claudia Morgoglione a Michele Ciliberto – “autore di splendidi saggi su Machiavelli e Giordano Bruno pubblicati da Adelphi, docente universitario e presidente dell’Istituto nazionale di studi sul Rinascimento di Firenze” – pubblicata sul quotidiano “la Repubblica” di oggi giovedì 30 di dicembre 2021: (…). «Mai come adesso – (…) – gli straordinari pensatori della crisi cinquecenteschi possono insegnarci a non arrenderci, a sfidare il caos creando nuovi modelli di vita».

mercoledì 29 dicembre 2021

Virusememorie. 85 «Essere cittadini significa avere la responsabilità per le sorti altrui. La responsabilità per gli altri significa che tutto quello che facciamo è parte di un’impresa collettiva».

A lato. Caspar David Friedrich: "Il viandante sul mare di nebbia".

Ha scritto Michele Serra in “La solitudine dell’escluso” pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del 30 di settembre 2021: (…). …il complottista è prima di tutto l'umiliato, l'escluso, l'isolato che cerca una spiegazione semplice (e sbagliata) della sua sconfitta sociale e umana: il complotto contro di lui, appunto. È una tesi convincente, che innesca, però, una lunga serie di domande.

lunedì 27 dicembre 2021

Notiziedalbelpaese. 46 «Noi legalitari, vaccinati per senso civico prima ancora che per tutelare noi stessi».

 

Ha scritto Michele Serra in “Una strana idea di libertà” pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del 14 di ottobre 2021: Azzardo una previsione, basata su una ormai lunga esperienza da italiano in Italia.

domenica 26 dicembre 2021

Paginedaleggere. 75 Edgar Morin: «Per decenni un pensiero ben organizzato c'è stato: era quello marxista. Oggi quel pensiero è in parte obsoleto».

 

Tratto da “La cultura è il destino comune”, intervista di Maurizio Molinari al filosofo Edgar Morin pubblicata sul settimanale “Robinson” - del quotidiano “la Repubblica” - del 24 di dicembre 2021: (…). Monsieur Morin, (…). Qual è la lezione più importante della sua vita che vuole trasmettere, condividere con i nostri lettori? "È molto difficile rispondere, ma direi che è la lezione personale di volontà, di autocritica permanente, in altre parole di autoesame; che è compatibile, beninteso, con la critica di se stessi, vale a dire la resistenza a quel processo spontaneo che è in noi, quello che gli inglesi chiamato self-deception, che non è la giusta percezione di sé, ma piuttosto alimentare dentro di noi un inganno, assegnarci la parvenza di una bella figura, cercando invece di dimenticare quel che di negativo, di vergognoso, c'è in noi. Per me, quindi, la lezione più importante è cercare di conservare la capacità di resistere ai momenti di isteria collettiva, di odio collettivo, quasi di follia collettiva, che si manifestano continuamente nella vita delle società, in particolare in tutti i conflitti, che siano le guerre o gli scontri politici. Lo vediamo oggi nel caso della pandemia, dei vaccini. Vediamo - direi in modo quasi letterale - l'assenza di un distanziamento riflessivo da sé, la distanza/assenza di autoesame, quando invece questa dovrebbe essere la condizione preliminare, la lezione preliminare a tutte le altre".

A proposito di questa ondata di odio collettivo, che si sta manifestando in molti Paesi europei e nella nostra società in coincidenza con la pandemia, secondo lei il populismo da dove si genera? "Potrei dire che ogni crisi, e soprattutto una crisi grave e gravida di emozioni come questa, suscita molta angoscia e inquietudine sia riguardo al presente sia riguardo al futuro. E io stesso, che nella mia adolescenza ho vissuto un'epoca molto drammatica - gli anni che hanno preceduto la guerra segnati da una crisi economica gravissima che ha contribuito a determinare la presa del potere da parte di Hitler - ho visto come nella società francese si siano scatenate due polarità. Da un lato la Francia umanista, aperta, che integra i suoi immigrati, dall'altro la Francia reazionaria, xenofoba, antisemita. E penso che oggi, in modo diverso, durante una crisi, le stesse ansie provocano due contraddizioni: da una parte una paura che produce regressioni psicologiche e mentali e fa appello a un reset magico oppure a un capro espiatorio giudicato responsabile di tutti i mali odierni; e dall'altra un'immaginazione che si manifesta in modo estremamente dispersivo, in cui si vedono tante persone, tante associazioni, soprattutto in Francia, di solidarietà, di aiuto reciproco, di obiettivi umanistici, ma in modo dispersivo e senza una direzione precisa. Dunque, se vogliamo, c'è un rischio tipico delle crisi: pensiamo alla crisi del 1929, che ha prodotto da un lato Roosevelt, quindi un esito progressista, e dall'altro Hitler. Insomma, la crisi attuale, anche se prodotta da condizioni diverse, è di una gravità e di un'intensità tali da rendere difficile mettere in discussione le dichiarazioni perentorie, le affermazioni gratuite o addirittura le fiammate di odio; tutti questi sono elementi che, sfortunatamente, si sviluppano nelle crisi in contemporanea con gli elementi opposti, e oggi sembrano più potenti".

mercoledì 22 dicembre 2021

Paginedaleggere. 74 «Ogni grande comunità è una somma di minoranze».

 

Ha scritto Michele Serra in “Siamo tutti minoranza” pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” dell’8 di luglio 2021: (…). È sempre nel nome di presunte maggioranze (…) che si stringono i bulloni dell’intolleranza: salvo poi accorgersi – anche chi si sentiva al riparo – che la stretta riguarda tutti, preme sui muri di ogni casa, leva spazio e respiro ad ogni vita. L’intolleranza non è un metodo selettivo, è una maniera di guardare tutte le persone, ogni persona, come potenziale fonte di seccature, disordine, estraneità. (…). Ogni grande comunità è una somma di minoranze. Il giustamente celebre sermone del pastore luterano Niemoeller, internato dai nazisti a Dachau, lo spiegò una volta per sempre:

martedì 21 dicembre 2021

Virusememorie. 84 «Il complottista? È colui che complotta. E perché complotta? Complotta per dimostrare che il complotto esiste per davvero».

 

È il prosieguo (ideale) al post di ieri. Ove ancor si discetta di complotti e complottisti, questi ultimi orbati della vista e privati di un pizzico di buon senno. E di complotti e complottisti ne ha scritto Michele Serra in “Il complotto dei complottisti” pubblicato (sempre) sul quotidiano “la Repubblica” del 18 di novembre 2021: Il complottista? È colui che complotta. E perché complotta? Complotta per dimostrare che il complotto esiste per davvero.

lunedì 20 dicembre 2021

Virusememorie. 83 «La fobocrazia che governa e sottomette il “noi” è il fenomeno politico attuale che caratterizza le democrazie immunitarie e precede la pandemia».

Ha scritto Michele Serra in “Gli archivi tra le nuvole” pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del 28 di novembre 2021: (…). Non si capisce perché mai i rivoluzionari in servizio permanente chiacchierino così tanto, e così volentieri, della fantomatica dittatura sanitaria, piuttosto che affrontare l'evidenza: il capitalismo della sorveglianza (dal titolo del notevole libro di Shoshana Zuboff) è già in atto, e non ha avuto alcun bisogno di iniettarci chip con i vaccini. Gli basta la nostra distratta arrendevolezza quando, pur di levarci di torno i banner che ostruiscono il nostro cammino on line, clicchiamo "accetto" ai vari cookies. Di noi tutto è già noto e custodito in sterminati archivi sospesi tra le nuvole. Se ci va bene, gli archivisti ne faranno solo un uso commerciale. Se ci va male, anche un uso politico. Capita che la forma di cattività già in atto, che è quella del consumismo "scientifico", programmato e somministrato dose per dose, persona per persona, rischi di passare quasi inosservata, a favore di fantasmi e paranoie destinate a sparire nel nulla, prive come sono di spessore critico e di peso politico. Un bravo complottista direbbe dunque che i No Vax, e i teorici della dittatura sanitaria, sono utilissimi al potere perché distraggono dai veri conflitti e dalle nuove forme di dominio e subalternità. Di seguito, “Caro Agamben, ti scrivo”, lettera “aperta” di Donatella Di Cesare al Suo collega “filosofo” Giorgio Agamben, pubblicata sul settimanale “L’Espresso” del 19 di dicembre 2021: Mentre volge al termine il secondo anno della pandemia planetaria non si può fare a meno di riconoscere, tra i tanti devastanti effetti dell’immane catastrofe, un evento tragico che investe in pieno la filosofia. Vorrei chiamarlo il “caso Agamben”, non per oggettualizzare il protagonista, a cui invece mi rivolgo, come scrivendogli una lettera da lontano, bensì per sottolinearne l’importanza.

domenica 19 dicembre 2021

Lamemoriadeigiornipassati. 23 «Ci eravamo quasi dimenticati di questa formidabile regola del cosmo: tutto cambia, niente rimane uguale».

 

A lato. "Un Natale da favola". Da salvare, costi quel che costi.

Ha scritto Marco Travaglio in “Vaccate di Natale” su “il Fatto Quotidiano” di oggi domenica 19 di dicembre 2021: “Un piano per salvare il Natale” (Repubblica), “Arriva il Dpcm per salvare il Natale” (Fatto), “Sacrifici per salvare il Natale” (Messaggero), ”Vogliono rubarci il Natale” (Verità), “Un Natale con poche aperture” (Corriere), “Giù le mani dalla nostra festa” (Panarari, Stampa), “Salvateci almeno il Natale” (Sorgi, Stampa), “Natale come agosto” (Giornale), “Il premier sul Natale: ‘Baci e abbracci sono impensabili’” (Corriere), “Tregua di Natale sulle chiusure” (Rep), “Chiusure, la tregua di Natale” (Messaggero), “Feste e distanziamento: che tristezza il non Natale” (Battista, Corriere), “Quei riti di Natale restano un diritto per tutti i bambini” (Ajello, Messaggero), “I governatori tentano di salvare il Pil di Natale” (Stampa), “Pretendono di dare ordini pure a Gesù Bambino” (Farina, Libero). No, non sono i titoli di oggi: sono di un anno fa (…). Tratto da “Arriva il Natale del nuovo inizio” di Michele Serra, pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del 24 di dicembre dell’anno 2020:

sabato 18 dicembre 2021

Uominiedio. 35 «Tommaso d'Aquino: “cum timore et tremore multo”. Per questo ci vuole il coraggio di coniugare la forza della fede con l'umiltà del dubbio.».

A lato. Tommaso d'Aquino.

Da una corrispondenza di Umberto Galimberti – “A proposito del rosario elettronico” – pubblicata sul settimanale “D” del quotidiano “la Repubblica” di sabato 18 di dicembre dell’anno 2010: Non è che, nel tentativo di modernizzarsi, le pratiche religiose perdono la dimensione del sacro? Non è proprio il mio campo specifico, ma provo a entrarci, (…).

venerdì 17 dicembre 2021

Notiziedalbelpaese. 45 «C'è un limite a tutto, perfino in questo Paese smemorato, cinico, opportunista».

 

Ha scritto Michele Serra in “C’è un limite a tutto” pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” di oggi venerdì 17 di dicembre 2021: (…). C'è una cosa che va detta, e va detta adesso. Senza acrimonia, ma con serena durezza: la sola ipotesi suona come una spaventosa offesa a una parte di italiani che non ho la presunzione di poter quantificare, ma sicuramente non è piccola. Si tratta di milioni di cittadine e cittadini per i quali Berlusconi, uomo di parte per eccellenza, non è stato nemico "della sinistra", ovvietà scontata. È stato nemico della convivenza repubblicana, della misura democratica, della Polis e delle sue regole. Lo è stato con tenacia e orgoglio (gli va riconosciuto), l'orgoglio di chi si considera al di sopra di ogni legge, di ogni equilibrio dei poteri. Padrone del Paese, certo non suo servitore come dovrebbe essere l'uomo del Colle. Quanto alla sua immagine internazionale, non c'è italiano abituato a viaggiare che non si sia sentito umiliato dalle battute sul bunga-bunga e dalle risatine di compatimento. Ometto, perché lo considero perfino meno grave, il cumulo delle vicende giudiziarie: non è affatto irrilevante, ma basta e avanza, per rendere irricevibile la candidatura di Berlusconi, la sua figura politica. Da elettore del centrosinistra pretendo che i miei rappresentanti, eletti con il mio voto, lo dicano forte e chiaro: non se ne parla neanche. È offensivo solamente proporlo. C'è un limite a tutto, perfino in questo Paese smemorato, cinico, opportunista. Di seguito, la scrittura “colta” in “Il joker alla Tortuga” di Franco Cordero - Cuneo, 6 di agosto dell’anno 1928/8 di maggio 2020 – pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del 16 di febbraio dell’anno 2011: La Procura di Milano chiede il giudizio immediato contro Sua Maestà su due accuse, concussione, diretta a occultare atti sessuali con una prostituta minorenne, e com’era prevedibile, esplode il pandemonio: l’ultima storia politica è il romanzo nero del come un pirata insediato a Palazzo Chigi moltiplichi l’immenso bottino avvilendo la giustizia; piene d’uomini e donne suoi, le Camere cantano, ringhiano, votano, applaudono qualunque cosa comandi. «Giudizio immediato» significa andare al dibattimento, omessa l’udienza preliminare, essendo evidenti le prove: se tali siano, lo dirà il giudice delle indagini preliminari; opprimono l’imputato discorsi raccolti dagl´inquirenti, carte bancarie, voci nei nastri. Dal chat emergono interni d´una Maison Tellier con demoiselles, maîtresse, lenoni, ma Guy de Maupassant la evoca decorosa, seria, pulita, senza annessi al malaffare politico. Qui regnano atmosfere cupe. Non è chiaro dove stia il sopruso: sono due reati perseguibili d’ufficio; essendo obbligatoria l’azione, la Procura doveva muoversi; perciò nelle fantasie berlusconiane il pubblico ministero sta agli ordini del governo; e fosse così, la Maison fiorirebbe rigogliosa. Non tiri in ballo l’ordigno inquisitorio. Cercava rogne telefonando in questura affinché, illegalmente, restituisse al mercato una minorenne ivi accompagnata, già ospite delle lugubri soirées; donde la connessione delle accuse; premendo sul questore schiva pericolose scoperte se Karima el Mahroug, in arte Ruby, parlasse; che poi, oltre al buon cuore (dalla fisiognomia nessuno l´arguirebbe), l´intervento abbia fine politico, essendo costei nipote del presidente egiziano Hosni Mubarak, è favola d´un genere spiritosamente coltivato da Boccaccio, Machiavelli, Aretino. Le Procure non emettono sentenze, quindi ha poco da temere, supponendo che sia innocente, quale afferma d’essere (non ricordiamo se anche stavolta giurasse sulla testa dei figli). Il Tribunale stabilisce cosa sia avvenuto: l’accusa conduce alla condanna in quanto risulti fondata, altrimenti cade; aperta la via al dibattimento, bastano poche settimane; il soccombente appellerà e resta il ricorso in cassazione. È ferma regola ma nella logica paranoica della Tortuga italiana, Lui non soggiace a regole: se le fa e disfa; l’investitura elettorale gli conferisce poteri illimitati. Qualche fine intelletto taglia corto: «a maggioranza assoluta» Montecitorio ha dichiarato incompetente quel Tribunale; «Roma locuta, causa finita». Nella Carta futura, scandita in dialettica d’asino, può darsi che le Camere abbiamo giurisdizione ma finché viga la divisione dei poteri, la competenza è una delle tante questioni risolte nel processo. Gli uomini del re vogliono il Tribunale dei ministri: o meglio fingono di volerlo: siccome i giudizi lì dipendono dal permesso assembleare, il caso B. va in scena nella settimana dei tre giovedì; e perché sarebbe reato ministeriale l’intervento notturno a beneficio della signorina?

mercoledì 15 dicembre 2021

Notiziedalbelpaese. 44 Violante e «i complimenti di Dell’Utri: “Anche lui può redimersi”».

 

“Violante”, semplicemente un “participio” (non ricordo di chi sia il copyright). Tratto da “Violante, che cambiò idea su tutto e ora ambisce al Quirinale” di Pino Corrias, pubblicato su “il Fatto Quotidiano” di ieri martedì 14 di dicembre 2021: (…). Nacque sfortunato, Luciano Violante, nel campo di prigionia inglese di Dire Daua, Etiopia, anno 1941, impero coloniale dell’Italietta già in sfacelo. Rientra con la madre in Italia, a Rutigliano, provincia di Bari, il padre, giornalista comunista, arriverà solo nel 1946. Si laurea in Giurisprudenza, diventa assistente di Aldo Moro in università e militante togliattiano in casa. Primo incarico, Giudice Istruttore a Torino, anno 1968. Prima condanna, quella di un ragazzo che ha dato del fesso a un vigile urbano. Cosa che oggi lo farebbe inorridire, ma all’epoca fa curriculum. Si specializza in inchieste sul terrorismo rosso e nero. Ma sarà il cosiddetto “golpe bianco” di Edgardo Sogno a lanciarlo nella piena risonanza mediatica. Edgardo Sogno è un personaggio di molti romanzi in proprio, nobile, monarchico, franchista in Spagna e antifascista clandestino in Italia – guiderà l’evasione dal carcere di Ferruccio Parri – in tempo di pace polemista senza pace, giornalista, carriera diplomatica in mezzo mondo. Violante lo accusa di preparare il colpo di Stato. Lo indaga. Nel 1976 lo arresta. Due anni dopo le prove non reggono, l’inchiesta va in fumo. Ma intanto Violante ha conquistato le prime pagine dei giornali e delle polemiche. Cosa che oggi lo farebbe inorridire, ma all’epoca fa curriculum. Al punto che il Pci lo candida alle elezioni politiche del 1979, bye bye magistratura. Entra trionfale alla Camera dei deputati, dove rimarrà per sei legislatura, 29 anni filati, un record che si gioca con il capocannoniere Mastella. In pieni Anni di Piombo diventa membro della Sezione Problemi dello Stato, delfino di Ugo Pecchioli, eminenza grigia del Pci, canale di collegamento con il generale Carlo Alberto dalla Chiesa nella lotta alle Brigate Rosse, gestendo infiltrati e controinformazione nelle fabbriche. Si impegna nell’antimafia dalla parte sbagliata, anche se lui crede a fin di bene: fa la guerra a Falcone che dopo il Maxiprocesso a Cosa Nostra si ritrova isolato tra i corvi della Procura di Palermo, accusato di protagonismo e di non inquisire Andreotti.

domenica 12 dicembre 2021

Dell’essere. 28 Bjorn Larsson: «È una vita che provo a capire cosa significhi essere umani».

 

A lato. "Giornata di sole a Chioggia", acquerello (2021) di Anna Fiore.

Tratto da “Quel che resta della dignità umana” di Bjorn Larsson pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del 30 di settembre 2021: È una vita che provo a capire cosa significhi essere umani.

venerdì 10 dicembre 2021

Paginedaleggere. 73 Enzo Bianchi: «È mio padre che me l’ha insegnato. C’è il giusto e l’ingiusto, mica il battezzato e il non battezzato».

Riportata – alle pagg. 160/161 - nel volume “Falso Natale” – Editrice UTET (2018) - di Errico Buonanno, la cronaca del giorno 24 di dicembre dell’anno 1951, in Digione, Francia: (…). In rappresentanza di tutte le famiglie cristiane della parrocchia desiderose di lottare contro la menzogna, duecentocinquanta bambini, raggruppati davanti alla porta principale della cattedrale di Digione, hanno bruciato Babbo Natale. Non si è trattato di un evento spettacolare ma di un atto simbolico. Babbo Natale è stato sacrificato in olocausto. La sua menzogna non risveglia nei bambini alcun sentimento religioso e non può considerarsi in nessun caso educativa. C’è chi dice che si sia voluto fare di Babbo Natale il contrappeso dell’orco delle fiabe. Per noi cristiani la festa del Natale è e deve rimanere la ricorrenza che celebra la nascita del Salvatore. (…). Tratto da “Il Natale: ma è nato un uomo o un Dio?”, intervista di Gad Lerner ad Enzo Bianchi – fondatore della Comunità monastica di Bose - pubblicata sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del 24 di dicembre dell’anno 2010: Se il Natale è diventato un’orgia consumista priva di spiritualità, non dipende anche dalla sua origine? In fondo è la meno cristiana delle ricorrenze, connotata da una matrice pagana di gran lunga precedente la nascita di Gesù. E il bambinello non vi è forse celebrato come un’antica divinità antropomorfa? So di non scandalizzare il priore del Monastero di Bose, Enzo Bianchi, avanzandogli obiezioni radicali come questa. Dialogare con gli ebrei e con i non credenti è per lui un’abitudine quotidiana. Così come godersi lo stupore del forestiero quando giunge qui sulla Serra morenica fra Ivrea e Biella, specie d’inverno, con i prati ricoperti dalla galaverna e sullo sfondo, bianchissimi, i ghiacciai alpini.

mercoledì 8 dicembre 2021

Notiziedalbelpaese. 43 Morti “ammazzati” d’Italia.

 

A lato. "Burano", acquerello (2021) di Anna Fiore.

“L’11 luglio del 1979, verso le undici di sera…”, tratto da “Quei morti a orologeria” di Carlo Lucarelli pubblicato sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del 19 di novembre 2021:

domenica 5 dicembre 2021

Virusememorie. 82 «Un grave errore è stato quello iniziale dell’Oms nello sconsigliare le mascherine. Fu fatto solo per evitare che le persone ne facessero incetta».

Ha scritto Michele Serra in “Il rischio del conformismo” pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del 16 di novembre 2021: Un nefasto effetto collaterale del complottismo è che qualunque lettura critica del mondo, qualunque sguardo che cerchi di arrivare dietro la facciata rischia di finire in quello stesso, fetido calderone. I paranoici di QAnon, i ciarlatani che curano il Covid con la varechina, quelli convinti che i voti di Trump siano stati trafugati da droni italiani, ormai hanno rubato la scena.

venerdì 3 dicembre 2021

Paginedaleggere. 72 «Abbiamo il dovere di imbarazzare i nostri figli affinché prendano le distanze da noi, sviluppino il senso critico e costruiscano se stessi in autonomia».

 

Ha scritto Claudia de Lillo – in arte Elasti – in “Agli occhi dei figli nessuna mamma è normale” pubblicato sul settimanale “D” del quotidiano “la Repubblica” del 10 di settembre dell’anno 2016: Quando Malia Obama ha compiuto diciotto anni, incidentalmente lo stesso giorno dell'indipendenza americana, il padre Barack, dopo avere pronunciato un discorso alla nazione sull'importanza della libertà e della sua quotidiana difesa, ha dichiarato: «Il compito dei padri è quello di mettere in imbarazzo i figli».

giovedì 2 dicembre 2021

Lavitadeglialtri. 15 «È Natale ogni volta che non accetti quelle consuetudini che relegano gli oppressi ai margini della società».

 

Comincia così, con la citazione - tra le tante altre citazioni riportate - tratta dagli scritti di madre Teresa di Calcutta, il commento della carissima amica Agnese A. al post di ieri: “È Natale ogni volta che non accetti quelle consuetudini che relegano gli oppressi ai margini della società”. Non pensavo proprio di dover sollecitare le persone di buona volontà a tentare di dare un pur minimo cambiamento al Natale edonistico e consumistico che affligge le società d’oggi. Da “non credente” invitavo a “salvare” il Natale, per riportarlo allo spirito della condivisione e dell’amore fraterno predicati da quel bimbo nato in quel di Betlemme. Così prosegue l’amica carissima:

mercoledì 1 dicembre 2021

Lavitadeglialtri. 14 «Non sono barbari quelli che premono ai confini dell'Europa».

Incombe “nuovamente” il Natale. Non tanto il Natale del fanciullo di Betlemme, ché uno spirito di amore universale e di solidarietà è riuscito a diffondere pur tra mille difficoltà e pagandolo storicamente con la vita, quanto il Natale dei miscredenti che hanno scambiato quella ricorrenza della natività in un mercatino di inutilità. Non per nulla è rintronato dalle Alpi al Mongibello lo straziante urlo: “Salviamo il Natale”! Ma quale Natale, oserei chiedere!