Tratto
dal saggio di Gustavo Zagrebeksky "Il
mondo dopo la fine del mondo" - scritto per le edizioni Laterza - riportato
sul quotidiano “la Repubblica” del 29 di luglio 2020 con il titolo “La regola e l’eccezione”: (…). Che
oggi si sia di fronte a un'emergenza sanitaria a me pare indubitabile. Coloro
che ne dubitano, o addirittura la negano, forse sono sotto un'influenza
preconcetta. Come il don Ferrante della peste di Milano del 1630 intossicato da
Aristotele, come oggi altri sono intossicati da altre sostanze filosofiche
post-moderne. Ci aprono gli occhi non tanto i numeri e le statistiche, quanto
l'esperienza diretta di cui raccontano medici e infermieri che parlano dei
contagi, delle conseguenze sull'apparato respiratorio, delle strutture della
terapia intensiva "in emergenza", chiamate a salvare vite in
pericolo. Noi stessi, spesso, siamo stati e siamo testimoni, sulla nostra pelle
o su quella di congiunti, amici, conoscenti. I "negazionisti" per
principio sono come i credenti d'una religione o di una setta che non oscillano
di fronte alle smentite della realtà. La fede non ha a che vedere con i fatti,
così come i fatti non hanno a che vedere con le fedi. Di fronte ai fatti,
dicono che non sono attendibili, che li si deve saper leggere, che contano non
i fatti, ma l'uso che qualcuno ne fa per propri interessi e disegni politici.
"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
giovedì 30 luglio 2020
martedì 28 luglio 2020
Leggereperché. 24 «La filosofia è quella cosa con la quale e senza la quale il mondo resta tale e quale?».
Tratto da “Senza filosofia non avremmo inventato logica, scienza, politica e
forse neanche la religione” di Umberto Galimberti, pubblicato sul
settimanale “D” del quotidiano “la Repubblica” del 28 di luglio dell’anno 2012: (…).
"La filosofia è quella cosa con la quale e senza la
quale il mondo resta tale e quale?". (…). …la filosofia è un dovere
verso sé stessi per la conoscenza del mondo e di sé. Ma siccome il mondo è
molto complesso, e ciascuno di noi non da meno, è ovvio che la filosofia tracci
tanti percorsi che spesso sembrano contraddittori.
lunedì 27 luglio 2020
Strettamentepersonale. 30 “Flipper” e l’imprevedibilità della vita.
C’è
sempre l’imprevedibilità della vita (in agguato)! Avevo toccato appena il
traguardo degli anni ***tanta che la predetta imprevedibilità ha ri-fatto
capolino nella mia vita. La prendo alla larga. Ho sempre desiderato avere ed
accudire un “amico dell’uomo”, ma le circostanze familiari e della predetta
vita hanno sempre deluso quel mio accorato desiderio. Mi portavo appresso i
cari, carissimi ricordi della mia fanciullezza e della mia pre-adolescenza,
ricordi arricchiti da altrettanti piccoli “amici dell’uomo” che, ricordo bene,
avevano tutti una particolarità: facevano tutti, indistintamente, di nome “Fido”,
alludendo certamente alla qualità loro su cui si scommetteva e si contava di
più.
domenica 26 luglio 2020
Leggereperché. 23 «Che ne sarà dell'uomo e delle sue prerogative quando tutto sarà virtuale?»
Tratto da “Come
il computer ci cambia la testa” di Umberto Galimberti, pubblicato sul
settimanale “D” del quotidiano “la Repubblica” del 26 di luglio dell’anno 2014:
Scrive
Günther Anders: «La tecnica può segnare quel punto assolutamente nuovo nella
storia, e forse irreversibile, dove la domanda non è più "cosa possiamo
fare noi con la tecnica", ma "che cosa la tecnica può fare di
noi"». Non so rispondere alla (…) domanda che chiede: «Che ne sarà dell'uomo e delle sue prerogative quando tutto
sarà virtuale?», ma (…) mi è tornata in mente una storiella per bambini,
riferita da Günther Anders, in cui si racconta che un re non vedeva di buon
occhio che suo figlio si aggirasse a piedi per le campagne per formarsi un
giudizio personale sul mondo. Perciò, per risparmiargli la fatica e
facilitargli la conoscenza del mondo gli regalò carrozza e cavalli: «Ora non hai
più bisogno di andare a piedi», furono le sue parole. «Ora non ti è più
consentito di farlo» era il loro significato. «Ora non puoi più farlo» fu il
loro effetto. Certo, è più comodo scrivere una email che scrivere una lettera,
affrancarla, imbucarla e attendere la risposta, ma in questa velocizzazione che
ne è della riflessione che ha bisogno di tempo, dal momento che il nostro tempo
psichico non ha la velocità del tempo informatico? Certo, essere reperibili in
qualsiasi momento grazie al telefonino può essere di qualche utilità, ma quanta
ansia si accumula quando a un nostro messaggio non segue un'immediata risposta
(a sua volta non riflessa). E poi perché dobbiamo essere una risposta agli
altri, a scapito del nostro esser noi stessi, di cui forse abbiamo perso
persino la memoria?
sabato 25 luglio 2020
Virusememorie. 32 «Non dobbiamo credere che la globalizzazione sia un percorso naturale, che ci rende tutti fratelli. Al contrario è un progetto pianificato di esclusione»
Ha scritto il filosofo Leonardo
Caffo in “Dopo il Covid-19” – “nottetempo editrice” – che «è giunto
il tempo di ripensare il nostro rapporto con l’ambiente e le altre specie di
esseri viventi – tutelando anche la loro salute e quella degli ecosistemi,
oltre alla nostra – e di provare a diventare “postumani” – una specie che si è
evoluta non nell’aspetto fisico, ma nei comportamenti, nei paradigmi
intellettuali e di relazione con l’ambiente; una specie diversa nelle abitudini
alimentari, nelle relazioni ecologiche con il pianeta e in infiniti altri
aspetti, che devono bloccarsi dove calpestano la vita che non le appartiene
direttamente. (…).
venerdì 24 luglio 2020
Ifattinprima. 79 «L’Olanda, il Paese noto nel mondo per essere un paradiso fiscale che danneggia enormemente gli alleati».
Ha
scritto Michele Serra in “Per chi suona
la fregatura”, pubblicato il 22 di luglio 2020 sul quotidiano “la
Repubblica”: Dice il Salvini che i duecento miliardi e rotti che il fondo
straordinario europeo destinerà all'Italia sono "una grossa
fregatura". Per lui sicuramente sì, visto che il laborioso compromesso è
un successo, sia pure parziale, del governo Conte, e soprattutto rinsalda
almeno un pochino la sgangherata compagine europea, nemico numero uno dei
sovranisti di ogni contrada. Dicesi compromesso, del resto, un accordo che
tiene conto di esigenze divergenti. Altre soluzioni rimangono nel campo delle
ipotesi. Per esempio, è anche possibile che il Salvini, marciando su Bruxelles
a capo di un manipolo di ardimentosi, avrebbe potuto espugnare il Parlamento,
schiaffeggiare i deputati anziani e costringere gli avidi banchieri
settentrionali, dai ventri obesi e le mani sudate, a vuotare i loro forzieri.
Ma le cose non sono andate così. Il fato, che ogni tanto indovina le sue mosse,
ha voluto che questa inaudita emergenza fosse gestita da altre persone e altri
partiti, che hanno fatto a modo loro, portando a casa un risultato dignitoso,
con il Salvini isolatissimo e furente, sempre più somigliante al capitano
Haddock di Tintin. Meloni è più sagace, dunque più prudente nei giudizi. (…).
Se il virus dello scissionismo, del quale sono tradizionali portatori gli
animali di sinistra, fa il salto di specie e contagia anche la destra, possiamo
tirare un sospiro di sollievo. Di seguito, una riflessione di Barbara
Spinelli tratta da «Il Conte cocciuto e
i “disfattisti”», riflessione pubblicata su «il Fatto Quotidiano» del 22 di
luglio: (…). …non si dimenticherà il subbuglio delle cinque giornate di
Bruxelles, e l’Unione non esce affatto guarita da questo vertice che approva il
Fondo ma non senza concessioni di rilievo ai cosiddetti “frugali”. I quali
hanno provato a disfare il Recovery Fund e a ridurne le novità cambiando sia la
sua ripartizione (la quota delle sovvenzioni resta ma è ridotta) sia la natura
dei controlli che verranno esercitati via via che si attueranno i piani di
ripresa finanziati dall’Unione. Non hanno acquisito un esplicito diritto di
veto sulle progressive erogazioni di fondi, ma hanno ottenuto che l’opposizione
di un singolo Stato potrà temporaneamente bloccarle. Li chiamano Paesi frugali,
aggettivo sicuramente da loro assai apprezzato ma che non corrisponde a nulla.
I governanti in Olanda, Austria, Svezia, Danimarca, Finlandia: chiamiamoli più
realisticamente, in questo frangente, i custodi del mondo di ieri, quello che
sta naufragando; i fautori di una misantropica colpevolizzazione del debito; i
cultori di un’austerità non solo fallita ma del tutto impresentabile in tempi
di Covid e di ritorno dello Stato nell’economia. Chiamiamoli disfattisti, è
aggettivo non univoco ma più pertinente. E chiamiamo l’Olanda, il cui governo
ha guidato questo fronte, il Paese noto nel mondo per essere un paradiso
fiscale che danneggia enormemente gli alleati. Basta già questo, specie in
epoche di crisi, per inficiare la solidarietà fra europei. E bastano a
inficiarla i famosi sconti, i rebates concessi in extremis ai disfattisti.
Questi rimborsi parziali dei soldi versati all’Unione furono un’invenzione di
Margaret Thatcher nel 1984 e sono un modo per stare nell’Ue con un piede dentro
e uno fuori. Anche qui Conte è stato cocciuto e lucido, nell’evidenziare le
discrasie europee che permangono: i rebates “azzoppano la solidarietà, la
contrastano, la limitano, mentre il Recovery Plan realizza lo spirito di
solidarietà che noi stessi abbiamo dichiarato di voler perseguire”. È stato
lucido anche quando ha accusato l’olandese Rutte di miopia: “Vi state illudendo
che la partita non vi riguardi […]. Tu forse sarai eroe in patria per qualche
giorno, ma dopo qualche settimana sarai chiamato a rispondere pubblicamente
davanti a tutti i cittadini europei per avere compromesso un’adeguata ed
efficace reazione europea”. Naturalmente il disfattista ha il diritto di
combattere il proprio Paese, se lo ritiene tirannico. Ma il disfattista di cui
si parla qui vuole il degrado dell’Europa di cui c’è bisogno, e non smetterà di
volerlo. Il degrado è facilitato dal permanere, nelle decisioni più importanti,
dell’unanimità: un solo Paese può alzare la bandiera del veto. È il motivo, tra
l’altro, per cui da anni sono chiuse nei frigoriferi le riforme delle politiche
di migrazione approvate dal Parlamento europeo: accordo di Dublino, rimpatri,
reinsediamenti, qualifiche, accoglienza, ecc. Il disfattista che gongola quando
lo chiamano frugale è anche cieco. Gli è passato davanti un tifone – il Covid –
e non se n’è accorto. In quel momento passeggiava nei giardinetti e proprio non
l’ha visto, povero disgraziato. C’è un personaggio così nel Tifone di Conrad.
Non avendolo visto e non vedendolo, Rutte ha chiesto quel che chiede da sempre:
molto più potere agli Stati, molto meno alla Commissione che ha avuto la faccia
tosta di proporre il Recovery Plan e che pensa di poter vegliare sulla sua
attuazione, come chiesto dai non-disfattisti nella speranza che finiscano i
rapporti di forza fra Stati cui l’Unione s’è ridotta. In parte i disfattisti
l’hanno purtroppo spuntata: il controllo dei vari piani di ripresa è nelle mani
della Commissione, ma gli Stati nel Consiglio avranno l’ultima parola e un singolo
Paese membro può interrompere le erogazioni per almeno tre mesi. Nei giorni
scorsi Rutte è entrato nel dettaglio, ricordando quello che a suo parere
l’Italia dovrebbe fare su pensioni e mercato del lavoro. Nessuna differenza,
per lui, rispetto ai prestiti condizionati che hanno devastato la Grecia (anche
per motivi politici: c’era un premier, Tsipras, cui bisognava dare una
lezione).
giovedì 23 luglio 2020
Ifattinprima. 78 I “Rosiconi”.
Quadro primo. I “rosiconi” del prima. Tratto da “Ricoveri Fund” di Marco Travaglio,
pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 22 di luglio 2020: (…). “Conte pronto a svendere
l’Italia. Vuole ricorrere al Mes, una trappola che ci consegnerà alla Troika”
(Verità, 26.3).
“Inizia il dopo Conte” (Giornale, 4.6).
mercoledì 22 luglio 2020
Cosedaleggere. 57 Bernard-Henri Lévy: «lo scopo della vita è altrove».
Tratto
da “Bernard-Henri Lévy: giù la maschera,
Covid-19”, intervista di Anais Ginori al filosofo Bernard-Henri
Lévy pubblicata sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del 17 di luglio
2020: (…). “C'è un vero e proprio moto di rivolta contro il tipo di ordine
sociale che sta uscendo dalla crisi del Covid".
Siamo reduci da quella che lei definisce "Prima
paura mondiale"... "Per la prima volta l'umanità intera ha avuto
paura della stessa cosa, nello stesso momento. Ovviamente gioco sul riferimento
alla Prima guerra mondiale, anche se è vero che siamo in grande pericolo.
Possiamo morire di Covid, ma anche di fame, di miseria, di disperazione, di
solitudine e di tutte le altre malattie più antiche che gli ospedali non hanno
più avuto tempo di curare".
martedì 21 luglio 2020
Ifattinprima. 77 «Parte del Pd e financo Prodi sognano un governissimo col pregiudicato. Fingendo di dimenticare chi è».
“Favola vera”, favoletta
politicamente scorretta di Andrea Camilleri postata il lunedì 4 di ottobre dell’anno
2004: “Eletto a furor di popolo Presidente di tutto (della Repubblica, del
Senato, della Camera, del Consiglio) il Cavaliere riunì i suoi ministri e
disse: «Da tempo avevo preparato la riforma della Costituzione. Prendete
appunti. Il testo l’ho già inviato alla Gazzetta Ufficiale».
lunedì 20 luglio 2020
Ifattinprima. 76 Veronica: «“Mio marito è malato, non posso stare con un uomo che frequenta minorenni”».
“Il Cavaliere e la
mela”,
favoletta politicamente scorretta di Andrea Camilleri postata il mercoledì 20
di ottobre dell’anno 2004: “Quand’era picciliddro, e quindi non ancora
Cavaliere, il futuro Cavaliere vide un compagnuccio che stava a mangiarsi una
grossa mela. Gliene venne gana irresistibile. Facendo finta di niente, si
accostò al compagnuccio, gli strappò la mela e la pigliò a morsi. La zia monaca
del futuro Cavaliere, che era una santa fimmina, a quella scena aspramente
rimproverò il nipote. «Non sono stato io a rubare la mela», ribatté il
picciliddro continuando a dare morsi al frutto. «La colpa è tutta del mio
compagno che se l’è lasciata rubare»”.
domenica 19 luglio 2020
Leggereperché. 22 «Nietzsche chiede: «Come è venuta al mondo la ragione? Come è giusto che arrivasse in un modo irrazionale, attraverso il caso».
Si racconta che Baruch Spinoza (1632-1677) in punto
di morte, nella caliginosa giornata del 21 di febbraio dell’anno 1677 in terra
d’Olanda, abbia così risposto al borgomastro della città di Amsterdam che gli
chiedeva a quale confessione volesse affidarsi per l’imminente Suo trapasso: «Ho
seguito Dio secondo i lumi che mi ha donato, l’avrei servito altrimenti se me
ne avesse dati di differenti». Traggo da “Non solo dio anche la scienza è un'invenzione” di Umberto
Galimberti, pubblicato sul settimanale “D” del quotidiano “la Repubblica” del
19 di luglio dell’anno 2014:
sabato 18 luglio 2020
Leggereperché. 21 «Camilleri è stato il "bene rifugio" di un Paese umiliato».
All’indomani della dipartita di Andrea Camilleri Francesco
Merlo ne tratteggiava la figura con un personalissimo ricordo in “Non resterà nulla? E io me ne fotto” pubblicato
sul quotidiano “la Repubblica” del 18 di luglio dell’anno 2019:
venerdì 17 luglio 2020
Cosedaleggere. 56 «La lingua e la Sicilia, che erano la sua identità».
Il
17 di luglio dell’anno 2019 ci lasciava Andrea Camilleri. Andrea Camilleri, che
è stato per tutta la Sua vita un “comunista” dichiarato “senza se e
senza ma”, ebbe a scrivere, all’indirizzo di quell’anticomunista sfegatato del
cavaliere di Arcore, questa “favoletta politicamente scorretta” che ha per
titolo “Il Cavaliere e la morte” –
postata la domenica 10 del mese di ottobre dell’anno 2004 -:
giovedì 16 luglio 2020
Leggereperché. 20 «Dio è un nome che soddisfa il nostro bisogno di reperire una causa per ogni evento».
Ha scritto – alle pagine 41/42 - Woody Allen nella
Sua autobiografia “A proposito di niente”
– “La nave di Teseo” editrice (2020) -: “(…). Per cominciare, ho sempre pensato che
la religione fosse un grande imbroglio.
mercoledì 15 luglio 2020
Cosedaleggere. 55 «I tabù cadono per stanchezza, o noia, o smemoratezza».
“Favoletta
politicamente scorretta” di Andrea Camilleri che ha per titolo “Il Cavaliere e la volpe”, postata il
mercoledì 27 di ottobre dell’anno 2004:
martedì 14 luglio 2020
Ifattinprima. 75 Storie poco commendevoli dall’Italia.
Non
mi voglio perdere e farVi perdere al contempo il piacere di ri-leggere “Il pelo, non il vizio”, favoletta “politicamente
scorretta” di Andrea Camilleri postata il lunedì 1 di novembre dell’anno 2004.
lunedì 13 luglio 2020
Cosedaleggere. 54 Apologhi.
1.
Un professore di zoologia
spiegava ai suoi alunni la discendenza del colombo tomboliere dal torraiuolo.
Diceva che il capriccio dell’allevatore aveva, durante lunghi secoli, prescelti
per la riproduzione gl’individui che avevano questa strana qualità di fare
delle capriole. Così aveva potuto prodursi lo strano animale tanto accanito nel
far capriole da ammazzarsi. - Oh! Quale infamia! – disse uno degli alunni. –
Non è un’infamia – osservò il professore -. È la vita! Anche la selezione fra gli
uomini è fatta oggidì in modo che non sono i migliori che sopravvivono ma bensì
quelli che meglio sanno fare delle capriole. Se le cose continuano così chi sa
quale pazzo animale ne risulterà –.
domenica 12 luglio 2020
Ifattinprima. 74 B.: «Tessera numero 1816 e il grado di “apprendista muratore”».
Tratto
da “Promemoria/1” di Marco Travaglio,
pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 10 di luglio 2020: (…). 1973. Silvio B. soffia Villa
San Martino ad Arcore a un’orfana minorenne, Annamaria Casati Stampa, pagandola
una miseria (per giunta in azioni di sue società non quotate: valore zero)
grazie ai buoni uffici del protutore della ragazza, l’avvocato Cesare Previti,
figlio di uno dei suoi amministratori-prestanomi.
venerdì 10 luglio 2020
Ifattinprima. 73 Cordero: «pretende d’essere diverso e lo è clinicamente parlando. Appare monco dell’organo morale».
È
interessante riprendere, prima di leggere l’editoriale di Marco Travaglio - “Chi tace acconsente” - pubblicato su “il
Fatto Quotidiano” di ieri 9 di luglio, l’intervista rilasciata dallo scomparso Franco
Cordero alla giornalista Silvia Truzzi - “Il
caimano finirà male. È monco dell’organo morale” -, intervista pur essa
pubblicata su “il Fatto Quotidiano” del 6 di luglio dell’anno 2013:
giovedì 9 luglio 2020
Leggereperché. 19 «Lo stile "mi piace" o "non mi piace" ha contaminato il nostro modo di discutere e argomentare».
Tratto da “Sono
le idee fisse a impedirci di ragionare bene” di Umberto Galimberti,
pubblicato sul settimanale “D” del quotidiano “la Repubblica” del 9 di luglio
dell'anno 2016: Lo stile "mi piace" o "non mi piace" ha contaminato
il nostro modo di discutere e argomentare. Con il rischio di estinguerlo,
riducendoci alla povertà del pensiero.
mercoledì 8 luglio 2020
Ifattinprima. 72 Stati vs mercati: «la riconquista della perduta sovranità e indipendenza, nazionale ed europea».
Tratto
da “Covid, i poteri forti battono cassa”
di Barbara Spinelli, pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 7 di luglio 2020: (…).
martedì 7 luglio 2020
Eventi. 32 Ennio Morricone: «Oggi mi guardo indietro e credo che il segreto sia stato lo studio serio e rigoroso».
Ieri
Ennio Morricone ci ha lasciati. Ho sempre pensato alla musica come a qualcosa pre-esistente
a noi stessi, un qualcosa liberamente fluttuante nell’aere e che solamente le
grandi anime sentono, carpiscono e riescono a mettere assieme per renderlo al
resto degli umani. Ennio Morricone è stato tra i più eccelsi “ladri”
– al pari di un Mozart, di un Brahms - non già di aquiloni ma di quelle “note”
liberamente fluttuanti, che aspettano soltanto un genio che le sappia catturare
per renderle vive ed udibili ai più. Ha scritto di sé stesso: «Mentre
da giovane ritenevo esistesse una musica “assoluta” e una per il cinema, nel
tempo – con l’esperienza – ho capito come tra i due ambiti espressivi esistano
convergenze profonde. È così che ho musicato i film di Leone, Pasolini,
Pontecorvo, Petri, Malick e De Palma; nella consapevolezza che cinema e musica
sono arti della temporalità, la cui alleanza si consuma nello scorrere di
secondi, minuti, ore».
lunedì 6 luglio 2020
Leggereperché. 18 «La coscienza del popolo si forma (o deforma) ormai soprattutto di fronte agli schermi televisivi».
Tratto da “Il
grande disordine democratico” di Massimo L. Salvadori, pubblicato sul
quotidiano “la Repubblica” del 6 di luglio dell’anno 2016: Il repubblicano Machiavelli ben
conosceva quali fossero gli argomenti degli oligarchi contro il governo
popolare: essere follia affidare alla massa, composta dagli strati inferiori
della società, i meno dotati di mezzi culturali e materiali, il potere superiore
a tutti, la possibilità di contribuire a decidere delle sorti di uno Stato.
domenica 5 luglio 2020
Ifattinprima. 71 «Come e quanto è stata inquinata la vita politica e imprenditoriale italiana, in questi anni sventurati».
Scrive Ezio Mauro in “Il pozzo dei segreti di Berlusconi”
pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” di ieri 4 di luglio: Come
un vulcano che dorme, senza essere spento, Silvio Berlusconi non è più in grado
di minacciare sconquassi, ma nel cratere del suo ventennio continuano a
ribollire il fuoco e soprattutto il fumo dell'eterna contesa con la giustizia,
dov'è bruciato anche il suo romanzo politico e si è consumata la sua
leadership.
sabato 4 luglio 2020
Cosedaleggere. 53 Bestiario breve.
1 “Una vespa si posò sul collo di un contadino. – Ora ti pungo – fece la
vespa. – Ragioniamo un momento – disse il contadino. – Che te ne viene? Io
massimo massimo mi faccio due giorni di febbre, tu invece dopo avermi punto,
sei costretta a morire. Ti pare cosa? –. La vespa non rispose e lo punse. Colto
da choc anafilattico, il contadino morì. Il suo ultimo pensiero fu: - Se
l’ammazzavo con una botta invece di farla ragionare, a quest’ora sarei ancora
vivo -. A poca distanza, sconciata, la vespa stava per morire. Il suo ultimo
pensiero fu: - Se ragionavo invece di pungerlo, a quest’ora sarei ancora viva
-. Questa è una favola assolutamente inutile.
venerdì 3 luglio 2020
Cosedaleggere. 52 «Il virus è imparziale, ma noi siamo disuguali».
Tratto
da “La seconda infezione” di Ezio
Mauro, pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del 23 di aprile 2020:
giovedì 2 luglio 2020
Virusememorie. 31 Una «lettera dal pianeta Terra».
Ritrovo tra le mie carte una
riflessione di Philippe Starck - architetto e designer francese - risalente al
dicembre dell’anno 2008. La trascrivo di seguito. È una riflessione che
indirizza ancor oggi il dibattito sull’ambiente e sulle sue problematiche in
ambiti non direi opportunistici ma utilitaristici sì per il genere umano. Stanno tutti a naso in su aspettando l’evento, stanno tutti a dire che da
questa pandemia, e lo si era detto anche per la crisi economico-finanziaria
globale, ne uscirà un “mondo diverso”; il problema sta proprio in quel “mondo
diverso”, in quali inattese forme esso si sostanzierà.
mercoledì 1 luglio 2020
Ifattinprima. 70 «B.: un delinquente seriale che i giudici o li paga o li induce a delinquere».
Tratto
da “Nastro lindo” di Marco Travaglio,
pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del primo di luglio 2020: (…).
Tutto in famiglia. Casomai ciò non bastasse, ci sono i fatti: una recente
sentenza del Tribunale civile di Milano e l’audio di una conversazione del
2013, poco dopo la condanna irrevocabile, fra il giudice relatore Amedeo Franco
e il neocondannato B. davanti a misteriosi testimoni.
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